venerdì 22 ottobre 2021

La Mite - Fëdor Dostoevskij

 Le persone buone e miti non resistono a lungo e,
pur non aprendosi mai del tutto,
è come se non fossero in grado di sottrarsi alla conversazione [...]

Un sentito grazie agli organizzatori del congresso durato sei ore. Infatti, durante un noiosissimo intervento, ho letto questo bel racconto di Dostoevskij. Uno dei pochi scrittori capaci di cancellare il mio blocco del lettore. Quando c'è lui non mi annoio. E riesco ad appassionarmi alla trama senza problemi. In questo caso poi, la brevità ha aiutato non poco.
Ne avevo sentito parlare e come sempre, mi aspettavo una lettura difficile. Ho imparato l'espressione tono stenografico; la premessa dell'autore aiuta ad entrare nel testo come se fossimo presenti sulla scena.
Non servono i nomi. Non servono descrizioni.
Lo stile stenografico è difficile da tradurre, e qualcosa probabilmente la perdiamo in italiano. Dostoevskij sappiamo essere un amante della parola scritta. Ed ogni scelta è ponderata e non casuale.

Tuttavia ci sembra che qualcuno sia presente per riportarci le esatte parole pronunciate dai vari personaggi, così come uno dei protagonisti racconta.
Una storia molto triste, che scava nella psicologia umana, mostrando lati oscuri, enigmi che non trovano soluzioni.
Ci sono un lui ed una lei; Lui ricostruisce gli eventi che portano all'epilogo. Lo fa parlando a se stesso, prima giustificandosi, poi come accusando. Tenta di difendersi davanti ad un giudice fantasma.
Il ritmo non lascia spazio a pause e distrazioni.
Lui ci invita a ricordare alcuni passaggi, a mettere insieme i pezzi.
Un monologo che sembra fatto da più voci.
E alla fine rimani con tante domande e nemmeno una risposta.
Unica certezza: la bravura di Dostoevskij.

Caro Bloggy,
è difficile a volte non anticipare parti salienti della trama di un racconto.
Ma credo di esserci riuscita. Un bel racconto; mi sono sentita toccare nel profondo.
Sono felice di essere stanca fisicamente, così non continuerò a riflettere su questo racconto.
L'ultima nota che voglio riportare è che ebbe un periodo di incubazione molto lungo: circa sette anni. Ed ebbe la luce grazie, purtroppo, a fatti di cronaca che colpirono moltissimo lo scrittore.

Vado a dormire. Principini sono nel loro letto tranquilli.
Cerco di imitarli.

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