"Voglio che vi alziate in questo istante.
Alzatevi, andate alla finestra, apritela, mettete fuori la testa e urlate:
“Sono incazzato nero e tutto questo non lo accetterò più!”
Le cose devono cambiare, ma prima vi dovete incazzare."
Dal film “Quinto potere“
Alzatevi, andate alla finestra, apritela, mettete fuori la testa e urlate:
“Sono incazzato nero e tutto questo non lo accetterò più!”
Le cose devono cambiare, ma prima vi dovete incazzare."
Dal film “Quinto potere“
È successa una cosa bellissima.
Ma ora non ho la forza di raccontare. Sono troppo emozionata.
ore 01.08
Per la prima volta in vita mia ho perso le staffe tramite messaggi!
Anzi, no, la rifaccio!
Per la prima volta in vita mia mi sono incazzata tramite messaggi!
Vittima Persona...
Lo so, incredibile ma è successo.
Oggi era annoiato, non con me, lo ha precisato. Ma ultimamente lo dice sempre.
L'ho scritto tante volte: mi inibisce, quando c'è lui mi si annebbia il cervello, non so mai cosa gli dia fastidio e non mi sbilancio, resto ai margini.
E ho fatto così anche oggi. Sennonché, questa volta, chiusa la conversazione, mi è rimasta sulla pelle una sensazione nuova. Ero fuori di me. Mi aveva fatto innervosire. Sentivo il cuore battere forte.
E dopo un po' gliel'ho detto.
Onestamente pensavo mi avrebbe bloccato.
Davvero.
Pensavo mi dicesse qualcosa del tipo: "Ma chi pensi di essere per parlarmi così?".
Invece...con una serie di punti interrogativi mi ha chiesto cosa avesse fatto.
Non c'ho visto più...
Evito di scrivere il seguito ma abbiamo parlato e poi è finita con i vocabolari che volavano da una parte all'altra.
Ma perché l'ho raccontato?
Perché credo di aver trovato una risposta ad una delle mie tante, stupide, ricorrenti domande sull'esistenza.
A cosa serve tutto questo mio sentire? A vivere! SERVE A VIVERE!
Il mio sentire è il senso stesso dell'esistenza.
Ci vuole passione!
La vita non è precisione e perfezione.
La vita è bellezza.
È ridere senza senso. Correre a perdifiato. Sporcarsi le mani con i colori.
Camminare a piedi nudi sulla sabbia. Tirare fuori la lingua quando nevica.
Urlare. Saltare quando arriva l'onda.
Fare gli scemi insieme.
Ascoltare la musica ad alto volume.
Leggere fino a tarda notte con la sveglia puntata alle ore sei.
Perdere l'autobus. Andare a trovare la nonna.
Disegnare un leoncino che mangia una pizza. Commuoversi per un film che si sa a memoria.
Sfogliare l'album delle fotografie. Viaggiare con la fantasia. Mangiare un panino al volo.
Ciarlare del tempo con una birra in mano.
Guardare un tramonto, meglio ancora un'alba.
Sparpagliare i vestiti. Rosicchiare le unghie.
Annusare i fiori. Osservare un albero. Godere di una giornata di sole.
Rincorrere una farfalla. Scorgere un elefante in una nuvola.
Ballare con la mamma.
Cantare a squarciagola una canzone vecchissima.
"Ti capita mai di avere l'impressione che non ci sarà più niente, niente;
che tutto il bello è già stato?
E non che sia noioso, ma è triste?"
Sì, mia cara Nataša è triste. Ma è ancora più triste rifiutarsi di amare.
Perché rifiutarsi di amare è come rifiutarsi di vivere.
Buonanotte caro Lector, a domani.
ore 01.08
Per la prima volta in vita mia ho perso le staffe tramite messaggi!
Anzi, no, la rifaccio!
Per la prima volta in vita mia mi sono incazzata tramite messaggi!
Vittima Persona...
Lo so, incredibile ma è successo.
Oggi era annoiato, non con me, lo ha precisato. Ma ultimamente lo dice sempre.
L'ho scritto tante volte: mi inibisce, quando c'è lui mi si annebbia il cervello, non so mai cosa gli dia fastidio e non mi sbilancio, resto ai margini.
E ho fatto così anche oggi. Sennonché, questa volta, chiusa la conversazione, mi è rimasta sulla pelle una sensazione nuova. Ero fuori di me. Mi aveva fatto innervosire. Sentivo il cuore battere forte.
E dopo un po' gliel'ho detto.
Onestamente pensavo mi avrebbe bloccato.
Davvero.
Pensavo mi dicesse qualcosa del tipo: "Ma chi pensi di essere per parlarmi così?".
Invece...con una serie di punti interrogativi mi ha chiesto cosa avesse fatto.
Non c'ho visto più...
Evito di scrivere il seguito ma abbiamo parlato e poi è finita con i vocabolari che volavano da una parte all'altra.
Ma perché l'ho raccontato?
Perché credo di aver trovato una risposta ad una delle mie tante, stupide, ricorrenti domande sull'esistenza.
A cosa serve tutto questo mio sentire? A vivere! SERVE A VIVERE!
Il mio sentire è il senso stesso dell'esistenza.
Ci vuole passione!
La vita non è precisione e perfezione.
La vita è bellezza.
È ridere senza senso. Correre a perdifiato. Sporcarsi le mani con i colori.
Camminare a piedi nudi sulla sabbia. Tirare fuori la lingua quando nevica.
Urlare. Saltare quando arriva l'onda.
Fare gli scemi insieme.
Ascoltare la musica ad alto volume.
Leggere fino a tarda notte con la sveglia puntata alle ore sei.
Perdere l'autobus. Andare a trovare la nonna.
Disegnare un leoncino che mangia una pizza. Commuoversi per un film che si sa a memoria.
Sfogliare l'album delle fotografie. Viaggiare con la fantasia. Mangiare un panino al volo.
Ciarlare del tempo con una birra in mano.
Guardare un tramonto, meglio ancora un'alba.
Sparpagliare i vestiti. Rosicchiare le unghie.
Annusare i fiori. Osservare un albero. Godere di una giornata di sole.
Rincorrere una farfalla. Scorgere un elefante in una nuvola.
Ballare con la mamma.
Cantare a squarciagola una canzone vecchissima.
"Ti capita mai di avere l'impressione che non ci sarà più niente, niente;
che tutto il bello è già stato?
E non che sia noioso, ma è triste?"
Sì, mia cara Nataša è triste. Ma è ancora più triste rifiutarsi di amare.
Perché rifiutarsi di amare è come rifiutarsi di vivere.
Buonanotte caro Lector, a domani.
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