sabato 16 maggio 2020

EuroVision 2020 - Novecento A.Baricco

"Ora tu pensa: un pianoforte.
I tasti iniziano. I tasti finiscono. Tu sai che sono 88, su questo nessuno può fregarti.
Non sono infiniti, loro.
Tu sei infinito, e dentro quei tasti, infinita è la musica che puoi suonare.
Loro sono 88, tu sei infinito. Questo a me piace.
Questo lo si può vivere."

Stasera trasmettono un'edizione speciale dell'EuroVision.
Tutto il mondo ha conosciuto il dolore che ha portato con sé il Covid-19.
L'isolamento, la paura di ammalarsi, la paura di perdere un proprio caro.
Sinceramente sono ancora sconvolta. Il mondo in realtà ha ripreso a vivere. L'economia lo impone. Stasera ha parlato nuovamente il Presidente del Consiglio. Speriamo vada tutto bene.
Anche se i morti non riesco a togliermi dalla testa, spero sinceramente che il peggio sia passato.
E questo tentativo di stare tutti insieme, anche se divisi, uniti grazie alla musica è veramente bello!

Sono paralizzata dalla paura di mostrami nuovamente al mondo.
Non voglio farlo. Sono chiusa in casa da quattordici giorni e sto benissimo.
Finita l'emergenza Persona tornerà alla sua vita di prima. E sono contenta di questo. Penso che per me significhi tornare al mio posto.

In sottofondo mi piace ascoltare le canzoni del contest.
L'Italia non vince mai. Ci è andata vicino, ma per un motivo o per l'altro non taglia il traguardo.
La delusione un po' rimane. Dai, Mahmood meritava di vincere!!!
Ma mi piace lo stesso vedere la musica che unisce tutto il continente europeo e...l'Australia.
Rido ogni volta che penso alla mappa che compare su Twitter in questo periodo.

Siccome pensavo alla musica mi è venuto in mente il pianista di quest'opera di A. Baricco.
È un testo teatrale, non è un romanzo. E a me è piaciuto molto.
Il nostro protagonista è un pianista strepitoso, Danny Boodman T.D. Lemon Novecento.
La sua storia è quasi leggenda e la sentiamo dalla viva voce di Tim Tooney, ex-trombettista del piroscafo transatlantico Virginìan.
Ci sono tante leggende sul conto del nostro Pianista.
Qualcuno racconta che sia nato sul piroscafo, che lo abbiano trovato in un pianoforte, che la sua culla fosse una cassa di limoni.
Che non sia mai sceso sulla terraferma.
Il piroscafo Virginìan solca i mari tra l'Europa e l'America.
Usufruiscono dei suoi servigi un popolo molto variegato di passeggeri: immigrati, disperati alla ricerca di fortuna, miliardari e gente comune.
Gli anni, nemmeno a dirlo, sono quelli del primo Novecento.
Novecento suona, rivivendo attraverso le note del pianoforte le vite dei passeggeri che incontra.

"Suonavamo perché l’Oceano è grande, e fa paura,
suonavamo perché la gente non sentisse passare il tempo, e si dimenticasse dov’era, e chi era. Suonavamo per farli ballare, perché se balli non puoi morire, e ti senti Dio."

Non voglio raccontare nient'altro. Sono solo 62 pagine. Per me vale la pena leggerle.
C'è una cosa che mi piace tantissimo di Baricco. 
Nella sua scrittura, in modo più o meno palese, spunta sempre fuori il destino:

"[..] è il destino, quello.
Quella è gente che da sempre c’aveva già quell’istante stampato nella vita."

In un certo modo sentir parlare di destino, mi rinfranca.
Mi fa pensare che certe cose non accadono e non posso farmene un cruccio.
Non è colpa mia se non era destino; se non era previsto che,malgrado tutto quello che provo, Lui facesse parte della mia vita.

Ho visto tutte le puntate di Sense8.
Mi sono piaciute tutte. Tutte.
Non lo capisco, Persona non lo capisco.
Ma a quest'ora avrei dovuto già smettere, smettere di parlare ancora di Lui.

Mi sembra di vederlo suonare il pianoforte, comporre e far nascere da quegli ottantotto tasti una creatura magica.
Musica ora è qui con me. E con me c'è anche Lui.

Buonanotte.

p.s.
ore 23.24

Fai rumore - Diodato

"Ma capisco che
Per quanto io fugga
Torno sempre a te

Che fai rumore qui
E non lo so se mi fa bene
Se il tuo rumore mi conviene
Ma fai rumore, sì
Che non lo posso sopportare
Questo silenzio innaturale tra me e te

Ma fai rumore, sì
Che non lo posso sopportare
Questo silenzio innaturale
E non ne voglio fare a meno oramai
Di quel bellissimo rumore che fai"

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