venerdì 14 aprile 2023

Manoscritto trovato a Saragozza - Jan Potocki

 Voi sapete bene che Adonai creò il mondo con la parola, 
poi si fece parola egli stesso.
La parola percuote l'aria e lo spirito,
agisce sui sensi e sull'anima.


Ciao Blog,
sul finire di questo lunghissimo venerdì sono qui a mantenere fede alla mia promessa e a parlarti del libro finito qualche giorno fa: Manoscritto trovato a Saragozza del conte Jan Potocki.
In questi anni insieme ne abbiamo letti di romanzi belli e strani; alcuni ci sono piaciuti di più, altri meno. E abbiamo sempre cercato di rispettarli e di essere sinceri nei nostri commenti.
Ma non ti nascondo che oggi sono seriamente in difficoltà, perché da un lato provo una certa soddisfazione a poterlo inserire tra le mie letture, ma dall'altro mi chiedo se non abbia perso tempo.
Come dici? Hai ragione, leggere non è mai una perdita di tempo. E allora cosa mi ha lasciato questo romanzo? Sicuramente tanta confusione. Per alcuni versi è stato come leggere un libro che conteneva altri libri. Un continuo aprire parentesi in storie che contenevano altre storie, come piccole matrioske. Barcamenarsi non è stato facile. Un labirinto alla Borges, nel quale mi sono persa e ritrovata numerose volte e spesso nella locanda venta Quemada.

Cerco di fare ordine tra i miei pensieri. E per rispetto nei confronti di chi dovesse trovarsi a leggere queste miei riflessioni, avverto che dovrò anticipare tutto il contenuto del romanzo.
Innanzitutto è un romanzo incompiuto (come mi piace dire, rievocando la sinfonia di Schubert e la Sagrada Familia a Barcellona).
Secondo la tradizione Potocki scriveva un capitolo di giorno, per poi raccontarlo la sera alla moglie malata, recandole così un po' di sollievo.
Un personaggio particolare questo Potocki che tutti descrivono come eccentrico, erudito e all'avanguardia in quanto impiegava il suo tempo con lo studio delle materie più disparate, incluse la Matematica e le scienze.
Purtroppo è la sua morte, il tratto distintivo della sua vita.
Il 23 dicembre 1815, prossimo al Natale, in preda a sconforto e depressione, stacca una fragola d’argento che adornava una teiera e, limandola accuratamente per giorni, la modella fino ad ottenerne una sfera. Una sfera che diventerà un proiettile d'argento. Secondo la leggenda la fa benedire, e ritiratosi nel suo ufficio si spara con quella, alla tempia.

Il suo romanzo rimarrà inedito fino al 1958, anno della pubblicazione della prima parte dell'opera ritrovata in modo casuale e che probabilmente è stata indebitamente plagiata e smembrata.
Non sapremo mai come va a finire la storia del giovane e coraggioso capitano della Guardia Vallone, tale Alfonso van Worden, che nel suo viaggio verso Madrid attraverso la Sierra Morena, terra di banditi, contrabbandieri e vagabondi, nella Spagna a cavallo tra diciottesimo e diciannovesimo secolo, incontrerà personaggi fantastici e non.
Non sapremo mai come va a finire un romanzo che per atmosfere e descrizioni richiamerà a tutti quelle delle Mille e una notte.
E che malgrado le sensazioni e rievocazioni, non sono capace di inserire in un genere letterario. Forse perché vi convergono tutti i generi!

Il suo protagonista per alcuni aspetti mi ha ricordato Don Chisciotte e l'impostazione dei capitoli come fossero giornate scandite da vari racconti, mi ha riportato immediatamente al Decamerone del Boccaccio.
E che dire dell'escamotage del racconto ritrovato?
L’opera sarebbe la trasposizione di un manoscritto riposto nel 1765 in una cassetta di ferro, scoperto nel 1809 e poi tradotto in francese da un ufficiale di Napoleone. 
Cosa ti ricorda?
Direi che c'è l'imbarazzo della scelta: di istinto ti rispondo I Promessi Sposi, e ancora Don Chisciotte.
Ma se ci rifletto su, l'origine di questo espediente è antichissima.
L’abitudine da parte dell'autore di "far finta di nulla", di dire "l'ho solo trovato non l'ho scritto", risale addirittura ai primissimi secoli dopo Cristo con i romanzi alessandrini. Un archetipo potrebbero essere le Incredibili avventure al di là di Thule del greco Antonio Diogene, I o II secolo d.C. Ma la pratica si diffuse in seguito nelle narrazioni cortesi medievali e nell’epica cavalleresca rinascimentale, dove si ricorre spesso a tale Turpino, arcivescovo di Reims caduto a Roncisvalle, insostituibile fonte d'ispirazione di tutto il ciclo carolingio.
Fa sorridere questo prendere le distanze dalla propria opera, ma è un costume che ha attraversato i secoli e ha avuto varie sembianze.
Divine, nel caso della Musa omerica.
Di epistole o documenti antichi o diari, come fa Dante per dare corpo alla sua Vita Nova.
Svevo e Pirandello sono arrivati a sostituire sé stessi.
E poi ci sono l' Ivanhoe di Walter Scott, Il castello di Otranto di Horace Walpole, il Manoscritto trovato in una bottiglia di Edgar Allan Poe, fino ad arrivare a Il nome della rosa di Umberto Eco.
Ma con Eco, Calvino, Borges la credibilità davanti al lettore non è più un problema. E la verità dei libri e nei libri è qualcosa di altro rispetto al resto del mondo. E menomale!

Come si legge nella prefazione, Potocki era un uomo all'avanguardia e aveva vaste conoscenze in ogni campo; le mise a servizio dei suoi numerosi personaggi.
Tutti con una storia particolare da raccontare personale o di altri, o che altri hanno narrato loro.
Vampiri, fantasmi, caverne magiche, spettri e indemoniati conferiscono atmosfere horror che abilmente miscelate ad amore ed erotismo fanno pensare al genere gotico e fantastico.
Ultimo, ma non ultimo, la presenza di una vena umoristica molto sagace e sottile accontenta anche i palati più raffinati, che non consentono a nessuno di annoiarsi.

Sicuramente bisogna tenere in conto il periodo in cui è stato scritto questo romanzo che oggettivamente è affascinante.
Riesce perfino a riunire in un'unica famiglia musulmani, cattolici ed ebrei, e in questo credo ci siano pochi precedenti.

Leggere questo post sarà stata sicuramente una perdita di tempo.
Ma mi ha stimolato la memoria e la rievocazione di altre storie e scrittori.
Mi ha fatto viaggiare nel tempo storico e romanzesco.
Quindi concludo dicendo che il tempo per leggere il Manoscritto trovato a Saragozza non è usato male, se si accetta però di perdersi tra riflessioni e ricerche.

Si è fatto molto tardi.
L'orologio del pc segna 01.01 ma sono felice di aver mantenuto la promessa.

Buonanotte Blog

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