Quando ero bambina, il vecchio Don durante la predica della domenica, ci parlava sovente della grandezza di San Giuseppe e dell'ingiustizia che si compiva nei suoi confronti, quando per schernirlo dicevamo "peppino" a qualcuno che si era comportato in modo per noi "da fesso" (tontolone, sciocco).
Infatti tra i diminutivi del nome Giuseppe compare, insieme con Pino e Beppe, proprio Peppino.
Ricordo che riusciva, il Don, a farmi sentire in colpa.
E sinceramente non ricordo di aver insultato alcuno definendolo "peppino".
Sono passata direttamente alle parolacce. Ma detto tra di noi, non credo fosse quello l'intento del mio adorato Don.
Crescendo si perde molto del fascino e della bellezza di quelle prime domeniche al profumo di primavera.
Niente più appuntamento con Gesù delle ore 9.30.
Niente più caffè tutti insieme dopo la celebrazione per un momento di condivisione comunitaria.
Ricordo il profumo della moka che si spargeva per i locali dell'oratorio e noi bambini indaffarati in improbabili esplorazioni o partite a biliardino (calciobalilla), mentre gli adulti sorseggiavano caffè, si scambiavano commenti sulla settimana trascorsa, scherzavano con Don e qualcuno già lavava le prime tazzine vuotate e i cucchiaini.
Una famiglia nella famiglia.
Oggi mi sento sempre più priva della protezione del passato.
Nuda.
Senza quella fede che mi faceva sperare, pensare, desiderare un mondo migliore.
Sono stata fortunata. Ho avuto una prima parte di vita meravigliosa. Idilliaca.
E questo tempo attuale mi trova indifesa e attaccata a ciò che più amo.
Sembro una di quelle bestioline descritte da Durrell, che malgrado la loro debolezza fisica, hanno un atteggiamento aggressivo e non mollano un cm del proprio territorio, nemmeno di fronte a nemici/predatori più grandi.
Ecco perché oggi, caro Papino non ti mollo!
Non mi importa niente di vedere il mondo, di stare con altre persone...
Oggi dovevo stare con te.
E forse non lo sai quanto ti voglio bene.
Ma è proprio così, senza retorica: ti voglio bene Papà, sei il mio eroe.
Sei colui che ancora oggi è un esempio da seguire.
Sei saldo.
Sei un uomo buono, onesto e generoso. Ma non fai rumore. Nessun clamore. Tu agisci, non parli.
L'unico rumore che fai è quello nel mio cuore. Che sobbalza appena ti vede.
Ti riconosco tra milioni di persone e a distanze siderali. Sei il mio papino unico e solo!
Da bambina mi leggevi le storie, adoravo farmi firmare gli avvisi/comunicazioni scolastiche da te, perché ero innamorata anche della tua firma. E non era domenica se non andavamo, la mia manina nella tua, a far visita ai nonnini e ai bambini che riposano nel cimitero.
Mi piaceva prenderti le sigarette e portartele dopo pranzo. E quando hai smesso, ho imparato a fare il caffè.
Non mi hai insegnato ad andare in bici, ma ero felice di mostrarti i miei successi.
A scuola non mi hai mai chiesto nulla. Ma ogni voto per te era un successo.
Oggi prendiamo le tisane insieme, con pazienza mi aiuti a fare il nodo alla cravatta, commentiamo i risultati sportivi e le oscillazioni del prezzo della benzina.
Se c'è un problema cerchiamo di risolverlo insieme.
E se possibile evitiamo dispiaceri a mamma. Sei la sua roccia. Lei senza di te non vivrebbe. Ed io con voi.
Grazie Papà per ogni minuto che trascorriamo insieme, anche in silenzio. Io a leggere, tu a verificare qualche teoria fisica o qualche email.
Grazie Papà per essere tornato indietro quando sono stata male. Per avermi accompagnato nelle visite mediche. Per avermi detto "Hai fatto bene!" quando ti ho confessato che avevo chiuso la mia relazione con A.
Grazie per quelle volte che dici "Ma com'è possibile?", alludendo al fatto che non ci sia nessuno nella mia vita.
Grazie per esserti fidato di me, in questo periodo così difficile.
Per esserti appoggiato a me, per una volta. Per avermi fatto sentire importante.
Non te l'ho mai detto, ma sei bellissimo Papino mio!
Sei meraviglioso. Un padre eccezionale.
Mi hai sempre protetto, mai soffocato.
Quando sono con te sono al sicuro.
Grazie per non avermi mai detto che sono una principessa, ma per avermi insegnato come fare un collegamento in serie, come cambiare un tubo che perde, come usare il tester.
Sono infinite la ragioni che mi fanno sentire fortunata.
Sei proprio come San Giuseppe. Silenzioso e protettivo.
Grazie Papà, anche per i tuoi silenzi difficili da capire.
Mi hanno insegnato lentamente, ad accettare le cose che non conosco e a rispettare i momenti "no" degli altri.
Ti voglio bene Papà.
Alla vita chiedo di festeggiare ancora tantissimi altri 19 Marzo insieme.
Quando sei triste, ho paura di non saperti stare accanto.
Lo so che il tempo passa, e ti indebolisce.
Lo vedo sul mio corpo, lo immagino sul tuo.
Ma non crucciarti. Sei sempre l'uomo forte e cortese dei miei ricordi.
Il mio unico e vero Principe delle favole.
Tutte le figlie sono innamorate del proprio padre, dicono.
Eppure tra me e te c'è sempre stato un certo pudore nell'esprimere sentimenti.
Ecco perché non abbiamo bisogno di dirci niente.
Parla la nostra presenza.
Non sono una figlia facile Papino mio, e ti chiedo scusa per questo.
Ma non stancarti mai di volermi bene, almeno tu.
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