martedì 28 marzo 2023

Il Codice dell'Anima - James Hillman

 A che cosa si rivolge l'anima che non ha un terapeuta con cui fare sedute?
Porta le sue pene a un bosco, alla riva di un fiume, a un animale amico,
oppure in giro senza meta per le vie della città,
a contemplare il cielo notturno.

Che strano. Hillman non inserisce "un amico" nel suo elenco. Mentalmente lo ringrazio, perché mi fa sentire meno atipica. La mia anima ha imparato a portare le sue pene al mare.
Non parla più con nessuno.
Senza l'aiuto di Anima sarà difficile descrivere questo libro. Ma ci proverò, in modo rozzo ma onesto.
Innanzitutto non è un testo semplice di quelli che porti in spiaggia o sul tram. Ma essendo scritto in modo sublime, se si accetta un piccolo sforzo, diventa accessibile a tutti. Anche a chi come me, non ha alla base studi di psicologia o psichiatria.
C'è bisogno di una buona dose di concentrazione e di apertura mentale.
Infatti in questo che possiamo definire un saggio pionieristico James Hillman teorizza una nuova forma di psicologia, quella che riguarda l'immagine, la teoria dell'angelico.

Lo avevo inserito nella lista dei libri da leggere che ho creato su Pinterest. Lista che non consulto mai. E poi per caso scopro di aver acquistato un titolo presente. Come se da qualche parte avessi piantato un semino e dimenticatolo, scorgessi al suo posto, dopo tempo, una bellissima piantina.
Ecco potremmo partire da qui. Da questa dimenticanza e improvvisa scoperta.
Cosa attira la mia mano nella scelta di un libro?
Possibile che sia solo un caso, o esiste qualcosa che ci porta ad essere in un determinato modo, a fare determinate scelte?
Che ci suggerisce vie che ad una prima analisi sembrano irragionevoli e distanti da noi?

Con la sua opera Hillman prova a dare una risposta.
Ma chi era James Hillman? Importante piscoanalista statunitense, allievo di Jung, abbracciò il metodo del professore svizzero e aiutò moltissimi pazienti durante la sua lunga attività di medico. Ma colto da una profonda crisi interiore, cercò di indagare qualcosa che andava oltre le malattie e i corpi dei suoi pazienti.
Forse è da qui che nasce l'intuizione per un lavoro così complesso e profondo, il cui cuore è racchiuso e svelato nel titolo: Il codice dell'anima.

Non siamo solo il frutto del condizionamento ambientale e di una casuale combinazione genetica.
C'è qualcosa in noi, che esiste fuori da noi, che ci accompagna ancor prima della nascita.
Una specie di Ombra, di doppio che ci sceglie e ci vuole per portare a realizzare la sua immagine.
Lo possiamo chiamare daimon, angelo e lo possiamo immaginare secondo il mito di Er raccontato da Platone.
Questo daimon è la vera chiave per decriptare il codice dell'anima.
Questa vocazione che ci agita dentro e che sembra illuminare solo poche persone, in realtà è presente in ognuno di noi.
E riguarda tutti, anche i criminali, anche i mediocri. Si spinge a restituire un significato positivo alla parola "mediocre" (-sorrido pensando alle origini di questo blog-): coloro che si stringono per stare tutti insieme sotto la campana della curva di Guess.

Per aiutarci in questa esplorazione, in questa discesa che ci aiuta a crescere, Hillman porta l'esempio di persone reali e famose.
Ci porta nella vita di Judy Garland e John Lennon; in quella di Ti­na Turner, Truman Capote, Quentin Tarantino e Woody Allen, fino a Hannah Arendt e Nixon; purtroppo ci trascina anche nella vita di Hitler e di serial killer, per guardare in faccia il Cattivo seme.

Hillman ci mostra con disarmante semplicità che la psicologia si è dimostrata in­capace di spiegare le scelte più profonde che decidono la vita di tutti noi.
Questo perché negando l'Invisibile, lo abbiamo da tempo allontanato e zittito.
Leggere questo libro potrebbe aiutarci a sentire nuovamente vicino a noi, questo amico segreto che ci sprona, ci porta ad avere un certo carattere per creare il nostro destino.

Con la teoria della Ghianda Hillman ci invita ad avere un'idea della vita non più lineare, con un inizio ed un arrivo.
Ma suggerisce che in noi ci sia già tutto il disegno, tutta la creazione, come la ghianda appunto.
Questo non significa che la strada sia già disegnata e che qualunque cosa si faccia è inutile evitare il proprio destino.
Qui si mette in luce il "come" uno vive.
Ciascuno di noi è unico.
E non può ignorare la presenza dell'anima che per crescere deve discendere da un altro luogo fino a noi.
La nostra crescita non è una linea retta. Ma si muove come in cerchio, oscilla, resta ferma, torna indietro, si ripete, diventa altro. Si cade e si ricomincia in un continuo balletto, una danza.
La parola greca per ghianda è balanos.
Deriva dal tema del verbo ballo, gettare - lanciare.
Vivere è anche un lasciarsi cadere.
Non è semplice, ma bisogna trovare il modo migliore per far vivere al meglio la nostra anima.

p.s. A proposito di balli: ogni tanto la terra trema. E penso: "L'abbiamo scampata anche questa volta."

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