domenica 16 aprile 2023

Lucia e Luis

Mi considero un sognatore, ho pagato un prezzo abbastanza alto per i miei sogni, ma sono così belli, così pieni e intensi, che ogni volta tornerei da capo a pagarlo.
(Luis Sepúlveda)

È notte, non riesco a dormire. I bimbi si sono addormentati e la casa è avvolta nel silenzio.
Sembra il momento migliore per scrivere. Sembra di sentire il respiro del mondo.
Sono inquieta.
Il 16 aprile è un giorno che porta dentro di sé una luce e un'ombra che mi avvolgono e dilaniano allo stesso modo.
Nonna non c'è più da dieci anni. Sono dieci anni che il suo compleanno non è più celebrato con candeline su una torta. E anche se sono consapevole che nessuno possa capire, il mio dolore è sempre lì che cova sotto le ceneri. E si risveglia in questi giorni speciali.
Eppure parlo con Nonna tutti i giorni.
Ogni mattina, alle sei e cinque minuti, prendo la mia pillola, la sua foto è la prima cosa che vedo e quindi è il mio primo "buongiorno". Il secondo vola a Persona, sono le ore 06.06.
Così, ogni giorno, da quasi cinque anni.
Nel tempo questo 16 aprile si è arricchito di dolore. Tre anni fa moriva uno dei miei scrittori preferiti. Luis Sepulveda, il poeta, il guerriero, l'uomo, la profondità fatta parole, ci lasciava per una malattia. Complicazioni. Si dice così in questi casi.

Stanotte so tante cose. So che non siamo immortali. So che il mondo degli spiriti comunica raramente con quello materiale. So che la felicità non esiste, o se esiste dobbiamo immaginarla noi. Perché quella che viene chiamata "felicità" oggi, in termini assoluti, non l'avrò mai.
E allora immagino me stessa ancora una volta seduta intorno al tavolo della cucina, ad ascoltare Nonna e le storie della sua famiglia. Le guardo le mani, gliele stringo.
"Ti voglio bene Nonna". 
Su questo non ho rimpianti. Gliel'ho sempre detto, senza remore, senza vergogna.
Di Nonna non mi sono mai vergognata, nel senso che non mi sono mai sentita giudicata da lei. Non mi vergognavo quando mi abbracciava e non ero in imbarazzo quando ricambiavo il suo amore.
Non so come dire, ma quello stupido pudore che mi porto sempre dietro quando si tratta di manifestare i miei sentimenti, con lei non c'era.
Ed era bellissimo.

Buon compleanno Nonna.
Mi manchi sempre, tanto, ancora.
Salutami Nonno e tutti quelli che sono con te ora.
E se per caso dovessi incontrare Luis Sepulveda digli quanto meravigliosi siano i suoi libri, ancora oggi.


La parola scritta è la grande depositaria dei sogni.

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