domenica 10 ottobre 2021

La Ics - Oriana Fiumicino

 Dietro ogni foto, a matita, una data.
Talvolta, un luogo.
Funziona così nella nostra famiglia,
una foto senza una data è orfana di madre e di padre,
è un albero senza radici.


Caro Bloggy,
oggi è stata una domenica delle mie. Ti scrivo e gli occhi si riempiono di lacrime, ma le ricaccio giù. A soffocare cuore. A incrostarmi l'anima.
Oggi mi sono sentita invisibile a casa mia. Non per strada, non con gli "altri". A casa mia. Che sensazione orribile. Per non esplodere sono corsa in bagno, ho preso delle gocce di bromazepam e mi sono calmata. Non ero arrabbiata. Ma ho rischiato di scoppiare a piangere. Questo in famiglia. Come se ciò non fosse sufficiente, la risposta algida e laconica di Persona ad un mio messaggio ha concluso questa stupenda domenica autunnale.
Vedi, io non esagero quando prima di scrivergli mi pongo un sacco di dubbi e perplessità. Infatti, basta una sua risposta scocciata, per farmi rimanere malissimo e distruggere quel po' di equilibrio che fingo di possedere.
Il viceversa non è contemplato. Lui può scrivere quando vuole; troverà sempre una persona disponibile e stupidamente sincera. Be' se mi è capitato di essere scortese in passato, ho sempre chiesto scusa. Lui invece al massimo dice che "sono io a reagire male".

Caro Amico, credo sia arrivato il momento in cui anche Persona si sia scocciato del giochino che io rappresento. Lo fanno tutti. Perché Lui dovrebbe essere diverso? La gente si stanca di me. Nessuno lotta per me (vedi A.: una relazione di 13 anni finita letteralmente nella fogna nera). Sono una dalla quale tutti si allontanano. E fanno bene. Altrimenti rischiano di rimanere invischiati nelle sabbie mobile della mia esistenza. Io non provo più nulla. Solo amarezza e frustrazione. Non mi interessa nulla. Vorrei solo spegnermi. E sparire realmente. Non credo di essere capace di fare qualcosa di buono nella vita. Vorrei solo spegnermi.

In questo momento cerco di ricavare conforto dal secondo libro che mi è stato generosamente donato dalla casa editrice Tempesta. L'ho letto tutto d'un fiato e sono emozionatissima mentre te ne parlo. Mi ha colpito una cosa. A tutti gli effetti è un regalo. E a tutti gli effetti, non so se in modo consapevole o meno, chi l'ha scelto ha indovinato perfettamente quello di cui avevo bisogno. Infatti ci sono tanti ingredienti che in una storia ho imparato ad apprezzare e riconoscere come miei preferiti: c'è lo stile epistolare, che amo; storie che si intrecciano con altre storie; ci sono i nonni; c'è tanto tanto amore.
Ripeto, probabilmente è stato il caso a dettare questa scelta. Ma se invece è stata il frutto di un pensare, valutare, posso dire che chi mi ha fatto questo dono, ha colto di me molto più di quanto molte persone a me vicine abbiano mai fatto.

Qui le parole sembrano essersi aggrappate al foglio soltanto dopo aver a lungo volteggiato nell'aria.

La storia narrata, potremmo dire, è quella di Nonno Mario e Nonna Giulia. Si sono innamorati ancor prima di incontrarsi. Il loro strumento per comunicare le lettere.
C'è qualcosa di magico nello scrivere lettere. Il corpo è abolito, parla l'anima. Non c'è la voce a mitigare le parole. A dare loro la giusta inclinazione. L'unico filtro è il cuore. E anche se le lettere impiegavano mesi per tornare tra le mani del proprio destinatario, il cuore riusciva a cogliere la stessa intensità del momento vissuto da chi le aveva scritte.
A questa storia d'amore, come sempre nella vita, si intrecciano, pur senza quasi toccarsi, le storie di altri protagonisti del dopoguerra italiano.
Non voglio anticipare null'altro, ma il libro merita veramente un sorso della nostra vita.

Mi chiamo Giulia perché mio nonno non ha mai tollerato le X nella sua vita.
Niente incognite e niente pareggi.

Ogni persona ha la sua dignità, non può essere indicata con una X qualsiasi.
Nella X io ci vedo anche il segno della moltiplicazione. Ma credo di capire il sentire di nonno Mario. Le sue idee. La sua nobiltà.
L'amore di Nonno Mario e nonna Giulia è una di quelle cose che mi accompagnerà per sempre nella vita.

I miei Nonni sono vissuti troppo poco. Ed io ero troppo piccola per viverli bene.
Conservo un ricordo di loro che è forse dipinto dal mio amore.
Prima li sentivo vicini; sentivo la loro protezione oltre la morte.
Ma ultimamente spero che non mi vedano. Che non ci siano. Non voglio che vedano come sono diventata.
Soprattutto Nonna C.
Lei mi amava veramente. E devo ripetermelo perché l'Oscurità vuole togliermi anche questo: il ricordo del suo amore.

E devo lottare affinché non accada.


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