venerdì 31 marzo 2023

Brandon Lee

 Non può piovere per sempre.


Trent'anni fa moriva sul set per un tragico incidente, l'attore americano ed esperto di arti marziali Brandon Lee.
Avevo 14 anni, classe IV B (Ginnasio).
Era Maggio, con il gruppo di amiche e Cugy guardavamo la videocassetta del Corvo.
Che belle le VHS che potevi prendere in affitto!
Tantissimi ricordi affollano quel periodo.
Se dovessi ritrovare i diari di scuola penso che mi troverei a parlare con una piccola Me molto profonda e complicata. 
All'epoca non mi piacevo. E invece ero una bella testa e un cuore pieno di sogni e aspirazioni.

Brandon Lee morì a soli 28 anni. Dopo un intervento durato dodici lunghissime ore.
Avrebbe dovuto sposare la sua ragazza il 17 aprile, dopo le riprese del Corvo.
Ma non è mai successo. Niente matrimonio. Nessun 17 aprile del 1993. E degli anni seguenti. 
Nei miei ricordi è fermo a quel ventottesimo anno.
Non è invecchiato. Non è potuto invecchiare.
Io ho avuto questa fortuna. E in rari momenti me ne rendo conto.

No, non può piovere per sempre.

giovedì 30 marzo 2023

Numero Zero - Umberto Eco

Mi è capitato tra le mani, l'ho aperto e ho iniziato a leggerlo.
L'ho chiuso sull'ultima pagina.
Non ricordavo di averlo letto.
Semplicemente un capolavoro.
In quest'epoca di false credenze, in cui la censura opera non eliminando ma sommergendo il mondo con un numero spropositato di dati, questo libro ci ripropone il tema della manipolazione della verità, la creazione della notizia, di cui tutti siamo vittime e carnefici allo stesso modo.
Vittime quando passivamente accettiamo questo modus operandi; dando rilievo ad alcune notizie senza riflettere, obliterando altre che passano sullo sfondo con lo stesso ritmo dei tempi televisivi.
Carnefici quando non ci fermiamo a riflettere su quello che ci circonda.

Numero Zero è stato l'ultimo capolavoro di Umberto Eco.
Il suo libro più breve, che mi ha rapito e che non potevo smettere di leggere.
Se tutti i suoi scritti fanno questo effetto è bene che mi tenga alla larga.

Tornando ad oggi: il protagonista si chiama Colonna, è un fallito ed io lo adoro.
In realtà si definisce Lui così perché:
non ha mai terminato l'università,
la moglie lo ha mollato reputandolo un perdente,
non riesce ad avere un lavoro che si possa definire tale.
Il tempo passa. Ha quasi cinquant'anni. Si sente uno zero.
Ma la verità è un'altra: Colonna è una persona colta, non ha bisogno di un titolo che lo certifichi, è sensibile, un uomo ironico e intelligente.
Che avrà il suo riscatto dalla vita.
Ed io leggendo la sua storia ho pensato: finalmente un po' di giustizia!

I perdenti, come gli autodidatti, hanno sempre conoscenze più vaste dei vincenti, se vuoi vincere devi sapere una cosa sola e non perdere tempo a saperle tutte, il piacere dell'erudizione è riservato ai perdenti.
Più cose uno sa, più le cose non gli sono andate per il verso giusto.

La storia è ricca di personaggi interessanti.
Come interessante è Maia. Un'altra creatura atipica, i cui pensieri mi hanno fatto sentire di una pochezza incredibile.
Di cosa è piena la mia testa ultimamente? Di cattivi pensieri.
E il mio cuore? Di storie inventate e nebulose.
Sono un'inutile cartonato in una vita tecnologica.

p.s. A proposito di tecnologia...
Hai sentito della lettera aperta firmata da scienziati e manager sull'IA?
La mia ghianda ha lavorato bene facendomi leggere recentemente il libro di Yuval Noah Harari!
E il mio pensiero è allineato con le parole di Harari. Di uno come Elon Musk e la sua cricca non mi fido. E sorvolando sulle simpatie o antipatie, volendo provare a elaborare un pensiero oggettivo, l'allarmismo non ha mai portato a niente.
Ci vogliono gli studi! Ma nessuno vuole gente informata, è preferibile avere una massa di gente spaventata che diventa facilmente manipolabile.

mercoledì 29 marzo 2023

 Non accadeva da tanto tempo, eppure eccolo lì.
Mentre scrivo, Immy è vicino al monitor che osserva le mie dita cliccare i tasti.
Ora ci prova anche lui:

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Interessante... anche se non credo mi sia chiaro ciò che ha scritto saltando sulla tastiera! ^__^

Caro Blog,
questo sciocco prologo mi ha aiutato a descriverti la mia attuale situazione mentale.
Mi sento così triste e sola che ho dovuto chiedere a Immy di starmi vicino.
Ho perfino ripreso a torturarmi le mani e a mordermi le labbra, col risultato che sono nuovamente piena di tagli e fastidiose ferite.
Ma c'è Immy con me, posso vivere ancora un po'.

Ho letto un messaggio su un blog, stupendo! (Ti scrivo qui il link: https://storiadiunanimo.wordpress.com/2023/03/29/grazie-signore/ )
L'ho scoperto su Twitter e mi è piaciuto tanto, mi ha fatto sentire meno sola.
Quel dire "sono stanca di tutto" per spiegare che a volte non siamo capaci nemmeno di usare le parole giuste per descrivere il tipo di stanchezza che ci schiaccia, mi è parso una carezza.
So di non essere l'unica al mondo a stare male.
Ma sono anni ormai che non trovo più un motivo per stare bene, che mi chiedo sempre e solo che ci sto a fare ancora qui?
Mi sono perfino ritrovata a pregare per la mia morte.
E se qualcuno ci ascolta immagino di dovergli delle scuse, di dovermi pentire per questa preghiera.
L'aver letto "Il codice dell'anima" ha peggiorato la mia situazione.
Alle domande: cosa ti piace, quale attività ti viene naturale, quando ti senti veramente te stesso, cosa ti piaceva fare durante gli anni dell'infanzia?
Rispondo, se proprio devo farlo, in un modo imbarazzante: leggere.
Non so fare altro. Mi piace solo quello. Leggere e fotografare il mare. Se penso a me stessa da bambina, mi rivedo seduta a terra con le gambe incrociate e il volume de I Racconta Storie, in grembo.
Se come sostiene Hillman faccio parte di un tutto chiamato Universo, ammetterai anche tu che il mio contributo alla sua crescita è veramente ridicolo.
Non ho potenzialità da sviluppare.
Ci penso e ripenso: non sono buona a nulla.
Ho paura di sbagliare, mi vergogno della mia incapacità, lo ammetto, ma nel mio caso siamo oltre il fallimento.
Mi sento sbagliata anche con le persone.
Mi sento un errore umano, un aborto, mentre sono per strada, in auto, al supermercato o semplicemente in compagnia di qualche parente che ancora mi sopporta.
E vorrei solo sparire e rinchiudermi in camera mia.
Non ho mai potuto realizzare un sogno. Anche piccolo.
Levarmi uno sfizio stupido.
Potermi dire: ehi, ora mi compro una bicicletta elettrica! Cose così.
Sono un errore nel sistema.
Spero che presto se ne accorgano e mi cancellino.

Sono stata molto male oggi, caro Blog.
Ho l'anima piena di ferite aperte, che non accennano a rimarginarsi anche se non ci penso, anche se sono diventata bravissima a nasconderle.
Le fuoriuscite sono copiose.
Si stanno portando via tutta la mia linfa vitale.
Ne è rimasta proprio poca.

martedì 28 marzo 2023

Il Codice dell'Anima - James Hillman

 A che cosa si rivolge l'anima che non ha un terapeuta con cui fare sedute?
Porta le sue pene a un bosco, alla riva di un fiume, a un animale amico,
oppure in giro senza meta per le vie della città,
a contemplare il cielo notturno.

Che strano. Hillman non inserisce "un amico" nel suo elenco. Mentalmente lo ringrazio, perché mi fa sentire meno atipica. La mia anima ha imparato a portare le sue pene al mare.
Non parla più con nessuno.
Senza l'aiuto di Anima sarà difficile descrivere questo libro. Ma ci proverò, in modo rozzo ma onesto.
Innanzitutto non è un testo semplice di quelli che porti in spiaggia o sul tram. Ma essendo scritto in modo sublime, se si accetta un piccolo sforzo, diventa accessibile a tutti. Anche a chi come me, non ha alla base studi di psicologia o psichiatria.
C'è bisogno di una buona dose di concentrazione e di apertura mentale.
Infatti in questo che possiamo definire un saggio pionieristico James Hillman teorizza una nuova forma di psicologia, quella che riguarda l'immagine, la teoria dell'angelico.

Lo avevo inserito nella lista dei libri da leggere che ho creato su Pinterest. Lista che non consulto mai. E poi per caso scopro di aver acquistato un titolo presente. Come se da qualche parte avessi piantato un semino e dimenticatolo, scorgessi al suo posto, dopo tempo, una bellissima piantina.
Ecco potremmo partire da qui. Da questa dimenticanza e improvvisa scoperta.
Cosa attira la mia mano nella scelta di un libro?
Possibile che sia solo un caso, o esiste qualcosa che ci porta ad essere in un determinato modo, a fare determinate scelte?
Che ci suggerisce vie che ad una prima analisi sembrano irragionevoli e distanti da noi?

Con la sua opera Hillman prova a dare una risposta.
Ma chi era James Hillman? Importante piscoanalista statunitense, allievo di Jung, abbracciò il metodo del professore svizzero e aiutò moltissimi pazienti durante la sua lunga attività di medico. Ma colto da una profonda crisi interiore, cercò di indagare qualcosa che andava oltre le malattie e i corpi dei suoi pazienti.
Forse è da qui che nasce l'intuizione per un lavoro così complesso e profondo, il cui cuore è racchiuso e svelato nel titolo: Il codice dell'anima.

Non siamo solo il frutto del condizionamento ambientale e di una casuale combinazione genetica.
C'è qualcosa in noi, che esiste fuori da noi, che ci accompagna ancor prima della nascita.
Una specie di Ombra, di doppio che ci sceglie e ci vuole per portare a realizzare la sua immagine.
Lo possiamo chiamare daimon, angelo e lo possiamo immaginare secondo il mito di Er raccontato da Platone.
Questo daimon è la vera chiave per decriptare il codice dell'anima.
Questa vocazione che ci agita dentro e che sembra illuminare solo poche persone, in realtà è presente in ognuno di noi.
E riguarda tutti, anche i criminali, anche i mediocri. Si spinge a restituire un significato positivo alla parola "mediocre" (-sorrido pensando alle origini di questo blog-): coloro che si stringono per stare tutti insieme sotto la campana della curva di Guess.

Per aiutarci in questa esplorazione, in questa discesa che ci aiuta a crescere, Hillman porta l'esempio di persone reali e famose.
Ci porta nella vita di Judy Garland e John Lennon; in quella di Ti­na Turner, Truman Capote, Quentin Tarantino e Woody Allen, fino a Hannah Arendt e Nixon; purtroppo ci trascina anche nella vita di Hitler e di serial killer, per guardare in faccia il Cattivo seme.

Hillman ci mostra con disarmante semplicità che la psicologia si è dimostrata in­capace di spiegare le scelte più profonde che decidono la vita di tutti noi.
Questo perché negando l'Invisibile, lo abbiamo da tempo allontanato e zittito.
Leggere questo libro potrebbe aiutarci a sentire nuovamente vicino a noi, questo amico segreto che ci sprona, ci porta ad avere un certo carattere per creare il nostro destino.

Con la teoria della Ghianda Hillman ci invita ad avere un'idea della vita non più lineare, con un inizio ed un arrivo.
Ma suggerisce che in noi ci sia già tutto il disegno, tutta la creazione, come la ghianda appunto.
Questo non significa che la strada sia già disegnata e che qualunque cosa si faccia è inutile evitare il proprio destino.
Qui si mette in luce il "come" uno vive.
Ciascuno di noi è unico.
E non può ignorare la presenza dell'anima che per crescere deve discendere da un altro luogo fino a noi.
La nostra crescita non è una linea retta. Ma si muove come in cerchio, oscilla, resta ferma, torna indietro, si ripete, diventa altro. Si cade e si ricomincia in un continuo balletto, una danza.
La parola greca per ghianda è balanos.
Deriva dal tema del verbo ballo, gettare - lanciare.
Vivere è anche un lasciarsi cadere.
Non è semplice, ma bisogna trovare il modo migliore per far vivere al meglio la nostra anima.

p.s. A proposito di balli: ogni tanto la terra trema. E penso: "L'abbiamo scampata anche questa volta."

domenica 26 marzo 2023

Ora Legale

Io esisto come sono, questo è abbastanza, se nessun altro al mondo ne fosse a conoscenza, sarei contento, e se tutti ne fossero a conoscenza, sarei contento.”
(Walt Whitman)

Continua questa pratica barbara dell'ora legale.
E in questo periodo in cui mi interrogo sul senso dell'esistenza, sulla realtà della mia esistenza trovo un verso di Walt Whitman (di cui oggi ricorre l'anniversario della scomparsa) che sembra quasi volermi consolare.
Ma se esisto come sono, che cosa mi è successo alle tre di questa notte?
Perché in un battito di ciglia erano le quattro?
Solo un trucco sociale? Una convenzione e basta?
Forse siamo tutti morti e resuscitati dopo un'ora, ma non ne abbiamo coscienza.

sabato 25 marzo 2023

Dantedì

Orribil furon li peccati miei;
ma la bontà infinita ha sì gran braccia,
che prende ciò che si rivolge a lei.


Il 25 Marzo secondo gli studiosi, Dante iniziò il suo viaggio verso l'Inferno.
Immagino il mondo fermarsi e contemplare il genio del Sommo Poeta.
Tutti i potenti del mondo contemplano Minosse. Spaventati confessano i loro peccati. Mettono a nudo la loro anima. Uditi i peccati Minosse arrotola la sua coda di serpente di tante spire quanti sono i cerchi di destinazione per le anime dannate.
Immagino gli innamorati tremare davanti al potere dell'Amore di Paolo e Francesca.

Amor, ch’al cor gentil ratto s’apprende,
prese costui de la bella persona
che mi fu tolta; e ‘l modo ancor m’offende.

Immagino gli Ulisse del mondo, i falsi consiglieri, tutti coloro che schiacciano gli altri per arrivare al proprio scopo.
Immagino tutti i miti di cuore chiedersi se le porte del Paradiso si apriranno mai per loro.

Non sono nessuno per continuare a parlare del Sommo. E quindi preferisco fermarmi.
Anche perché il mio viaggio verso l'Inferno è iniziato tempo fa e non ho una guida che mi aiuti ad uscire.
Sono sempre bloccata in quell'idea che se nessuno mi ama non esisto.
Come se quello sguardo, quell'unico sguardo mi desse vita.
E allora...mi sono crogiolata in questo stupido pensiero: magari è accaduto che per un istante, lo sguardo di uno sconosciuto mi abbia regalato un volto, mi abbia ritagliato su uno sfondo sfumato e lontano.
E per merito del ricordo di quello sconosciuto vivo e sono unica anch'io.
Oggi mi regalo questa immagine. Un istante di esistenza.
Per il resto la vita si prende gioco di me.
Una mia amica mi ha mandato la foto di un panorama.
Non uno qualsiasi. Proprio quello di Persona.
Forse si sono anche incontrati.
Ma perché per me non c'è niente? Solo tristezza e malcontento.
Nostalgia per qualcosa che non ho vissuto.
Attesa della morte.
Sono triste.

giovedì 23 marzo 2023

L'Identità - Milan Kundera

Contro i sentimenti siamo disarmati,
poiché esistono e basta - e sfuggono a qualunque censura.
Possiamo rimproverarci un gesto, una frase, ma non un sentimento:
su di esso non abbiamo alcun potere.


Caro Blog,
questo che ho letto è uno degli ultimi libri scritto da quel grande genio che è Milan Kundera.
E tratta un argomento incredibilmente complesso: l'identità. E lo fa alla Milan Kundera.
Questo romanzo è perfetto: non troppo lungo, non troppo breve, i suoi personaggi alternano il loro punto di vista senza che l'uno prenda il sopravvento sull'altra, combacia tutto alla perfezione e il finale è brillante.
Quante volte guardandoci allo specchio ci siamo chiesti: chi sono io? Come mi vede l'altro? Esisto perché l'altro mi vede, o mi vede perché esisto? Sono quello che esprimo o quello che tengo chiuso nel mio cuore? Sono sempre la stessa persona con sbalzi d'umore o sono vera solo quando spengo la luce e mi addormento?

Cos'è la nostra identità? Un nome scritto su un documento?
E quando qualcuno smette di amarci, smette di vederci come ci vedeva una volta, cosa diventiamo?
Mentre cercano di rispondere a queste domande Chantal e Jean-Marc vivono.
Forse è questo il punto: continuare a vivere malgrado le mille domande e le crisi che investono ogni giorno le nostre esistenze.
Nel momento in cui perdiamo il nostro essere, perdiamo tutto il resto.
Distogliamo lo sguardo dall'amore e da ciò che ci fa stare bene.
E perdiamo noi stessi.
A volte pensiamo di essere destinati ad occupare una certa posizione nel mondo. Il baratro o il centro poco conta. Siamo quello che viviamo.
Ma esistiamo come specchi per gli altri e viceversa.
Forse da soli non solo non ha senso esistere, ma non ha senso nemmeno l'esistenza.

Dai, che cos'è che ti rende triste in questo momento?
Ho immaginato che tu eri un'altra.
In che senso?
Che eri diversa da come ti immagino io. Che mi ero ingannato sulla tua identità.

A volte mi chiedo se la vita non sia tutta un sogno di qualcuno che ha mangiato troppo pesante...




mercoledì 22 marzo 2023

Si dovrebbe, almeno ogni giorno, ascoltare qualche canzone, leggere una bella poesia, vedere un bel quadro, e, se possibile, dire qualche parola ragionevole.
(Goethe)

Moriva oggi Johann Wolfgang von Goethe poeta, drammaturgo, romanziere, ma anche musicista e filosofo naturalista, di origine tedesca.
A lui dobbiamo l'invenzione del Weltliteratur cioè della letteratura mondiale.
Il concetto in sé era già noto ed espresso da altri autori come il francese Voltaire, il nostro Giovanbattista Vico e da von Leibniz.
Ma a Goethe dobbiamo l'invenzione della parola e da profondo conoscitore delle opere letterarie e delle culture di diversi paesi europei e non, fu il primo a teorizzare il comune denominatore presente in tutte le opere.
Come se, indipendentemente dai tempi e dalla cultura di provenienza, tutti fossero guidati ad esprimere valori universali nelle proprie opere.
Quasi un codice comune che fosse presente nelle opere perché esso stesso è un'opera letteraria.

Ho iniziato un nuovo libro.
Parla di una specie di teoria della Ghianda.
Ma non ti voglio anticipare nulla.
Stamattina brillava il sole, almeno in cielo.
Nel mio cuore è buio pesto.

lunedì 20 marzo 2023

Primavera

 È Primavera,
svegliatevi bambini...

Caro Blog,
oggi è ufficialmente iniziata la Primavera.
Siamo entrati con l'Equinozio in quel periodo dell'anno in cui la Luce raccoglie le sue energie per darle di santa ragione alle Tenebre!
Io mi sento sempre bene in questo tempo.
Magari il mio umore è altalenante, ho la morte nel cuore ma per qualche settimana mi sembra tutto così irrilevante che splendo senza ritegno.
La natura, invece, non è ancora pronta.
Non ho visto boccioli stropicciarsi ai primi raggi di sole.
Ma ho già notato tantissime farfalle.

Questo è il periodo in cui mi soffermo a pensare alla perfezione del pianeta Terra.
Un'inclinazione di 23° 27' e abbiamo la magia delle quattro stagioni.
10 secondi accumulati ogni anno sidèreo ed ecco che la Primavera non si verifica ogni anno lo stesso giorno.
Ci sembra in anticipo e ci ha trovati tutti impreparati!
Stamattina avevo freddo, nel pomeriggio ha piovuto un po'. Ma non importa. La promessa è nell'aria.
Ed io aspetto che la Primavera si faccia più ardita e si prenda il suo spazio e il suo tempo.

Benvenuta Primavera.

p.s. Ho fotografato queste violette e mi sono ricordata di quanto siano state antipatiche con Alice, quando lei capitò per caso nel loro giardino e... ho riso come una scema.

domenica 19 marzo 2023

Festa del Papà

 Quando ero bambina, il vecchio Don durante la predica della domenica, ci parlava sovente della grandezza di San Giuseppe e dell'ingiustizia che si compiva nei suoi confronti, quando per schernirlo dicevamo "peppino" a qualcuno che si era comportato in modo per noi "da fesso" (tontolone, sciocco).
Infatti tra i diminutivi del nome Giuseppe compare, insieme con Pino e Beppe, proprio Peppino.
Ricordo che riusciva, il Don, a farmi sentire in colpa.
E sinceramente non ricordo di aver insultato alcuno definendolo "peppino".
Sono passata direttamente alle parolacce. Ma detto tra di noi, non credo fosse quello l'intento del mio adorato Don. 

Crescendo si perde molto del fascino e della bellezza di quelle prime domeniche al profumo di primavera.
Niente più appuntamento con Gesù delle ore 9.30.
Niente più caffè tutti insieme dopo la celebrazione per un momento di condivisione comunitaria.
Ricordo il profumo della moka che si spargeva per i locali dell'oratorio e noi bambini indaffarati in improbabili esplorazioni o partite a biliardino (calciobalilla), mentre gli adulti sorseggiavano caffè, si scambiavano commenti sulla settimana trascorsa, scherzavano con Don e qualcuno già lavava le prime tazzine vuotate e i cucchiaini.
Una famiglia nella famiglia.

Oggi mi sento sempre più priva della protezione del passato.
Nuda.
Senza quella fede che mi faceva sperare, pensare, desiderare un mondo migliore.
Sono stata fortunata. Ho avuto una prima parte di vita meravigliosa. Idilliaca.
E questo tempo attuale mi trova indifesa e attaccata a ciò che più amo.
Sembro una di quelle bestioline descritte da Durrell, che malgrado la loro debolezza fisica, hanno un atteggiamento aggressivo e non mollano un cm del proprio territorio, nemmeno di fronte a nemici/predatori più grandi.

Ecco perché oggi, caro Papino non ti mollo!
Non mi importa niente di vedere il mondo, di stare con altre persone...
Oggi dovevo stare con te.
E forse non lo sai quanto ti voglio bene.
Ma è proprio così, senza retorica: ti voglio bene Papà, sei il mio eroe.
Sei colui che ancora oggi è un esempio da seguire.
Sei saldo.
Sei un uomo buono, onesto e generoso. Ma non fai rumore. Nessun clamore. Tu agisci, non parli.
L'unico rumore che fai è quello nel mio cuore. Che sobbalza appena ti vede.
Ti riconosco tra milioni di persone e a distanze siderali. Sei il mio papino unico e solo!

Da bambina mi leggevi le storie, adoravo farmi firmare gli avvisi/comunicazioni scolastiche da te, perché ero innamorata anche della tua firma. E non era domenica se non andavamo, la mia manina nella tua, a far visita ai nonnini e ai bambini che riposano nel cimitero.
Mi piaceva prenderti le sigarette e portartele dopo pranzo. E quando hai smesso, ho imparato a fare il caffè.
Non mi hai insegnato ad andare in bici, ma ero felice di mostrarti i miei successi.
A scuola non mi hai mai chiesto nulla. Ma ogni voto per te era un successo. 
Oggi prendiamo le tisane insieme, con pazienza mi aiuti a fare il nodo alla cravatta, commentiamo i risultati sportivi e le oscillazioni del prezzo della benzina.
Se c'è un problema cerchiamo di risolverlo insieme.
E se possibile evitiamo dispiaceri a mamma. Sei la sua roccia. Lei senza di te non vivrebbe. Ed io con voi.
Grazie Papà per ogni minuto che trascorriamo insieme, anche in silenzio. Io a leggere, tu a verificare qualche teoria fisica o qualche email.
Grazie Papà per essere tornato indietro quando sono stata male. Per avermi accompagnato nelle visite mediche. Per avermi detto "Hai fatto bene!" quando ti ho confessato che avevo chiuso la mia relazione con A.
Grazie per quelle volte che dici "Ma com'è possibile?", alludendo al fatto che non ci sia nessuno nella mia vita. 
Grazie per esserti fidato di me, in questo periodo così difficile.
Per esserti appoggiato a me, per una volta. Per avermi fatto sentire importante.

Non te l'ho mai detto, ma sei bellissimo Papino mio!
Sei meraviglioso. Un padre eccezionale.
Mi hai sempre protetto, mai soffocato.
Quando sono con te sono al sicuro. 
Grazie per non avermi mai detto che sono una principessa, ma per avermi insegnato come fare un collegamento in serie, come cambiare un tubo che perde, come usare il tester.

Sono infinite la ragioni che mi fanno sentire fortunata.
Sei proprio come San Giuseppe. Silenzioso e protettivo.
Grazie Papà, anche per i tuoi silenzi difficili da capire.
Mi hanno insegnato lentamente, ad accettare le cose che non conosco e a rispettare i momenti "no" degli altri.

Ti voglio bene Papà.
Alla vita chiedo di festeggiare ancora tantissimi altri 19 Marzo insieme.
Quando sei triste, ho paura di non saperti stare accanto.
Lo so che il tempo passa, e ti indebolisce.
Lo vedo sul mio corpo, lo immagino sul tuo.
Ma non crucciarti. Sei sempre l'uomo forte e cortese dei miei ricordi.
Il mio unico e vero Principe delle favole.
Tutte le figlie sono innamorate del proprio padre, dicono.
Eppure tra me e te c'è sempre stato un certo pudore nell'esprimere sentimenti.
Ecco perché non abbiamo bisogno di dirci niente.
Parla la nostra presenza.
Non sono una figlia facile Papino mio, e ti chiedo scusa per questo. 
Ma non stancarti mai di volermi bene, almeno tu.

sabato 18 marzo 2023

La mia famiglia e gli altri animali - Gerald Durrell

Questa è la storia dei cinque anni che ho trascorso a Corfù.
In origine doveva essere un resoconto blandamente nostalgico della storia naturale dell'isola, ma ho commesso il grave errore di infilare la mia famiglia nel primo capitolo del libro.


Caro Blog,
lo so che passo il 99% del mio tempo a dire sciocchezze, ma nel tempo che mi resta leggo e devo riconoscere che i miei gusti si stanno raffinando.
Quello appena finito è un libro che devi leggere anche tu, è d'obbligo!
La mia famiglia e altri animali, non è un romanzo. Troppo riduttivo chiamarlo così. Direi che è una lente di ingrandimento sul mondo invisibile dei sentimenti.
Definito "autobiografico" questo libro porta con sé un carico di umanità, natura e umorismo che potrebbe salvare l'universo intero.
Mi sarebbe piaciuto essere come la mamma di Durrell, che con calma e con un "caro-cara" per tutti riesce a gestire una famiglia irrequieta ed eccentrica. E quando dico "famiglia" includo tutti: esseri bipedi, quadrupedi, con ali, squame e veleno...
Ma chi era questo inusuale scrittore?
Gerald Durrell era un famoso e brillante naturalista britannico. Quando era ancora bambino, si trasferì nell'isola di Corfù con tutta la sua multicolorata famiglia. E qui trascorsero cinque anni. Cinque anni sull'isola di Corfù per me è un sogno. E Durrell me lo racconta in modo magistrale.
Lo stile è dello scienziato naturalista nei momenti in cui ci viene presentato il paesaggio e tutto il suo microcosmo fatto di insetti e animali.
Ma quando incontriamo la famiglia Durrell al completo e gli abitanti dell'isola greca, ecco che lo stile cambia. Diventa ironico e brillante e non si può non affezionarsi e innamorarsi di ogni situazione.
Mi sono divertita tanto. E mi sono anche emozionata. Le lacrime finali di Spiro erano le mie.
Conosco bene la Grecia. Non come turista. Ma direi quasi come una che sa di dovere molto a questa antica nazione. I miei studi, il mio modo di pensare sono stati forgiati guardando al suo cielo azzurro. La mia testa è piena delle sue leggende. E mi ritrovo spesso a ricercare nelle parole che uso una radice che possa riportarmi al mondo classico.
Quando sono stata in Grecia non l'ho visitata, l'ho vissuta, respirata.
Le descrizioni di Durrell mi ci hanno proprio trasportato, mi è sembrato di assistere ai dialoghi, di essere presente in alcuni momenti, in alcuni luoghi.

Questo libro entra di diritto tra i miei preferiti.
Non leggevo con tanta passione e gusto da un po'.
Non volevo finisse mai.
Mi sono proprio affezionata alla famiglia. Che è diventata un po' la mia.

Ora passerò giorni di cupa tristezza. Lo so. Ma passerà...

Aspettando la primavera:
Non era una primavera restia quella: ne vibrava tutta l'isola, come se fosse squillato un grande accordo sonoro.
Tutto e tutti l'avevano sentito e gli rispondevano.
La si vedeva nella luminosità dei petali, nel bagliore delle ali degli uccelli e nello scintillio dei liquidi occhi scuri delle contadine.

venerdì 17 marzo 2023

Unità d'Italia

...resta ancora da fare gli italiani.
Però dai...buone notizie: probabilmente si farà prima il ponte sullo stretto.
Non so se ridere o piangere.

La cosa che veramente mi fa sorridere è pensare che oggi si festeggia San Patrizio.
C'è un legame.
Immagina persone che festeggiano con fiumi di birra e poi decidono di approvare i lavori sullo stretto.
C'è un collegamento evidente.

Sempre peggio... sempre.

mercoledì 15 marzo 2023

Howard Phillips Lovecraft

Gli uomini di più ampio intelletto sanno che non c'è netta distinzione tra il reale e l'irreale,
che le cose appaiono come sembrano
solo in virtù dei delicati strumenti fisici e mentali
attraverso cui le percepiamo.


Buonasera caro Blog.
Oggi voglio ricordare con te lo scrittore statunitense Howard P. Lovecraft.
Insieme con Edgar A. Poe è riconosciuto come uno dei primi scrittori del genere horror.
Nonché il primo a creare quello fantascientifico angloamericano.
In realtà le sue opere possono essere ascritte ad un genere totalmente nuovo, un particolare aspetto del fantasy: il new weird. Uno nuovo strano genere che mescola ad elementi fantasy, elementi fantascientifici ed horror, in quantità e modalità diverse.
Quando penso a Lovecraft non posso non rabbrividire.
Il richiamo di Cthulhu ha lasciato una traccia dentro di me, una vibrazione, la cui eco non si è mai estinta definitivamente.
Non ho mai smesso di chiedermi se avessi letto il delirio di un folle, il resoconto di fatti realmente accaduti o un bellissimo racconto dark fantasy!
Ma forse la forza degli scritti di Lovecraft sta proprio nella commistione di tutte queste sensazioni, nel turbinio di emozioni che scatena in chi legge.
I suoi detrattori lo accusarono di avere uno stile obsoleto, un linguaggio antico e superato.
Ma credo sia quello che invece mi piace dei suoi scritti.
Per me era geniale. O malato. O entrambe le cose.
Fatto sta che le sue opere traggono ispirazione dal suo mondo onirico.
E i suoi personaggi perdono sanità mentale una volta che hanno raggiunta la conoscenza.
Come dar loro torto?
"Beata ignoranza." - chiosavano gli anziani di una volta. E non a torto. "Chi sa di non sapere" è sulla strada giusta per imparare. Ma è una strada solitaria e irta di pericoli.
Il prezzo da pagare è sempre molto alto.

martedì 14 marzo 2023

Pi greco 3,1415

περιφέρεια (perifereia), circonferenza in greco


Ecco una cosa bella importata dall'America: il Pi Day.
Gli americani scrivono le date inserendo prima il numero corrispondente al mese e poi il giorno.
Pertanto il "14 marzo" lo indicano come 3.14 che corrisponde proprio al valore delle prime cifre del Pi Greco. Il Pi greco infatti, si sviluppa dopo la virgola per altre "non si sa" cifre. I super computer moderni sono arrivati a calcolarne trilioni. E non sembra esserci una ripetitività, uno schema noti. Cifre caotiche di importanza universale!
E allora diciamolo: celebrare l'importanza della matematica nella vita di tutti i giorni è doveroso! E in un certo senso si spera di rendere omaggio e di rendere più accattivante una materia sempre demonizzata e ridotta ad un "tanto questo non mi servirà mai nella vita" detto dalla maggior parte degli studenti.

Ma che cos'è il π?
È una costante matematica particolare, infatti ha una lunghezza infinita e non periodica, cioè non si ripete mai, e definisce il rapporto tra la circonferenza e il diametro di un cerchio.
Sì, lo so cosa stai pensando: "E quindi?".
Ma come?
Immagina il pendolo ok? Il suo periodo di oscillazione è proporzionale a π, sempre da π dipendono la forza di Coulomb tra due cariche elettriche e il principio di indeterminazione di Heisenberg.
Quando una corda, o un'onda, vibra il pi greco è lì pronto a condizionare l'oscillazione.
L'onda in questione può essere elettromagnetica, può essere quella emessa da uno strumento musicale, sismica o anche qualcosa che si "propaga": un profumo-una nube tossica nell'aria, un virus stagionale.

Riesci a intravedere le implicazioni in campo medico, demografico, industriale, finanziario?
Lo studio della campana di Gauss, ovvero la distribuzione gaussiana, ha un ruolo importantissimo in statistica e quindi in tutte le scienze naturali e sociali e -indovina?- dipende in modo decisivo dal pi greco.

Ecco perché l'approssimazione delle cifre decimali è molto importante.
A seconda dei calcoli che facciamo possiamo scegliere quali cifre mantenere e di quanto approssimare.
A scuola ci basteranno le prime: 3,1415. Per ricordarle allora ci verrà in mente la data del Pi day 3(marzo)/14 e l'orario di inizio dei festeggiamenti 15.

A me quello che piace del Pi Greco è l'aver dimostrato l'impossibilità di inscrivere una circonferenza in un quadrato di pari area.
La famosa "quadratura del cerchio" è impossibile. E da un punto di vista esoterico quando avverrà, vorrà dire che "tutto è compiuto". E il mondo materiale (quadrato) e quello spirituale (cerchio) diventeranno una cosa sola.


lunedì 13 marzo 2023

Il Cacciatore di Draghi - JRR Tolkien

Aegidus de Hammo era un uomo che viveva nel bel mezzo dell’isola della Britannia.
Il suo nome completo era Aegidus Ahenobarbus Julius Agricola de Hammo, perché in quell’epoca, molto tempo fa, quando quest’isola era ancora felicemente divisa in molti regni, le persone erano dotate di nomi altisonanti.
Allora c’era più tempo, e c’era meno gente…


Caro Blog,
ogni tanto è bene ricordarsi che nel nostro cuore alberga un bambino che va accudito e coccolato.
Ecco perché cerco sempre di non dimenticare di inserire, tra le mie letture, i racconti.
Grande però il mio stupore nel leggere che questa non è una storia per bambini, e infatti non stiamo leggendo qualcosa di simile allo Hobbit. Ci sentiamo quasi alle prese con la Chanson de Roland.
Questo breve racconto nasce da un momento di raccoglimento familiare, ma il Professore lo scrisse e lo presentò ad un pubblico di adulti letterati. E se i dubbi dell'editore furono parecchi, dobbiamo ammettere che quello dei lettori che amano Tolkien non esistono.

La famiglia Tolkien è alle prese con un piacevole picnic. Si mangia, si respira l'aria pulita della campagna inglese. All'improvviso un acquazzone costringe tutti a scappare e a rifugiarsi in attesa che spiova. Per fortuna c'è Papà Tolkien con loro. Che inizia a raccontare una storia simpatica e allegra.
L'idea del contadino amante delle sue abitudini, costretto dalle circostanze a dar la caccia a un drago rimane nella mente dello scrittore. Che decide di metterla per iscritto.
Naturalmente subirà rimaneggiamenti e nella formula scritta sarà più pulita e ordinata. Perfino la cavalla avrà un nome. E non mancheranno le battute sagaci e divertenti.
Inoltre Tolkien ci racconta che la sua storia ha come fonte un’antica cronaca in Latino contenente il resoconto delle origini del Piccolo Regno.
Così facendo non ha bisogno di specificare coordinate temporali o spaziali: siamo in un mondo metastorico. L'atmosfera è quello della fiaba ma non è privo di dettagli moderni.
Così giganti e draghi convivono con schioppi e preti senza che nessun elemento stoni con l'altro.
Sembra di avere a che fare con un Don Chisciotte dall'animo Baggins!

La comparsa sulla scena di una spada magica e la presenza di nobili, beh quasi nobili, cavalieri ci riporta alle canzoni medioevali, ai tempi dei cavalieri erranti, al mito di re Artù ma...senza la stessa epicità, ma con una buona dose di sorrisi.
Un re in verità c'è, ma nulla a che vedere con le gesta di Carlo Magno.

Allora era proprio una schioppettata – disse quello, grattandosi la testa. – Pensare che l’avevo presa per un tafano! 

Un libro diverso da quello che ci si può aspettare da Tolkien, ma a me è piaciuto.
I draghi sono sempre i soliti! Mai fidarsi di un drago! Mai!
Inoltre il testo è arricchito dalle illustrazioni di Pauline Baynes che come disse Tolkien:

Sono molto più che illustrazioni, sono un'esposizione parallela del tema. Le ho mostrate ai miei amici, e il loro educato commento è stato che riducono il mio testo a una didascalia dei disegni.

Che cosa sarebbe stato il mondo senza i fregi del Partenone, i racconti della colonna Traiana, il racconto sull'arazzo di Bayeux, l'Ultima Cena di Leonardo...
Non sono semplici immagini. Sono opere d'arte che si sono intrecciate con la nostra vita e la nostra storia umana. E se un album di vecchie foto aiuta a riconoscerci nei tratti dei nostri nonni bambini, dei genitori, le illustrazioni di un libro aiutano a riconoscere personaggi che diventano unici nel loro modo di vestire e nella posa assunta, amici che non dimenticheremo più e che continueranno a vivere nei nostri sogni.

domenica 12 marzo 2023

venerdì 10 marzo 2023

21 lezioni per il XXI secolo - Yuval Noah Harari

 nessun dio e nessuna legge della natura
ci protegge dalla stupidità umana.


Caro Blog,
ho finito questo bel saggio un po' di tempo fa ma per parlarti di lui avevo bisogno di tempo per riordinare le idee.
A differenza dei romanzi per parlarti di un saggio non mi basta il cuore.
E questo testo merita tutta la mia lucidità.
Innanzitutto l'ho comprato per caso grazie ad una promozione Bompiani 1+1.
Solitamente acquisto titoli di autori che conosco, ma 'sta volta la scelta era un po' ristretta per me. Avevo già letto molti dei titoli presenti. Però non volevo farmi scappare questa ghiotta opportunità di portarmi due libri a casa, per soli 9.90 euro.
Lo avevo adocchiato tempo fa, ma ho perso troppo tempo per comprarlo. Infatti l'autore ci parla dal 2018. E a me è sembrato un tempo remoto. Non era scoppiata la pandemia, Trump era il presidente degli Stati Uniti. La guerra in Ucraina era ferma all'invasione del 2014, con protagonista la Crimea, e l'autore riteneva inverosimile un attacco russo più esteso. (Eppure se sostituisci "Crimea" con "Polonia", la tua mente dovrebbe ricordare qualcosa.)
Ma non si può biasimare, sembra e sembra ancora, una follia disgustosa. Ma ahimè è tutto vero. 

Per fortuna i libri non hanno scadenza, e le 21 lezioni sono sempre molto utili e ci portano inevitabilmente a riflettere sulla nostra situazione come esseri umani e la direzione che abbiamo preso come società mondiale.
Spesso assomigliamo a delle scimmie urlanti, ma dopo aver letto questo testo mi rendo conto di quanto siano all'avanguardia e migliori le società di questi primati, se paragonate alle nostre.
Con il professor Harari, storico e scrittore irlandese, iniziamo questo viaggio all'interno della società e di noi stessi, nella speranza di rianimare (letteralmente) il dialogo su quello che è il nostro prossimo avvenire.
L'orizzonte infatti è la società del 2050.
Cinicamente me ne sono già tirata fuori. Ma da essere umano non posso rimanere indifferente a quello che sarà dell'umanità nel suo complesso. Avverto una parte di responsabilità e doveri da assolvere.

Il libro è diviso in cinque macro temi, ognuno dei quali si prefissa di stimolare un dibattito personale e non solo su diversi capitoli, per un totale di 21 lezioni.

A) La sfida tecnologica.
È questa la parte che mi ha incuriosito maggiormente.
In un mondo come il nostro la vera censura non è togliere informazioni, ma sommergerci di queste. A tal punto che se non sviluppiamo un certo senso critico, se non studiamo e se non pensiamo, affoghiamo tra false notizie e presunte tali. La verità si allontana da noi e non siamo più in grado di riconoscerla.

Lezione 1. Delusione.
Eliminando le dittature comuniste e fasciste, pensavamo di aver raggiunto la felicità con una politica liberale.
Ma abbiamo perso i valori iniziali che ci hanno permesso di conquistarla, e oggi non crediamo più in essi.
Preferiamo narrazioni più facili, più vicini al nostro mondo.

Lezione 2. Lavoro.
La lezione più dolorosa. Siamo alle prese con una nuova rivoluzione tecnologica di cui non comprendiamo la portata: l’intelligenza artificiale.
Più invasiva dell'automazione delle macchine della Rivoluzione Industriale, l'IA che non comprendiamo sta sostituendo gli esseri umani.
E se da un lato a scapito di alcune professioni, ne nasceranno altre, è altresì vero che ci sarà una classe di persone che non saranno in grado di mantenere il ritmo della trasformazione, non sapranno "rivendersi" continuamente nel mondo del lavoro e andranno a rimpolpare le fila della "classe inutile" con disagi sociali di importante impatto. (Ne so qualcosa.)

Lezione 3. Libertà.
Non siamo realmente consapevoli dell'importanza delle nostre emozioni, dei nostri gusti, delle nostre scelte. C'è qualcuno invece, che avidamente ci osserva, elabora algoritmi e prende decisioni al nostro posto.
Un esempio banale: affidiamo a Google la decisione di selezionare per noi i link più...
Già, "più" cosa? Più importanti? Più belli? Più bravi?
Non lo sappiamo, non ci interroghiamo nemmeno su quel "più". Ma ciecamente consultiamo i link presenti nella prima pagina dei suggerimenti.
 Ecco perché rischiamo una dittatura digitale. Non macchine combattenti che ci vogliono sterminare. Peggio: macchine calcolatrici che scelgono per noi che libri leggere, che musica ascoltare, cosa indossare, quale cibo mangiare, qual è il canone di bellezza da seguire, chi amare, chi votare.
Serve aggiungere altro?

Lezione 4.Uguaglianza.
Lo so che detta così fa paura, ma un simile potere nelle mani sbagliate ci ridurrà ad un mondo di persone tutte uguali gestite da un gruppo ristretto di super-potenti.


B) La sfida politica.
A livello mondiale se penso agli elementi che rappresentano la classe politica inorridisco.
Ma Harari ci spinge a riflettere su interessanti situazioni attualissime e che non si può più ignorare.

5. Comunità.
Siamo sempre connessi e pensiamo di essere circondati da amici virtuali, che chiamiamo "follower". Abbiamo avuto il buongusto di non chiamarli "friend". Ma nei fatti c'è molta confusione. Forse sarebbe bello se i social avessero un orario di apertura/chiusura. In questo modo inizieremmo a comprendere l'abuso e la confusione nella quale stiamo vivendo.

6. Civilizzazione.
 Una cosa positiva è che finalmente le razze non esistono più; andrebbero eliminati i razzisti ma è un'altra storia.
Quello che è evidente è che le sfumature tra persone che vivono in diversi continenti, sono decisamente poche. (E qui mi vengono in mente le descrizioni di Terzani.)
Questa piallatura ha naturalmente dei risvolti in termini di identità.

7. Nazionalismo.
 E se continuiamo a riconoscerci e stringerci sotto un pezzo di stoffa, dobbiamo ammettere che le nostre azioni/reazioni sono interconnesse a livello globale.
E i problemi del mondo appartengono a tutti. Le alluvioni, le piogge torrenziali, la siccità, gli incendi e la connessa perdita di superficie boscosa sono problemi che riguardano tutti.

8. Religione.
In questo mercato colorato e urlante in cui si è trasformato il nostro pianeta. le religioni rimangono ancorate e ferme nelle proprie tradizioni.
Dividono e fanno morti, riscaldano i cuori e accomunano genti che non sempre comprendono ciò che viene loro detto. E lo dimostra la sempre crescente violenza e avidità umana.

9. Immigrazione. 
Questa è una lezione molto importante.
Nessuno si propone di risolvere una questione così importante. Ma forse si potrebbe pensare ad un accoglienza responsabile da parte di chi accoglie e chi viene accolto. L'immigrato che  abbandona la propria cultura d’origine, sembra più facile da accogliere. Ci si sta spostando dal razzismo al "culturismo". 
Bisogna prenderne atto. Studiare per poter comprendere.

Mi sto allungando molto cercherò di essere più sintetica:

C) Disperazione e speranza
Il quadro non è roseo, ma non c'è da disperare.
Bisogna rimanere saldi ai valori laici senza lasciarsi ingannare dalla facilità di alcuni messaggi.
Siamo noi a doverci costruire. Non dobbiamo accettare i vestiti che ci vengono forniti.
La libertà, la compassione, l'uguaglianza, la verità, la responsabilità, il coraggio: in questo bisogna credere, questo bisogna costruire.

10. Terrorismo.
Fa più rumore del dovuto. Questa la sua forza: far paura pur essendo poca roba. Uccide più una alluvione di una bomba terroristica. Unica eccezione l'attentato dell'11 settembre. Non dobbiamo cedere alla paura. Dobbiamo riconoscere le ombre e le reali dimensioni del corpo che le proietta.

11. Guerra.
C'è sempre qualcuno pronto a fare a gara a chi ha la "bomba più grossa". Mai sottovalutare la stupidità umana e la sua arroganza. E la mancanza di memoria. Ecco cosa sta accadendo in Palestina, in Ucraina, in Siria e in tantissime parti del mondo. 

12. Umiltà.
Sembra banale ma dovremmo ridimensionarci tutti. Siamo un'unica gente. Inutile sentirsi superiori agli altri. Nessuno lo è.

13. Dio.
Non è pregando o credendo in un dio qualsiasi che si diventa automaticamente migliori. Non si riceve una patente di eticità aderendo ad una fede religiosa. E lo abbiamo visto anche nel passato. Bruciare le streghe, le crociate, le guerre sante hanno portato stragi e violenza. Che c'è di eccelso in questo?

14. Laicità.
Sembra la strada da perseguire. Ma sempre con rispetto e attenzione.


D) La verità
Abbiamo un cervello usiamolo!

15. Ignoranza.
Siamo la prima società ad avere accesso illimitato e perpetuo a biblioteche, ricerche scientifiche e studi vari. Eppure la fonte preferita rimane "mio cugino su Facebook".
Direi che su questo c'è molto da riflettere.

16. Giustizia. 
Non è una dea bendata. Si basa su leggi scritte e sulla valutazione degli eventi.
Altrimenti sarebbero opinioni.

17. Post-verità. 
Inizialmente potere e verità possono sembrarci vicine, ma ad un certo punto il potere prenderà una strada diversa e vorrà crearsi una verità tutta sua. Per questo bisogna essere vigili.

18. Fantascienza. 
Questa lezione mi è piaciuta moltissimo. Si analizzano perfino delle scene di film Disney e dei libri per aiutarci a capire che certi panorami non sono così impossibili come sembrano.
Non voglio essere un burattino.
Voglio essere una persona che riflette. Con una coscienza ben distinta dall'intelligenza.
Voglio essere un io pensante ed un io che sente.


E) La resilienza
Siamo alla fine del viaggio. Qui inizia a comparire un barlume di speranza.
Non c'è un insegnamento o una linea da seguire. Ma c'è un invito. 
Il mondo è cambiato e non è più quello che ci ha raccontato il fascismo o il comunismo, o la religione. Dobbiamo comprendere che ci sono nuove narrazioni che stanno cercando di affermarsi. Ma non è detto che ve ne sia una valida. E magari non ve ne sarà mai.
Non lo sappiamo e allora:

19. Istruzione.
Evolviamoci. Non possiamo accontentarci di un sistema nozionistico di istruzione. Dobbiamo fornire strumenti diversi. Aiutare alla riflessione, alla consapevolezza, al pensiero libero.
Non è facile. Ma dobbiamo provarci. Oggi possiamo contare su una sorta di conoscenza collettiva. Sappiamo meno di ciò che crediamo. Perché tanto basta controllare su Google ed ecco tutte le risposte. E allora impariamo a mettere insieme i pezzi. A riconoscere gli schemi del potere, del commercio. A comprendere cosa vogliamo fare della nostra vita, a comprendere chi siamo veramente.

20. Significato.
Nel momento in cui racconto un'esperienza, l'esperienza muta.
LA finzione non è così distante da noi. La rappresentazione della realtà non è essa stessa realtà.
Questo dobbiamo imparare a capire.
I sentimenti vanno vissuti. Una emoticon con un bacio, non è un bacio vero.

21. Meditazione. 
Possiamo scegliere.
Per il momento è ancora possibile.
Cerchiamo di non darlo per scontato e di rimanere vigili su questo e sul mondo che ci circonda.
Una lezione importantissima che mi ha aiutato a comprendere che accade a tutti di perdersi tra i propri pensieri e i mille impegni; ma che ci si può educare e cambiare.
Si parte da piccole cose, si impara a tenere a bada la mente.
Pensare solo al respiro che entra e che esce, per avere il controllo, per capire cosa è vero e cosa no.


Un bel libro.
Una lettura lenta e da accompagnare con cioccolato e meditazioni.
Ho scritto tanti appunti.
E sono sicura di non aver colto completamente il valore di ogni lezione.
Ma qualcosa mi ha lasciato dentro.
E allora lo inserisco tra i libri che mi hanno fatto crescere.

mercoledì 8 marzo 2023

Giornata internazionale della Donna

La differenza tra uomo e donna è epigenetica, ambientale. Il capitale cerebrale è lo stesso: in un caso è stato storicamente represso, nell'altro incoraggiato. Così pure tra popoli. È sempre un dato culturale.
(Rita Levi Montalcini)


Sarebbe bello se tutti gli slogan e le parole pronunciate oggi a favore delle donne, si trasformassero in fatti e realtà.
E lo dico per ogni donna sul pianeta.

Giornata come tante altre.
Ma non voglio parlare di letture o altro.
Ti voglio raccontare un episodio stupido, lo so, che mi è capitato oggi.
Ho commentato un post su IG. Ho commentato per i fatti miei, consapevole che il padrone del profilo non avrebbe mai replicato.
Uno di quei post in cui ti fanno domande, e a volte rispondi, altre mille no.
Al mio commento ho trovato uno che mi diceva "sfigata".
Di istinto stavo per rispondergli con una parolaccia.
Poi ho dato un'occhiata al profilo dell'elemento che mi aveva scritto.
Ho compreso letteralmente il soggetto e l'ho semplicemente bloccato e ignorato.
Però ho iniziato a riflettere sulle cose che scrivo.
Ed effettivamente sbaglio, perché sono sempre cose personali.
Anche qui. Credo di essere al sicuro ma non lo sono.
I miei pensieri, le mie emozioni, le mie esperienze sono alla mercé di chiunque, senza che io lo sappia.
Fortunatamente siamo un piccolo mondo. E nessuno ci ha mai importunato.
Ma se penso alle persone famose, a quelle che mettono anche le loro foto, le foto del proprio privato, inizio a comprendere che per farlo devono essere molto sicuri di sé e soprattutto devono avere delle spalle larghissime per sopportare-ignorare-lasciarsi scivolare tutto.
Persona me l'ha fatto capire in ogni modo che è sbagliato esporsi con cose personali.
Ma ammetto di essere vittima di me stessa e di non poterne fare a meno.
Oggi ho imparato una lezione in più: non commentare in modo personale.
Sono ammessi solo complimenti (a chi li merita).
Stop alle implicazioni personali.

Stanotte molte donne si staranno chiedendo cosa metteranno domani nei piatti dei propri figli;
molte staranno ripassando la presentazione;
ci saranno quelle intente a cullare il proprio neonato;
qualcuna starà sperando che "finisca il prima possibile";
tante staranno semplicemente dormendo;
ci saranno quelle in fuga, quelle in partenza, quelle in arrivo.
L'universo femminile è così variegato, colorato e pieno di energia che se ci si ferma a immaginarlo si rimane commossi da tanta bellezza.
Non sono una femminista, perché erroneamente penso che il mondo sia equo.
Ma sono innamorata delle donne e del loro multiverso.
Auguro a tutte di farcela, di superare i limiti del mondo e i limiti personali.
Auguro un domani senza lotte, senza dover dimostrare...
Auguro un domani in cui uscire senza aver paura dell'orario e della notte.
Auguro a tutte di poter vivere come accade agli uomini, con le stesse difficoltà, la stessa forza, gli stessi stipendi e riconoscimenti.

Buonanotte.

Per la componente femminile del genere umano è giunto il tempo di assumere un ruolo determinante nella gestione del pianeta.
La rotta imboccata dal genere umano sembra averci portato in un vicolo cieco di autodistruzione.
Le donne possono dare un forte contributo in questo momento critico.
(R.L. Montacini)

martedì 7 marzo 2023

Abbiamo due menti, una che pensa, l’altra che sente.
Queste due modalità della conoscenza, così fondamentalmente diverse, interagiscono per costruire la nostra vita mentale.
(Daniel Goleman)


Caro Blog,
inutile darsi pena: noi non siamo niente, la vita non ha senso, non è vero che abbiamo diritto ad una parte di felicità, non esiste alcun posto tutto per noi.
Sono tante le menzogne che ci raccontiamo e ci raccontano per mantenere una sorta di ordine pubblico generale. Inoltre servono consumatori. Non possiamo nemmeno essere tranquille amebe che aspettano la morte nel proprio letto.
Oggi mi sono chiesta se non fossi altro che l'incubo di qualcun altro.
Che si addormenta quando io vivo e si sveglia nel momento in cui io penso di dormire.
Dal mio punto di vista sarebbe una spiegazione accettabile e più plausibile di quella che mi vede protagonista ignaro di un fantomatico disegno immaginato da un Dio che non si mostra mai, cui piace fare il misterioso, che ogni tanto si adira contro l'uomo disubbidiente.
Prima o poi comprerò il libro di Goleman dal titolo "l'intelligenza emotiva".
Non sono sicura di guadagnarci in sanità mentale. Ma è dal 2018 che sogno di comprarlo.
Cos'è la mente?
Cos'è il cervello?
E la coscienza? 
L'anima esiste?
A che serve sapere? Non è meglio vivere nell'ignoranza, visto che il torturarsi non porta a niente?

domenica 5 marzo 2023

Lucio Dalla Battisti

 Nel mio cuor
nell'anima
c'è un prato verde che mai, nessuno mai ha calpestato nessuno
Se tu vorrai conoscerlo
cammina piano perché
Nel mio silenzio anche un sorriso può fare rumore.
(Lucio Battisti)

Caro Blog,
marzo è un mese speciale. Ieri avrebbe festeggiato il suo 80simo compleanno Lucio Dalla, oggi Lucio Battisti. 
Questi signori sono sicuramente tra i cantautori più grandi della musica italiana.
Lucio Battisti ha caratterizzato il panorama musicale a partire dagli anni '60.
Ed è morto troppo presto, nel 1998.
Lucio Dalla è stato con noi più a lungo ma, lo stesso, non abbastanza.
Erano due uomini eclettici ognuno a suo modo. Una sensibilità unica.
Dalla però amava stare tra la gente. Battisti era più schivo.
Ho trascorso il fine settimana ad ascoltare la loro musica.

Vorrei seguire ogni battito del mio cuore
Per capire cosa succede dentro e cos'è che lo muove
Da dove viene ogni tanto questo strano dolore
Vorrei capire insomma che cos'è l'amore
Dov'è che si prende, dov'è che si dà.
(Lucio Dalla)


Se avessi coraggio scapperei lontano e non mi farei più trovare.
Da nessuno. Soprattutto dall'Amore. Terrei tutti fuori.
La lezione l'ho imparata.

Persona ha sbagliato con me. Doveva lasciarmi stare.
Perché è vero: sono solo una bambina solitaria e tutto mi destabilizza, nel mio silenzio rimbomba tutto, anche un sorriso può fare rumore.
Purtroppo non ti dico niente... Purtroppo...
Te voglio bene assaje
ma tanto, tanto bene sai,
è una catena ormai
che scioglie il sangue dint'e vene sai.


Ultimo pensiero al piccolo Argo.
Manchi.

venerdì 3 marzo 2023

Kintsugi

In occidente quando una ciotola, una teiera o un vaso prezioso cadono e si frantumano,
ci si arrabbia e con enorme dispiacere si gettano via i cocci.
L’arte del kintsugi insegna, al contrario, a evidenziare le fratture,
impreziosire e aggiungere valore all’oggetto rotto.
La parola kintsugi,
unisce il materiale prezioso impiegato per riunire e riparare le fratture,
l’oro (kin), e la ricongiunzione (tsugi) dei pezzi.

Vorrei che qualcuno facesse coi cocci di me quello che i giapponesi fanno con i vasi quando si rompono.

mercoledì 1 marzo 2023

Ricerche biochimiche

Crediamo di essere liberi, mentre la biologia ci dimostra che siamo delle macchine chimiche completamente condizionate dai cromosomi e dall'ambiente che ci circonda.

(Piero Angela, L'uomo e la marionetta, 1972)


Caro Blog,
ho iniziato un libro molto interessante. Un saggio di Yuval Noah Harari che in tono a volte provocatorio, a volte catastrofico, cerca di stimolare un dibattito molto ampio su quella che è la rotta seguita dall'Umanità in questo XXI secolo.
Per la regola da me stessa imposta, andrò piano piano. Ma posso già anticiparti che mi sta piacendo molto. Ha aperto un canale con un mondo che ho sempre voluto tenere a margine: IA, ovvero Intelligenza Artificiale.
Per sua stessa ammissione l'autore ha impostato il racconto sotto una luce un tantino negativa, per risvegliare interesse e attrarre così più reazioni in un pubblico decisamente addormentato e sopraffatto dalla miriade di informazioni a disposizione.
E ammetto di essermi resa conto che per quanto siano argomenti importanti, io non li ho mai voluti indagare.
Come se il panorama del 2050 non mi appartenesse. Beh, sono già morta oggi. Avrei anche il diritto di infischiarmene di cosa ne sarà del mondo tra 27 anni! 
Purtroppo per me, sono e resto una persona dotata di una bella immaginazione e curiosità.
Per questo indagherò la questione, leggendo magari articoli scientifici al riguardo. 
Non che voglia cambiare idea ma mi piace tanto una frase attribuita al padre di Freddie Mercury: Buoni pensieri, buone parole, buone azioni.
Anche se sono già finita, niente mi impedisce di circondare il mio spirito di energie positive.
Eh sì, ho rivisto per l'ennesima volta Bohemian Rhapsody.
Tutte le volte penso che Freddie avrebbe avuto molte obiezioni da muovere, ma puntualmente mi faccio travolgere dalla colonna sonora.
E così canto a squarciagola, in un inglese sgrammaticato, ogni canzone!!!
A mia difesa va detto che l'inglese di Freddie è incredibile: pronuncia 5 parole contemporaneamente. E stargli dietro è arduo.
Ma nonostante questo non smetterò mai di cantare...

Goodbye, everybody, I’ve got to go,
Gotta leave you all behind and face the truth.

p.s. Ma quanto chiacchiero? E non ho salutato il nuovo mese: benvenuto Marzo.
Mese pazzo in ogni senso: se da un lato apre le porte alla rinascita, alla vita, al risveglio della natura con la Primavera, dall'altro lato è il mese di Marte. Infatti con l'approssimarsi della bella stagione, ahinoi, ricominciavano anche le guerre. Ma questa è una delle tante brutte storie scritte dall'uomo e che ancora non invecchiano. Mala tempora currunt.