Centoquarantadue anni fa moriva Fëdor Dostoevskij.
Qualunque cosa possa dire mi farebbe sembrare ridicola.
Uno dei più grandi scrittori al mondo e non solo, un profondissimo pensatore.
Leggere le sue opere equivale a scendere nel cuore della condizione umana.
Non ci sono solo elementi di carattere autobiografico, ovviamente.
Ma si affronta quel drammatico binomio che difficilmente convive in ogni essere umano: bene e male.
E le grandi domande su Dio, sulla libertà, sulla vita.
Cosa sarebbe l'umanità se non avessimo avuto I fratelli Karamazov, I Demoni, L'Idiota, Delitto e Castigo?
Non voglio pensarci.
Non voglio pensarci.
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