Ora non sono altro che un albero secco.
Il fulmine ha devastato la mia anima e io vivo solo per ricordare ciò che presto non sarò più.
Rimane solo il triste spettacolo di un relitto, l'oggetto della pietà altrui
e del mio stesso disprezzo.
finalmente sono riuscita a finire il famoso romanzo della brava scrittrice inglese Mary Shelley.
Sono sincera: non mi è piaciuto molto.
Non sono riuscita a provare pietà per i personaggi, non sono riuscita ad entrare in empatia con loro. E nel complesso la storia non mi ha preso.
L'unica cosa che ritrovo bella è l'idea di un narratore esterno che si trova a raccontare la storia di Victor Frankenstein a sua sorella lontana.
Una storia nella storia.
Ma per il resto, non mi è rimasto molto.
L'idea che Mary Shelley abbia sognato la storia per poi pubblicarla con uno pseudonimo è geniale, ma non mi sembra vera.
Ripasso mentalmente le informazioni: è un romanzo gotico, horror e fantascientifico composto dalla scrittrice britannica Mary Shelley all'età di 21 anni.
Caro Bloggy, per un Halloween senza respiro ti consiglio: Edgar Allan Poe, Bram Stoker, Emily Brontë. Pensando a questi scrittori, non riesco a mitigare il mio giudizio pur comprendendo i timori dell'epoca in cui fu scritto il romanzo. Il timore della tecnologia che prende il sopravvento, delle teorie sul galvanismo. Il pubblico l'ha apprezzata. E questo è ciò che conta.
Forse la creatura, che erroneamente viene chiamata Frankenstein, ha un valore simbolico molto forte: è il diverso e la gente ne prova terrore.
Mi avrebbe intenerito se non avesse parlato in modo così forbito.
Invece mi è sembrato un "mostro falso".
Un'esperienza letteraria da vivere.
Buonanotte Bloggy
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