venerdì 22 gennaio 2021

Un mondo distopico

Non utilizzare mai un'espressione straniera,
un termine scientifico o una parola difficile
se puoi trovare l'equivalente nel linguaggio quotidiano.


Settantuno anni fa moriva George Orwell.
Questo significa che le sue opere non sono più protette da copyright.
Chiunque può pubblicare le sue opere senza dover versare un centesimo per i diritti.
Ho letto soltanto due delle sue opere: 1984 e La Fattoria degli Animali.
Un autore meraviglioso. E difficile.
Mi ha sempre colpito il suo sguardo: buono. Ma le sue storie non sono roba da buoni. Forse perché i buoni sanno come sarebbe un mondo abbandonato a se stesso, al potere di pochi, non mi stupisco che sia tra i più visionari scrittori del cosiddetto genere distopico.
Il padre del Grande Fratello, ha ideato un mondo che mi fa decisamente paura.
Cosa sarebbe di noi se ci venisse impedito di pensare?

Ciò che le masse pensano o non pensano incontra la massima indifferenza.
A loro può essere garantita la libertà intellettuale proprio perché non hanno intelletto.

Se ci volessero vestiti tutti allo stesso modo, tutti nelle stesse case, tutti con gli stessi interessi, a guardare gli stessi programmi, a leggere gli stessi libri.
Nessuno può scegliere di vivere la propria vita.
La strada è già segnata per tutti.

Se tutti i documenti raccontavano la stessa favola,
ecco che la menzogna diventava un fatto storico, quindi vera.

No, Orwell non è morto il 21 gennaio 1950.
Orwell è vivo. Uno come lui non morirà mai.

C'è una cosa che mai potrà essere controllata e anche Orwell lo sottolinea: l'amore.
Si può rendere gli uomini schiavi di un'idea. Li si può rendere poveri di spirito e ignoranti.
Ma non si può reprimere per sempre la loro capacità di amare.

Forse non si desiderava tanto essere amati, quanto essere capiti.


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