A differenza di Violette, la protagonista di Cambiare l'acqua ai fiori, io credo negli spiriti. Credo in una sorta di esistenza invisibile. E se mi soffermo a fare qualche riflessione, direi che non può essere tutta suggestione.
Dopotutto siamo fatti di energia e siamo circondati dal campo magnetico terrestre e immersi in un fluido in cui sono presenti cariche elettriche.
Allora mi viene facile pensare che in alcuni casi rimanga una traccia di noi, impressa su questa immaginaria pellicola.
Soprattutto nel caso di morti violente o traumatiche; forse rimane una traccia energetica.
Quei fantasmi che ripetono sempre le stesse azioni, sono un film che si ripete all'infinito, per tutti quelli disposti a vederlo.
Quando invece c'è un'interazione, ecco che le mie riflessioni si bloccano.
Un campo minato mi farebbe meno paura. Ci sono troppi ciarlatani o approfittatori in giro, e non vorrei mai sostenere o arare il campo di chi potrebbe approfittare del dolore altrui.
No, mi fermo qui, sul confine delle chiacchiere. E delle teorie strampalate.
Però non posso negare che quando mi sento stanca, fisicamente distrutta, prosciugata, ho come la sensazione che ci sia qualcuno vicino a me. Che mi voglia avvisare, anticipare un qualche evento. Sarà una coincidenza, ma qualcosa poi accade quando mi sento così.
Ieri è stata una "Saturday night" veramente emozionante.
Altro che ballare e bere senza sosta!
Ho sostituito la discoteca con l'ospedale. Ma per fortuna tutto finisce bene.
(Ho mentito sulla discoteca: non ci sono mai stata.)
Ombre Giapponesi di Lafcadio Hearn mi ha riappacificato con il paese del Sol Levante.
Con Terzani, infatti, non ci eravamo lasciati molto bene; le sue descrizioni mi avevano un po' deluso e avevano fatto scricchiolare il rapporto immaginario che alimento con il Giappone.
Invece, il primo occidentale giapponese, l'uomo definito "una letteratura più che un autore", Lafcadio Hearn per l'appunto, mi ha mostrato un aspetto sempre intuito anche grazie ai cartoni animati Anni '80: quello spirituale.
Sono per lo più racconti tragici e sanguinari. Di amori eterni e a volte spezzati.
Mi è piaciuto leggerlo in queste settimane fredde, in cui il vento non faceva altro che tormentare le finestre e l'unico desiderio era una tisana calda e piumone.
il cuore della gente non invecchia.
Sono contenta di non provare rancore.
Perché una volta morta troverò sicuramente pace.
Questa la lezione che ho appreso: meglio lasciar andare le persone e le emozioni. Non avere in sospeso questioni e promesse.
La via: vivere liberi e morire senza pesi.
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(Esopo)