venerdì 22 maggio 2020

Forse dovrei dire Arrivederci

“Amare è donare tutto se stesso senza nulla chiedere
amare è non dire mai... mi devi.”
ANTOINE DE SAINT-EXUPERY

Ho finito la lettura di Guerra e Pace.
Ma dovrei smettere di scrivere su questo blog, per un po'.
Non perché mi manchino libri con i quali dialogare.
Ma perché manco della sensibilità per farlo.
Sono in gabbia.
Non faccio progressi.
Semmai retrocedo.
E non voglio essere un fastidio per nessuno.
Anche questo spazio merita più considerazione.
Non posso venire qui e riversare tutto quello che mi passa per la mente...per il cuore.
Fa male. Pensavo mi facesse bene. Mentivo.
Mi fa male pensare e ripensare.
So di essere orribile, senza niente da condividere, da dare.
Ma scriverlo e riscriverlo ogni giorno è sbagliato.
Dovrei prendermi una pausa.
Tornare al silenzio.

Solo una considerazione, che mi è arrivata come una illuminazione.
Non è Persona che può addomesticarmi.
Lui è quello che ha bisogno di essere addomesticato, ovviamente non da una mediocre come me.
Ma oggi lo vedo chiaramente: è la Volpicina de Il Piccolo Principe:

"La mia vita è monotona.
Io do la caccia alle galline, e gli uomini danno la caccia a me.
Tutte le galline si assomigliano, e tutti gli uomini si assomigliano.
E io mi annoio perciò.
Ma se tu mi addomestichi, la mia vita sarà come illuminata.
Conoscerò un rumore di passi che sarà diverso da tutti gli altri.
Gli altri passi mi faranno nascondere sotto terra.
Il tuo, mi farà uscire dalla tana, come una musica.
E poi, guarda! Vedi, laggiù in fondo, dei campi di grano? Io non mangio il pane e il grano, per me, è inutile. I campi di grano non mi ricordano nulla.
E questo è triste!
Ma tu hai dei capelli color dell'oro, allora sarà meraviglioso quando mi avrai addomesticato.
Il grano, che è dorato, mi farà pensare a te.
E amerò il rumore del vento nel grano...
Disse la volpe: ecco il mio segreto. È molto semplice: non vedo bene che col cuore. L'essenziale è invisibile agli occhi."

Ti auguro di trovare quell'essenziale,
mio pacifico tenero passionale Persona.

p.s. Domani L'isola del Tesoro, forse mi chiamerà.

giovedì 21 maggio 2020

Solitudine

“La vita si ascolta così come le onde del mare...
Le onde montano... crescono... cambiano le cose...
Poi, tutto torna come prima...
ma non è più la stessa cosa...”

Mi sento terribilmente sola.
Oggi mi è successa una cosa pericolosa, ma bellissima: per un attimo mi sono sentita chiamare dal mare.
In quel suo impetuoso andare avanti e indietro, ho sentito fortissimo il desiderio di raggiungerlo.
Immagino sarebbe stato dolcissimo lasciarsi andare.

Non so perché sia successo.
Ero tranquilla.
Avevo mandato dei messaggi.
E poi all'improvviso mi sono sentita sola.
Come se non ci fosse niente al mondo: solo io e il mare. E sarebbe stato opportuno unirci in un unico essere. Mi sono scese delle lacrime.
Mi ha ridestato la risposta di Persona. Ma non ero molto cosciente a me stessa. Lui era impegnato, io distratta.
Tornata a casa ho finto la solita allegria che convince tutti quelli che mi conoscono.

Ora, che la giornata è finita mi sento vuota.
Un corpo inutile.
Chi sono io? Cosa ci faccio su questo pianeta?

Mi sento fuori posto.

Sono a disagio in questa vita.
Anche nella vita immaginaria sono un corpo estraneo.
Oggi l'ho capito nel profondo del mio cuore.
È come se mi avesse chiamato un'energia  lontana e mi avesse scosso.
Sono tutta sbagliata.

"Ed è qualcosa da cui non puoi scappare. Il mare...
Ma soprattutto: il mare chiama...
Non smette mai, ti entra dentro, ce l'hai addosso, è te che vuole...
Puoi anche far finta di niente, ma non serve.
Continuerà a chiamarti...
Senza spiegare nulla, senza dirti dove, ci sarà sempre un mare, che ti chiamerà."



mercoledì 20 maggio 2020

Non ora, non qui - Erri De Luca

" Essere al mondo, per quello che ho potuto capire,
è quando ti è affidata una persona e tu ne sei responsabile 
e allo stesso tempo
tu sei affidato a quella persona ed essa è responsabile per te."

Qualche anno fa lessi questo bel romanzo breve di Erri De Luca, senza sapere che era stato il suo primo libro.
Ricordo perfettamente quanto mi impressionò scoprire che il centro di gravità di questa scrittura era una vecchia fotografia.
Le fotografie, come i profumi e la musica sono potentissime macchine del tempo.
Ma non sempre la memoria addolcisce le esperienze passate.
Anzi, come in questo caso, aumenta le distanze tra chi scrive e i luoghi protagonisti del ricordo.
Amara è la consapevolezza di chi sa che quel periodo, quella città, quei luoghi, non saranno mai più gli stessi.
Sono scomparsi, sotterrati dalla cortina del Tempo che inesorabilmente passa.
Il Nuovo prende il posto del Vecchio.
Niente rimarrà immutato.
Anche il ricordo sarà influenzato dalla nostalgia, dalle emozioni. Ciò che era non sarà più.

"Anche lo sdegno, come il riso, aveva bisogno delle sue comodità per prodursi.
Era così anche per il pudore, anche per l'amore e per tutti i rami che sono nel cuore delle persone."

A volte il mondo Reale cerca di strapparmi al mondo di Sogno.
Non so perché, ci si aspetta che io possa vivere come se nulla fosse.
Possa uscire di casa, incontrare gente, mostrarmi come se tutto andasse bene.
Per evitare scocciature dovrò migliorare i reparti "sorrisi" e "luoghi comuni".
Un piccolo compromesso per sopravvivere.

Il passato continua a ferirmi.
Un pochino.
Guarirò quando riuscirò ad avere una visione completa della mia vita.
E quando guarirò vedrò anche il mio futuro sotto una luce migliore.


martedì 19 maggio 2020

Non mi basti mai...

... davvero non mi basti mai.


Se potessi mi ritirerei in un'isola sperduta.
Abitanti 102, animali inclusi.
E vorrei vivere in una bella casetta con le pareti bianche e gli infissi azzurri alle finestre; ovviamente dovrebbe avere anche un bel giardino e un cancelletto in legno indicherebbe l'ingresso.
Ogni giorno farei una passeggiata lungo la spiaggia. Realizzerei piccole torri con le pietre. Mi siederei lungo la battigia ad ascoltare una storia narrata da Mare.
E converserei del tempo coi gabbiani.
Certo ci sarebbe da chiedersi di cosa mi nutrirei.
Farei dei lavoretti manuali e mi basterebbe veramente poco per vivere.
Qui invece, immersa nella mondanità della vita mi sento completamente fuori posto. Tutti parlano di soldi. Di oggetti da avere. Di cose da fare.
Se si esclude la possibilità di visitare mostre e musei, non mi interessa niente di ciò che c'è qui.
Vorrei solo riuscire a saziare questa perenne fame d'amore che mi assilla.
Sono stati tre giorni epici per me.
Tre giorni in cui in modo diverso, a tratti divino, ho parlato con Lui.
Ci sono momenti in cui lo sento profondamente.
E quando non c'è, il vuoto è più difficile da colmare e calmare.
È come chiedere a chi ha rivisto la luce dopo tanto tempo di ritornare al buio.
Crudele e ingiusto.
Vorrei tanto essere una persona diversa da quella che sono, anche fisicamente.
Non cambierebbe nulla probabilmente, ma almeno mi cullerei nell'illusione che le cose sarebbero potute essere diverse.
È una escalation di crudeltà.
Non mi basta mai.

Vorrei essere il suo cuscino.
O il suo telefonino, visto che so per certo che lo porta sempre con sé.
Vorrei essere il taschino interno della giacca, quello che sta proprio sul cuore.
Vorrei essere il paesaggio che accarezza con lo sguardo, la mattina.
Il primo caffè del giorno.
Vorrei essere il profumo che invade improvvisamente la stanza, per un attimo, quando in primavera si aprono le finestre.
Vorrei essere la brezza che gli spettina i capelli.
La strada che si percorre abitualmente per tornare a casa.
Lo spicchio di luna che si leva silenziosamente, in certe sere d'estate.
Vorrei essere il pensiero che disegna un sorriso sulle labbra.
Vorrei essere la notifica che dà un tuffo al cuore.
Vorrei essere l'ultimo bacio prima di addormentarsi.

Vorrei essere lì con te.

lunedì 18 maggio 2020

Dracula - Bram Stoker

"A noi nobili della Transilvania non piace pensare
che le nostre ossa riposino fra quelle dei comuni mortali.
Non cerco allegrezza né letizia, né la luminosa voluttà del sole o delle acque chiare che tanto piacciono ai giovani e agli spensierati.
Non sono più giovane, e il mio cuore dopo gravosi anni di lutto per i miei morti non è incline all'allegria.
Inoltre, le mura del mio castello sono diroccate; molto sono le ombre e il vento soffia freddo fra le merlature e i battenti.
Amo la semi-oscurità e le ombre e restare solo con i miei pensieri quando è possibile."


A Londra, nel 1897, si teneva oggi una lettura pubblica della nuova novella di Bram Stoker intitolata Dracula.
Una storia mozzafiato.
Nel mio immaginario quello di Stoker è il Vampiro, il Non-morto per antonomasia.
Così come quello di Coppola è l'unico film valido sul Conte.
Ne parlo perché in questo romanzo ci sono io e perché oggi ho conosciuto Persona.
È stata un'illuminazione: presento Persona.
Immagino Ea avvicinare l'orecchio al suo cuore e sentire suonare questa musica.
Lo vedo mentre le note prendono corpo.
Sento la sua inquietudine, irrequietezza ma anche la sua profonda sensibilità.
Non sono capace di comunicare con Lui, non so parlare la sua lingua. Però sono riuscita a vederlo, a sentirlo.
Le lacrime rigano le mie guance e non ne capisco la ragione.
Quando c'è Lui il tempo mi sembra sospeso.
Mi sento come quegli animali che istintivamente si fidano, non sanno perché, non lo capiscono, ma si avvicinano.
Sei di un mondo lontanissimo, inarrivabile per me.
Ma quando per un qualche miracolo riesco a sfiorarti, io mi sento felice.

Io invece sono nell'atmosfera gotica della Londra che ospita Dracula.
E nel modo narrativo scelto da Stoker: lettere, diari e racconti personali dei vari personaggi coinvolti; in particolare gli scritti di Jonathan Harker.
Il protagonista indiscusso è il Conte.
Un antieroe che rompe con gli schemi classici del romanzo vittoriano.
Uno straniero, che ha abitudini e modi di essere diversi.
Un uomo lontano e antico.
Affascinante e trasgressivo, incarna l'inesprimibile.

"Da qualche parte, sbucando dall'ombra, mi è sembrato di veder apparire
i lineamenti del malefico viso del Conte, il naso affilato,
gli occhi iniettati di sangue, le labbra rosse, l'orribile pallore."

Per il suo Protagonista, Stoker si ispirò al Principe Vlad III di Valacchia, appartenente alla dinastia Dracul, noto per la crudeltà riservata ai suoi nemici che usava far impalare.
Tanta crudeltà fu naturalmente accostata al vampirismo.

"Tenete sempre a mente che il riso che bussa alla vostra porta
e chiede:"posso entrare?" non è vero riso. no!
Il riso è un re e va e viene quando e come gli pare.
Lui non chiede a nessuno, lui non sceglie il momento più adatto."

Stasera sono stanca. Ho provato un'emozione così forte oggi da sentirmi mancare.
Lo so non è normale, ma ci sono dei momenti in cui il mio sentire è palpabile, è pieno.
Sento così viva, così vicina la presenza di Lui che squassa la mia anima.
E il mio corpo non regge l'urto.
Quando Lui è così vicino, l'amore, l'energia che sprigiona il mio spirito straripa, va oltre il mio corpo, invade tutto.

"Abbi pietà di me, buon Dio!
Dammi la calma, perché la follia è in agguato ovunque!"

Nel libro c'è una figura femminile molto bella: Mina.
Mina non è solo futura sposa; ha un lavoro, pensa, scrive.
Ha una bellissima amicizia con Lucy. Forse per questo motivo Dracula nello scatenare la sua vendetta, la travolgerà. Sono legata alla figura di Mina perché, in un certo senso, ha dato un volto al mio vampiro, quando giocavo di ruolo. 

Il film di Coppola si discosta per alcuni aspetti dal libro.
Introduce nella trama uno sfondo sensuale che tra le pagine non ci sono.
Però ci sono delle citazioni che, oggi, ho bisogno di ricordare e dedicare.

"L'uomo più fortunato che calpesta questa terra è chi trova... il vero amore."

Ci si può innamorare continuamente, ogni giorno, di qualunque cosa: un'idea, un paesaggio, un lavoro, un animale, una donna, un uomo, di tutto questo e di niente.

Ma l'Amore...

"Ho attraversato gli oceani del tempo per trovarti."


domenica 17 maggio 2020

Attimi

La vita è una serie infinita di attimi.
Se spezzettassimo la nostra esistenza ne ricaveremmo tante piccolissime frazioni, così piccole che dopo un po' non riusciremmo più a vederle.
Sarà per questo motivo che ricordiamo così poco della nostra esistenza?
Oggi cercavo proprio di ricordare un attimo in particolare.
Sono andata a rileggere i miei vecchi diari. Non ho trovato niente.
Ma quello che mi ha stupito è rendermi conto che la mia vita si riduce ad un accumulo di tante parole.

Dovrei bruciare tutti i quaderni, le agende.
Sarebbe un bel falò.

"I legami che uniscono un'altra persona al nostro essere
esistono solo nel pensiero."

Credo di essere destinata a questa esistenza immaginaria.

sabato 16 maggio 2020

EuroVision 2020 - Novecento A.Baricco

"Ora tu pensa: un pianoforte.
I tasti iniziano. I tasti finiscono. Tu sai che sono 88, su questo nessuno può fregarti.
Non sono infiniti, loro.
Tu sei infinito, e dentro quei tasti, infinita è la musica che puoi suonare.
Loro sono 88, tu sei infinito. Questo a me piace.
Questo lo si può vivere."

Stasera trasmettono un'edizione speciale dell'EuroVision.
Tutto il mondo ha conosciuto il dolore che ha portato con sé il Covid-19.
L'isolamento, la paura di ammalarsi, la paura di perdere un proprio caro.
Sinceramente sono ancora sconvolta. Il mondo in realtà ha ripreso a vivere. L'economia lo impone. Stasera ha parlato nuovamente il Presidente del Consiglio. Speriamo vada tutto bene.
Anche se i morti non riesco a togliermi dalla testa, spero sinceramente che il peggio sia passato.
E questo tentativo di stare tutti insieme, anche se divisi, uniti grazie alla musica è veramente bello!

Sono paralizzata dalla paura di mostrami nuovamente al mondo.
Non voglio farlo. Sono chiusa in casa da quattordici giorni e sto benissimo.
Finita l'emergenza Persona tornerà alla sua vita di prima. E sono contenta di questo. Penso che per me significhi tornare al mio posto.

In sottofondo mi piace ascoltare le canzoni del contest.
L'Italia non vince mai. Ci è andata vicino, ma per un motivo o per l'altro non taglia il traguardo.
La delusione un po' rimane. Dai, Mahmood meritava di vincere!!!
Ma mi piace lo stesso vedere la musica che unisce tutto il continente europeo e...l'Australia.
Rido ogni volta che penso alla mappa che compare su Twitter in questo periodo.

Siccome pensavo alla musica mi è venuto in mente il pianista di quest'opera di A. Baricco.
È un testo teatrale, non è un romanzo. E a me è piaciuto molto.
Il nostro protagonista è un pianista strepitoso, Danny Boodman T.D. Lemon Novecento.
La sua storia è quasi leggenda e la sentiamo dalla viva voce di Tim Tooney, ex-trombettista del piroscafo transatlantico Virginìan.
Ci sono tante leggende sul conto del nostro Pianista.
Qualcuno racconta che sia nato sul piroscafo, che lo abbiano trovato in un pianoforte, che la sua culla fosse una cassa di limoni.
Che non sia mai sceso sulla terraferma.
Il piroscafo Virginìan solca i mari tra l'Europa e l'America.
Usufruiscono dei suoi servigi un popolo molto variegato di passeggeri: immigrati, disperati alla ricerca di fortuna, miliardari e gente comune.
Gli anni, nemmeno a dirlo, sono quelli del primo Novecento.
Novecento suona, rivivendo attraverso le note del pianoforte le vite dei passeggeri che incontra.

"Suonavamo perché l’Oceano è grande, e fa paura,
suonavamo perché la gente non sentisse passare il tempo, e si dimenticasse dov’era, e chi era. Suonavamo per farli ballare, perché se balli non puoi morire, e ti senti Dio."

Non voglio raccontare nient'altro. Sono solo 62 pagine. Per me vale la pena leggerle.
C'è una cosa che mi piace tantissimo di Baricco. 
Nella sua scrittura, in modo più o meno palese, spunta sempre fuori il destino:

"[..] è il destino, quello.
Quella è gente che da sempre c’aveva già quell’istante stampato nella vita."

In un certo modo sentir parlare di destino, mi rinfranca.
Mi fa pensare che certe cose non accadono e non posso farmene un cruccio.
Non è colpa mia se non era destino; se non era previsto che,malgrado tutto quello che provo, Lui facesse parte della mia vita.

Ho visto tutte le puntate di Sense8.
Mi sono piaciute tutte. Tutte.
Non lo capisco, Persona non lo capisco.
Ma a quest'ora avrei dovuto già smettere, smettere di parlare ancora di Lui.

Mi sembra di vederlo suonare il pianoforte, comporre e far nascere da quegli ottantotto tasti una creatura magica.
Musica ora è qui con me. E con me c'è anche Lui.

Buonanotte.

p.s.
ore 23.24

Fai rumore - Diodato

"Ma capisco che
Per quanto io fugga
Torno sempre a te

Che fai rumore qui
E non lo so se mi fa bene
Se il tuo rumore mi conviene
Ma fai rumore, sì
Che non lo posso sopportare
Questo silenzio innaturale tra me e te

Ma fai rumore, sì
Che non lo posso sopportare
Questo silenzio innaturale
E non ne voglio fare a meno oramai
Di quel bellissimo rumore che fai"

venerdì 15 maggio 2020

Il Maestro e Margherita

“L'insonnia non tormenta soltanto lui, ma anche il suo fedele guardiano, il cane.
Se è vero che la viltà è il peccato più grave, forse il cane non è colpevole.
L'unica cosa di cui ha paura è il temporale.
Ma chi ama deve condividere la sorte dell'amato.”

Nel 1891 nasceva a Kiev, Mikhail Bulgakov.
Con questo scrittore è stato amore a prima parola.
Nel senso che mi è piaciuto immediatamente, già dalle prime parole del romanzo Il Maestro e Margherita.
Questo è il problema della mia esistenza.
Che sia un libro, o una canzone, o un film, finanche una persona, se mi piace dalle prime parole, note, immagini, sensazioni sarà amore eterno.
Con questo non voglio dire di essere categorica.
Se una persona non mi ispira fiducia immediatamente, non la valuto in modo negativo.
Ma non sarà amore.
Inutile dire che con Persona è stato amore a prima vista.
Mi è piaciuto subito. Sentivo che era diverso dagli altri. E avevo ragione.

Stamattina mentre facevo colazione, cercavo di ricordarmi le sensazioni che ho vissuto quando sulla scena di questo romanzo appare Ponzio Pilato con Hanozri.
Un uomo che viene sottoposto al giudizio del procuratore, mentre egli è afflitto da una terribile emicrania.

"La verità è che ti fa male la testa, ti fa talmente male che pavidamente pensi alla morte. 
Non solo non sei in grado di parlare con me, ma ti è perfino difficile guardarmi e adesso sono involontariamente il tuo torturatore, il che mi amareggia.
Non riesci neppure a pensare e sogni solo che venga il tuo cane, l'unico essere, al quale sei affezionato.
Ma il tuo tormento cesserà subito, la testa non ti farà più male."

Mentre stiamo vivendo le avventure di quelli che ci sembravano i protagonisti del nostro bel libro, ecco che ci ritroviamo in un'epoca lontana, in una terra calda, con nell'aria un intenso profumo di olio di rosa.
E assistiamo ad un dialogo, un dialogo che abbiamo ascoltato tante volte, che abbiamo visto essere interpretato in tanti modi, e che pure in questa occasione ci tiene inchiodati, fermi sulla scena.

Può sembrare un discorso di fede, ma credo che sia qualcosa di più profondo. Dall'eco simbolica così amplificata che abbraccia l'umanità nel suo complesso; umanità fatta di atei, agnostici, credenti.

Mi è parso di cogliere questa lezione: gli uomini non sono o buoni o cattivi.
Combattono contro l'uno o l'altro aspetto della propria anima. 
Ed è un tipo di lotta che accompagna loro da tutta la vita.

p.s. Continua la mia ricerca sull'Amore. Sono sempre più convinta che debba far battere il cuore come fosse un purosangue lanciato in una folle corsa.

giovedì 14 maggio 2020

Tutto passa

...ed io lo lascio passare.

ore23.30

Devo vedere 24 episodi di una serie televisiva entro domenica.
Credo sia tra le cose più stupide che mi sia venuto in mente di fare.
Maggio non mi ispira.
I libri mi guardano perplessi.
Per ora li ho messi da parte.

mercoledì 13 maggio 2020

Risonanza Limbica

"Una volta accettata la consapevolezza
che anche fra gli esseri più vicini continuano a esistere distanze infinite,
si può evolvere una meravigliosa vita,
fianco a fianco,
se quegli esseri riescono ad amare questa distanza fra loro,
che rende possibile a ciascuno dei due di vedere l'altro,
nella sua interezza,
stagliato contro il cielo."
Rainer Maria Rilke

Se potessi, se ne avessi il coraggio, dedicherei queste parole a Persona.
Ma non sono nella posizione di fare alcunché.
Mi è stato detto di non guardare "soprattutto" la serie Sense8. E naturalmente cosa ho deciso di fare? Guardare Sense8.
Puntata 1 andata. Mi è piaciuta.
È una serie definita di fantascienza. I personaggi, che vivono in varie zone del globo, sono tutti connessi telepaticamente. 
Il titolo della prima puntata è "Risonanza Limbica".
Al momento non capisco perché non dovrei vederla. Quindi questa settimana prevedo notti insonni per finire la serie e chiedere lumi.
Inoltre ho deciso di finire Guerra e Pace entro martedì prossimo.
Il volume I è andato. Le ultime pagine sono volate. 
Come sempre aspetterò la fine per fare un super commento. E non vedo l'ora!

Ma cos'è questa "risonanza limbica"?
Mi pare di aver capito che è un modo particolare per parlare di empatia.
Una capacità propria di alcune particolari persone, capaci di indossare i panni dell'altro, di sentire ciò che sente, provare le stesse emozioni.
Durante le lezioni di pedagogia la Prof. spiegava che l'empatia si può imparare. 
Con impegno e volontà ci si può immedesimare nel ruolo degli altri.
Bello!
Ma credo che ci sia anche una specie di propensione.
E allora l'attenzione sulla locuzione risonanza limbica torna a catalizzare la mia mente.

Per capirci qualcosa abbandonerò il mio modo di fare olistico e assumerò un approccio frammentato.

Presi singolarmente: 
Risonanza- fenomeno per cui l’ampiezza delle oscillazioni indotte da una perturbazione esterna tende a diventare elevata; ampia diffusione.
Limbico- dal latino limbus, bordo. Il confine. 
La terra di nessuno. 
Immediatamente alla mente torna il luogo che per tradizione, si trova a metà strada tra l'inferno e il paradiso.
In medicina invece ci si riferisce al Sistema limbico, cioè a quel complesso sistema che comprende strutture cerebrali e circuiti neuronali che interessano la parte più profonda e antica del telencefalo correlati alle funzioni fondamentali per la conservazione della specie.
Ha un ruolo fondamentale nelle reazioni emotive, nelle risposte comportamentali, nei processi di memoria e nell'olfatto.

In più voglio ricordare cosa dice un paradigma quantistico: "Non esiste nessun oggetto al mondo che sia isolabile".

Allora pensavo: sarebbe bello se ogni singola persona comprendendo lo stato emotivo dell'altro, amplificasse il suo sentire e lo trasmettesse come un'onda ad altri più distanti.
Ognuno, trasformato in una ripetitore empatico, diffonderebbe sensibilità e attenzione per il prossimo e il mondo diventerebbe un posto migliore.

Stasera ero in video chiamata con Fratello. Si è allontanato un attimo per sistemare un giocattolo di uno dei bimbi.
Mentre lui non c'era, si è affacciato PiccoloPrincipe: "La prossima volta che torna questo CoronaVirus, io vengo a stare con te. Buonanotte!".

Ci sono solo due persone al mondo che riescano a farmi salire sulle nuvole: PiccoloPrincipe e Persona.
PiccoloPrincipe in più è ai miei occhi, l'immagine e la voce dell'Amore.

p.s. Ho un brutto presentimento. Cosa sarà?
p.p.s. 1994 usciva nelle sale americane uno dei miei film preferiti: Il Corvo.
Ancora oggi è tra i miei film del cuore: "non può piovere per sempre".


"Le case bruciano
le persone muoiono
ma il vero amore è per sempre."

martedì 12 maggio 2020

INCREDIBILE

"Voglio che vi alziate in questo istante.
Alzatevi, andate alla finestra, apritela, mettete fuori la testa e urlate:
“Sono incazzato nero e tutto questo non lo accetterò più!”
Le cose devono cambiare, ma prima vi dovete incazzare."
Dal film “Quinto potere“


È successa una cosa bellissima.
Ma ora non ho la forza di raccontare. Sono troppo emozionata.

ore 01.08
Per la prima volta in vita mia ho perso le staffe tramite messaggi!
Anzi, no, la rifaccio!
Per la prima volta in vita mia mi sono incazzata tramite messaggi!

Vittima Persona...
Lo so, incredibile ma è successo.
Oggi era annoiato, non con me, lo ha precisato. Ma ultimamente lo dice sempre.
L'ho scritto tante volte: mi inibisce, quando c'è lui mi si annebbia il cervello, non so mai cosa gli dia fastidio e non mi sbilancio, resto ai margini.
E ho fatto così anche oggi. Sennonché, questa volta, chiusa la conversazione, mi è rimasta sulla pelle una sensazione nuova. Ero fuori di me. Mi aveva fatto innervosire. Sentivo il cuore battere forte.
E dopo un po' gliel'ho detto.
Onestamente pensavo mi avrebbe bloccato.
Davvero.
Pensavo mi dicesse qualcosa del tipo: "Ma chi pensi di essere per parlarmi così?".
Invece...con una serie di punti interrogativi mi ha chiesto cosa avesse fatto.
Non c'ho visto più...
Evito di scrivere il seguito ma abbiamo parlato e poi è finita con i vocabolari che volavano da una parte all'altra.

Ma perché l'ho raccontato?
Perché credo di aver trovato una risposta ad una delle mie tante, stupide, ricorrenti domande sull'esistenza.
A cosa serve tutto questo mio sentire? A vivere! SERVE A VIVERE!
Il mio sentire è il senso stesso dell'esistenza.
Ci vuole passione!
La vita non è precisione e perfezione.
La vita è bellezza.
È ridere senza senso. Correre a perdifiato. Sporcarsi le mani con i colori.
Camminare a piedi nudi sulla sabbia. Tirare fuori la lingua quando nevica.
Urlare. Saltare quando arriva l'onda.
Fare gli scemi insieme.
Ascoltare la musica ad alto volume.
Leggere fino a tarda notte con la sveglia puntata alle ore sei.
Perdere l'autobus. Andare a trovare la nonna.
Disegnare un leoncino che mangia una pizza. Commuoversi per un film che si sa a memoria.
Sfogliare l'album delle fotografie. Viaggiare con la fantasia. Mangiare un panino al volo.
Ciarlare del tempo con una birra in mano.
Guardare un tramonto, meglio ancora un'alba.
Sparpagliare i vestiti. Rosicchiare le unghie.
Annusare i fiori. Osservare un albero. Godere di una giornata di sole.
Rincorrere una farfalla. Scorgere un elefante in una nuvola.
Ballare con la mamma.
Cantare a squarciagola una canzone vecchissima.

"Ti capita mai di avere l'impressione che non ci sarà più niente, niente;
che tutto il bello è già stato?
E non che sia noioso, ma è triste?"

Sì, mia cara Nataša è triste. Ma è ancora più triste rifiutarsi di amare.
Perché rifiutarsi di amare è come rifiutarsi di vivere.

Buonanotte caro Lector, a domani.

lunedì 11 maggio 2020

True Colors

Continua la mia lettura di Guerra e Pace.
Ad oggi mi piace di più la parte della PAce. Intorno a pagina 559 ho avuto il mio premio, il mio momento emozionante.
Se avessi nella vita la stessa intuizione che ho nello scegliermi i personaggi da inseguire nei libri, sarei una persona più felice.
Dovrei togliermi dalla testa certe stupide fantasie.
Invece non solo continua il mio sognare ad occhi aperti, ma lo faccio immergendomi in atmosfere romantiche scegliendo come sottofondo le note dolci e bellissime di Cyndi Lauper (esagero? Forse, ma mi piace questa canzone.).

Vorrei credere nel lieto fine anche nella vita di tutti i giorni.
Come si fa a capire se quello che sentiamo è reale o solo fantasia?
Questa è vera polvere di Fata o solo un incidente con la porporina?
Se hai capito che non sarai mai felice e che non realizzerai nessun sogno, puoi continuare a vivere semplicemente rintanandoti in te stessa e cercando di non ferire nessuno?
Quando hai sete e sei nei pressi di una fonte d'acqua pura e fresca, può bastare un sorso per ristorarti? 
Non è forse meglio smetterla di allungare la propria agonia e accettare che la fine sopraggiunga?
Una vita in bianco e nero può bastare, fino a quando non esplodono i colori. 
E allora sì che sono problemi.

Polvere di Fata...
per volare,
per giocare,
per brillare,
per gudare
scioccamente sognare.

domenica 10 maggio 2020

Festa della Mamma

Non ho mai letto un libro che parlasse solo di Mamme.
Se ci penso su mi accorgo che le mamme incontrate in passato erano sempre protagonisti secondari, di sottofondo.
Alcune morivano troppo presto per ricordarle.
Altre erano sciocche e civettuole.

Le uniche mamme che mi sono rimaste impresse sono quella di Agnes Grey, dell'omonimo libro di C. Brontë, orgogliosa e giudiziosa.
Una donna innamorata di suo marito a tal punto da essersi messa contro tutto e tutti. Che ha insegnato alle figlie il valore delle proprie idee, l'importanza dell'essere indipendenti, la bellezza dell'amore.
E la mamma di Ultimo, Questa Storia di A. Baricco. Una francese moderna, povera ma ribelle.

Le Mamme sono creature preziose.
Non ho avuto la fortuna, la bontà, la bravura di diventare madre.
In passato ne ho sofferto tanto. Ora va molto meglio. Il pensiero non mi ferisce più.
Ma ci sono dei momenti, rarissimi, in cui mi chiedo come sarebbe stato...
Mi sembra di avere un utero inutile.
Ogni mese, per un istante, penso:"Maschio o Femmina?". Ma poi vado avanti come se nulla fosse.
Perché la vita lo impone. E poi che alternative avrei?
In fondo, la Vita è stata molto generosa con me, mi ha concesso di essere figlia.
E non sempre sono degna di questo ruolo.

Col passare del tempo accade qualcosa di strano: i nostri genitori diventano fragili e indifesi.
C'è quasi una inversione dei ruoli.
Forse quando nasciamo, se siamo fortunati ovviamente, siamo tutti contemporaneamente figli e genitori.

Cara Mamma,
vorrei che fossi più serena.
Lo so di non avere un carattere dolce e che non è facile avere a che fare con me.
Lo so che hai paura per me e questo mi distrugge.
Oggi mi hai visto sorridere e ti sei sentita meglio.
Mi dispiace non poter condividere con te il motivo, la causa di quel sorriso.
Non posso condividere più niente con te, perché hai bisogno di essere protetta dalla mia oscurità.
Non sono più la tua bambina. O meglio, quella parte di me ti apparterà sempre. Ma non voglio che tu sia infelice per il resto di me.
Cara Mamma,
non preoccuparti oltre. Mi hai dato il meglio che potessi.
Mi hai insegnato il valore dell'onestà, della verità.
Mi hai dato sempre e solo amore infinito. E ancora me ne dai.
Non crucciarti per ciò che non possiamo cambiare.
Non possiamo rimanere incagliate su quei "avrei dovuto consigliarti meglio".
No, cara Mamma, non avresti potuto fare meglio di quello che hai fatto.
Quando penso a te, penso ad un prato verde pieno di margherite e di soffioni (Taraxacum officinale), e ad una bambina che corre a piedi nudi, con indosso un vestitino di mussola bianco.
Posso perfino sentire la risata argentina di quella bambina.

Perché la mia Mamma è così: piccola, innocente e dolcissima bambina.

Buona festa della Mamma e chi può farlo ancora, l'abbracci forte forte.


p.s. Oggi mi chiedevo: che senso ha quello che provo?
Persona permea la mia esistenza ma non è interessato a conoscermi.
Mi ha scritto...e abbiamo parlato.
Questa volta voleva parlare con me di me.
E questa volta gli ho risposto.
Abbiamo parlato di quello che sto studiando e leggendo.
Lui dice che non ha tempo per leggere. Buffo, lui mi ha aperto la porta ad un mondo di letture che da sola non avrei mai affrontato... Ma non gliel'ho detto.
Ho solo detto, quello che dice sempre Pennac: uno dei diritti dei Lettori è il non leggere.
Era una giornata triste...mi ritrovo ad essere felice.

Passa il tempo e non capisco niente di me, del mondo, della vita.
Ho difficoltà a memorizzare le più banali delle informazioni.
Ma una cosa mi è diventata chiara.
La risposta a tutte le domande è l'Amore.
A volte il problema è la sua mancanza, altre volte è l'abbondanza.
Ma la risposta è sempre una: l'Amore.
Per questo per una come me sarà sempre difficile stare al mondo.

sabato 9 maggio 2020

Le Avventure di Peter Pan - Sir JM Barrie

"Forse tutti noi saremmo in grado di volare
se fossimo assolutamente certi della nostra capacità
di farlo come l'ebbe, quella sera, il coraggioso Peter."

Oggi è il compleanno del papà di Peter, il bambino che non voleva diventare grande, e come dargli torto!
Il film Neverland è per me semplicemente bellissimo, e racconta esattamente come è nata questa bellissima storia. Ma soprattutto, racconta di come un incontro può cambiare l'esistenza.
Un giorno, mentre era seduto su una panchina ad Hyde Park, nei giardini di Kensington, in compagnia del suo cane Porthos, Barrie conosce i cinque figli dei coniugi Sylvia e Arthur Davies: George, Jack, Peter, Michael e Nicholas. Sarà un'amicizia bellissima e di reciproco affetto.
Frequentare la famiglia Davies gli ispirerà innanzitutto una piece teatrale, rappresentata nel 1904 e poi il romanzo nel 1911: Peter Pan, il ragazzo che non voleva crescere o Peter Pan e Wendy.
Ad essere sinceri questo romanzo non mi sembra adatto ad un bambino, o almeno alla mia  me-Bambina non lo avrei lasciato leggere.
Conservo ancora nel cuore l'immagine dell'Ombra inquietante che sghignazza malevola, nella versione Disney. E dopo averlo letto, non nascondo di aver provato pena per Peter e per tutti i bambini smarriti.
Ma oggi è stata una giornata molto bella e anche se non avevo voglia di scrivere sono qui a farlo. È stata liberata Silvia Romano, una bambina che ha deciso di dedicare la sua vita ai bambini più infelici e sfortunati. Un'italiana di cui essere fieri. Ed io sono emozionata e felice di aver appreso di questa notizia. Un miracolo di cui avevamo bisogno in questi giorni di polemiche infinite.
Cara Silvia ti dedico questa lettura: bentornata.

"Avere fede vuol dire avere le ali."

La bellezza di questo romanzo, secondo me, è nell'introspezione.
Peter non è un bambino comune, è un bambino che non vuole crescere.
Si circonda di amici che non sono proprio quelli di cui ti fideresti ad occhi chiusi.
Ma Peter è un bambino allegro, che sa volare, e guarda sempre le cose belle e il bello degli altri...be' fino a quando non se ne dimentica.

"È opinione comune che le fate sappiano un'infinità di cose."

Campanellino non è molto simpatica, diciamolo.
Però aiuta Peter. E nella vita non si incontrano solo persone piacevoli...
Direi che è un romanzo di formazione!!!

Un personaggio carino e nel quale ci si potrebbe identificare è quello di Wendy.
Wendy forse non conosce, ma sa fare tante cose. Ad esempio sa cucire e aiuta Peter con la sua ombra. Taluni hanno letto in questo gesto una rappresentazione del dramma vissuto dallo stesso Barrie.
Quando era ancora bambino, la sua famiglia su colpita da un grave lutto. La perdita del fratello maggiore avrebbe distrutto la povera madre. Ma Barrie in un certo senso si sostituirà al fratello scomparso, indossandone i vestiti, fischiando come lui.
Quindi il gesto di Wendy rappresenta il desiderio di unire e fondere David e Barrie.
Ma cosa importantissima, Wendy non dimentica come fa Peter.
Per lei il tempo scorre ed è prezioso.
Non nega la vita, anzi la sceglie e cresce...

"Quando arriviamo alla finestra è ormai scattata l'ora di chiusura.
Le sbarre di ferro si sono serrate per sempre."

Queste parole hanno un suono severo.
Sembra che si voglia chiudere le porte del proprio cuore alla fantasia, alla fanciullezza, all'innocenza.
Invece no, vuol dire solo che non si nega "il crescere", il mutarsi, il divenire.
A questo proposito mi piace ricordare una frase che sento appartenermi: per crescere non è necessario diventare adulti.
Non nego il mio fanciullino, la mia PiccolaMe.
Nego il mio essere Adulta.
Ma, mi dispiace caro Peter, nego anche l'essere per sempre uguali.
Sono a favore del mutamento.
Si può bloccare il tempo in quel momento della vita in cui si è “capaci di volare”. 
Il corpo lasciamolo invecchiare, l'anima espandersi; coltiviamo la mente, ma lasciamo il cuore giovane.
Se riusciremo a farlo, l'avvicinarsi del tic tac del Coccodrillo non sarà più così spaventoso.

Penso a Persona. Mi manca. Chissà cosa starà facendo.
Lui è il mio Peter Pan.
Il mio mondo lontano, inarrivabile.
La mia Isola Che Non C'è.

Forse ha ragione Peter,
crescendo si perde l’innocenza e la spensieratezza che contraddistinguono i bambini, si smette di volare e sconfiggere i pirati. Forse significa vivere in un mondo doloroso e disilluso dove non esiste il "e vissero per sempre felici e contenti".
Ma crescendo si può conoscere l'Amore, quello vero, quello puro, quello che arde ma non consuma, quello che move il sole e l'altre stelle.
E allora caro Peter, si può crescere.
E quando incontriamo l'Amore riprendiamo a volare, a essere felici, a ridere...

"Quando il primo bambino rise per la prima volta,
la sua risata si sbriciolò in migliaia di frammenti che 
si sparpagliarono qua e là."

p.s. Non entrate mai, mai, MAI in un giardino oltre l'orario di chiusura. Non si sa mai quando le fate hanno fissato la loro festa.

venerdì 8 maggio 2020

La Ragazza del Treno - Paula Hawkins

"I treni che sfrecciano ricordandomi in continuazione
che io sono ferma qui,
che non vado da nessuna parte."

Mentre aspetto di seguire con mio Fratello la lezione di JavaScript (non so come e perché, ma durante le lezioni di Html è saltata fuori la necessità di avere anche nozioni di Java), penso a cosa scrivere qui, nel mio piccolo mondo segreto.
Sto leggendo Guerra e PAce, quindi non ho libri recenti che mi possano ispirare. Come sempre più spesso mi accade, è difficile  rivivere le emozioni suscitate da precedenti letture.
Quindi sono sospesa in questo delirio di pensieri che non riescono a trovare un modo corretto per rivelarsi. Tuttavia non voglio scrivere l'ennesimo post senza senso.
Flashback!
Mi è tornato in mente questo romanzo, letto nell'estate del 2017 mentre facevo compagnia ai miei Principini. La foto è dello scorso dicembre, scattata in un ipermercato proprio perché la copia di cui mi avvantaggiai era di mia cognata. Vedendolo così esposto, pensai bene di fotografarlo...
Ricordo di aver letto questo romanzo senza difficoltà, velocemente. E di essermi anche appassionata alla storia di Rachel, Megan e Anna. So che ne hanno tratto un film; e i commenti che ho letto mi hanno fatto intendere che non è un romanzo con molti estimatori. Ma suppongo sia una questione di gusti. Io lo lessi mentre impedivo a i miei cuccioli di distruggere casa in assenza dei genitori. Quindi se nella mia mente apro il cassettino di questa lettura, ne viene fuori una sensazione positiva. Dignitosa compagnia di un lungo pomeriggio estivo.
Magari i palati raffinati avranno avuto i loro motivi per storcere il naso, ma onestamente non ho ricordi che mi spingano in quella direzione.

"I buchi della vita non si chiudono più.
Devi crescere intorno a loro, come le radici che affondano nel cemento,
e devi rimodellarti intorno alle crepe."

Le citazioni le sto ricopiando dal diario di quell'estate.
Sfogliandolo, vedo una persona diversa da quella che sento di essere oggi, più cupa e scostante, diciamolo pure, acida e antipatica.
Da un lato però sono contenta, vuol dire che sono cambiata...mutata, ho appreso qualche lezione.
Dall'altro lato (esattamente non saprei dire di quale prospettiva), non posso fare a meno di ridere di me stessa, di prendere in giro la mia ingenuità e tenerezza.
In passato scrivevo con vera passione e sentimento. Ci sono dei punti molto belli, in cui non solo non mi riconosco, ma mi stupisco per la proprietà di linguaggio.
E poi, la cosa più sconvolgente, scopro che parlavo già di Persona con sincero e spontaneo trasporto.
Questo lo avevo rimosso.
Non ricordavo nemmeno di avergli scritto delle lettere. In una gli dico: "L'anima a volte si incaglia;  la mia si è incagliata sulle tue parole".
Ma ero veramente fuori di testa!!!

Tornando al romanzo: è un bel giallo. Non sono un'esperta del genere ma i personaggi sono tarati bene. Sviluppai una specie di solidarietà con alcuni dei protagonisti femminili. E rileggendo alcune delle loro frasi, ancora oggi, sento quel legame.
Quale legame?
Quello che fa uscire i personaggi dalle pagine dei libri, che li fa camminare accanto a noi.
In alcuni casi quel legame si intreccia con la struttura a doppia elica del nostro DNA.

"Se imparerò ad aggrapparmi a questa sensazione,
quella che provo adesso,
se scoprirò il segreto per concentrarmi sulla felicità del presente
e godere dell'attimo,
se la smetterò di chiedermi quando arriverà la prossima scintilla di euforia,
allora andrà tutto a posto."

Ecco un messaggio dalla Me del passato.
Una citazione che mi appartiene ancora.

p.s. Mi sono fermata ancora un momento a leggere i pensieri di questa ragazza che nel 2017 pare fossi io; confermo iniziale sensazione di tenerezza.
Mi sembra una ragazza priva di cattiveria.
Per quanto mi sembri un'estranea c'è un sentimento che ci accomuna: l'amore.
Quello nei confronti di PiccoloPrincipe e PiccolopiccoloPrincipe lo riconosco e condivido.
Diverso mi sembra quello per Persona.
I diari sono strumenti pericolosi.
Vere e proprie macchine del tempo possono far sorridere o ferire.
Oggi sorrido.

p.p.s. Buffo, non ricordo niente ma, cascasse il mondo, se scrivo DNA penso: acido desossiribonucleico e le basi azotate sono quattro: adenina, guanina, citosina e timina.

giovedì 7 maggio 2020

Sperare

"C'è il tempo della parola e il tempo del silenzio,
però c'è anche il tempo della parola come complicazione.
Io credo che da un certo momento in poi la parola ci abbia complicato la vita."
Ermanno Olmi

C'è un tempo per combattere, un tempo per arrendersi.
Un tempo per costruire, un tempo per distruggere.
Uno per sognare, uno per guardare in faccia la realtà.
Per andare avanti, per fermarsi.
Aspettare, saltare.

Forse non ne siamo consapevoli, ma in questi giorni tutti in modo e misura diversi, siamo cambiati.
Qualcuno avrà perso un po' della storica arroganza, qualcuno sarà diventato più sicuro di sé.
Anch'io non sono esclusa da questo collegiale e misterioso cambiamento.
Ho imparato a fidarmi.
Ho sempre paura di disturbare, ma ora nella mia vita c'è una persona che mi ascolta, senza giudicare.
Inoltre cerco di non lasciarmi travolgere dalle sensazioni negative e dai fallimenti.
Il mio vivere alla giornata non è costruttivo ma difensivo. Non mi migliora, ma non mi peggiora.
Anche i Pupini se ne sono accorti; hanno ripreso a parlare con me. E le luci hanno ripreso a starmi vicino.
Immy mi guarda, è ancora silenzioso, ma confido in un suo ritorno. Da quel giorno a Milano, quando compresi che non avrei più potuto portarlo in giro, qualcosa si è spezzato. 
Pensavo fosse un segno del mio cambiamento, che stessi crescendo. Invece mi stavo solo impoverendo.
Apro la mia copia de Il Piccolo Principe; siamo davanti al Re che dice: "Sarà verso, verso, sarà questa sera verso le sette e quaranta!".
Stiamo parlando di tramonti.
Nel mentre, dalla finestra,  vedo la Luna. Bellissima!
A quanto pare oggi, leggo, è proprio una superluna. (Immy ha sorriso.)
Mi manca il mare. Ma non quello delle spiagge assolate e affollate.
Mi manca il Mare, il suo respiro. 
Cerco di mantenere questa calma conquistata così faticosamente.
La mia calma ha in sé molto di Persona, Amica e mio Padre.
Non esistono isole deserte. 
Per quanto prive di vita, desolate, sperdute o dimenticate, perfino le isole più remote sono abbracciate dal Mare.

Che abbia trovato il senso dello Sperare?

mercoledì 6 maggio 2020

L'Interpretazione dei Sogni - Sigmund Freud

“Non siamo mai così indifesi verso la sofferenza,
come nel momento in cui amiamo.”

Non è uno di quelli che nella mia mente si inserisce tra i simpatici, ma oggi voglio ricordare Sigmund Freud nel giorno della sua nascita.
Sono le 22.24 sono stanca e non so di cosa parlare.
Ci riprovo più tardi.

Ore 02.02
Ho avuto la mia buonanotte e sono semplicemente felice.
Anche se tempo fa mia madre fece un sogno strano con me protagonista. Credo che sia da collegare alla sua paura di perdermi. E mi dispiace molto sapere che è così preoccupata. Ma sento che per me è il momento di non avere paura e uscire dalla mia zona di confort.
Ma tornando allo zio Freud che ho letteralmente abbandonato e visto che mi è venuto in mente il sogno di Mater, mi sembra il momento giusto per parlare di lui.
Di lui tutti sanno tutto, ma lo studio più affascinante, di cui fu pioniere è quello sui sogni che egli intese come via regia verso l’inconscio. Dava molta importanza al mondo onirico e pare che da giovane avesse l'abitudine di segnare tutti i suoi sogni. Ne parlai tempo fa a proposito del libri di Pennac (la Legge del Sognatore) io non sogno, o meglio non ricordo mai niente. Solo a volte. In passato invece anch'io avevo un quadernetto dei sogni. Magari è tutta una questione di abitudine, di educazione al ricordo, chissà.
Resta che l'argomento è affascinante e non stanca mai. Ha sedotto l'uomo dai primordi. E al genio freudiano dobbiamo l'aver dato dignità ad un mondo che spesso si rischia di lasciare in mano a ciarlatani e approfittatori.

La scienza oggi ci ha spiegato che durante il sonno il nostro cervello non si ferma. Anzi, il sogno è proprio il prodotto dell'attività mentale che si realizza mentre la nostra coscienza è a riposo...più o meno.
Il prodotto, il sogno, non è lo stesso per tutti. Solitamente è fatto di immagini, che possono avere o meno un filo narrativo coerente; a volte può essere coinvolto tutto l'io emotivo del sognatore, e così ci si può risvegliare in lacrime o felici. Mediamente sogniamo due ore per notte, e ogni elaborazione dura venti-venticinque minuti. A quanto pare i sogni della fase REM sono quelli che si ricordano con maggiore frequenza. Ma si sogna anche nella fase NREM (non REM).

Cosa diceva dunque Freud a proposito dei sogni: essi hanno in sé un contenuto manifesto ed uno latente. Il primo si riferisce alle immagini vere e proprie che il sognatore racconta al risveglio, il secondo si riferisce a ciò che bisogna svelare, vedere, insomma, interpretare.
Il primo è un simbolo, il secondo è il suo significato.
Per estrapolarlo bisogna avvalersi di alcune leggi interpretative da lui stesso formulate.
Vediamo in breve quali sono:
  1. Condensazione: un'immagine del sogno può riunire insieme vari pensieri e ricordi.
  2. Spostamento: il sentimento che il sognatore porta in sé e quindi trasmette al sogno, si rivolge ad un oggetto differente da quello che lo aveva provocato.
  3. Drammatizzazione: le emozioni sono dense e movimentate nel sogno.
  4. Simbolizzazione: l'inconscio usa dei simboli propri per tradurre i pensieri e le emozioni.
  5. Rielaborazione secondaria: è il momento del risveglio, questa volta è la coscienza che si riappropria dei suoi spazi e ostacola il ricordo della trama del sogno.
Il sogno è un desiderio mascherato, che in questo modo riesce a sfuggire alla censura del Super-io sognante; è sempre collegato a un fatto emotivo dei primi anni dell'infanzia, depositato nell'inconscio.

In realtà altri studi hanno dimostrato che non è così, che i sogni non sono così raffinati. Non tutti sono portatori di significati o desideri repressi. A volte sono semplici impulsi neuronali.

Nello stesso capitolo dei sogni dovremmo inserire un paragrafo per gli incubi.
Dal latino incubare, "giacere sopra", nella tradizione romana l'incubo era immaginato come una creatura malefica di aspetto maschile che giaceva sui dormienti, dando loro un senso di soffocamento. (A tal proposito, credo che a tutti venga in mente il quadro dello svizzero Johann Heinruch Füssli, Incubo. Niente come quest'opera richiama alla mente ciò di cui si sta parlando! E il post che ho richiamato è molto interessante. Anche il post della cara Wikipedia merita una lettura: Incubo2.)
Secondo i professionisti, sarebbero espressioni dell'incapacità di gestire alcune situazioni della vita reale.

Infine, last but not least, mi permetto un riferimento ai sogni premonitori.
C'è gente che ha queste capacità soprannaturali? Alcuni raccontano di morti che appaiono loro in sogno per portare notizie e previsioni. 
Liberi o meno di crederci. 
Però vale la pena ricordare che l'illustre dottor Gustav Jung sosteneva di essere un sensitivo e a suo modo di interpretare la faccenda, i fenomeni paranormali erano da intendersi segnali dell'inconscio collettivo, esattamente come i sogni erano segnali proveniente dall'inconscio individuale.

La magia oggi è demonizzata proprio per la presenza dei ciarlatani/truffatori di cui accennavamo - "accenavamo" ma chi? Io e le mie me stesse - prima.
Ma non si dovrebbe dimenticare che quando la Scienza non era stata ancora inventata, la Magia camminava sulla Terra e si fondeva con la vita in perfetta armonia.
Si guardava al cielo e si seguiva il ciclo della Natura per risolvere i problemi della vita comune, ma anche per sondare le profondità dei significati dell'Esistenza.

martedì 5 maggio 2020

Ei fu.

"Ei fu. Siccome immobile,
dato il mortal sospiro,
stette la spoglia immemore
orba di tanto spiro,
così percossa, attonita
la terra al nunzio sta,
muta pensando all'ultima
ora dell'uom fatale;
né sa quando una simile
orma di piè mortale
la sua cruenta polvere
a calpestar verrà."

Se sei stato uno studente italiano, il Cinque Maggio puoi dire solo due parole: "Ei fu."
Così Alessandro Manzoni iniziò l'ode dedicata alla figura di Napoleone Bonaparte.

E mi fermo.
Oggi è stata una giornata serena, vissuta ancora sotto l'effetto Persona.
Poi, durante una pausa dallo studio, mentre cercavo di elaborare un piano per scrivergli, mi sono affacciata al balcone e il mio umore è mutato.
Sarà la stanchezza, ma avrei voluto urlare il mio disprezzo contro tutto quello che vedevo.
Orde di orchi e orchetti a spasso per la città, come se il Covid-19 non fosse mai esistito.
Sono ancora fuori di me.
Ho pensato a tutte le persone che hanno perso la vita, a tutti quelli che hanno perso il proprio lavoro, a quelli che hanno perso la loro speranza per il futuro (quelli come me).
Non voglio appartenere a questa umanità. Preferisco essere inserita nel Regno dei Minerali.
Odio tutto questo.
Ho avuto anch'io sedici anni, ma non sono mai stata così egoista, ignorante, irresponsabile.
Sono delusa, avvilita.

Non molto tempo fa leggevo in un libro di Saramago, che durante il sonno, l'anima si allontana dal corpo che resta quindi simile ad un guscio vuoto, in attesa del risveglio dei sensi.
Ho il sospetto che molti abbiano smarrito la propria anima e che il corpo in qualche modo continui a vivere, ma solo per espletare funzioni primordiali: mangiare, respirare, cose così.

E che lo dica una come me è molto grave.

Sarà difficile trovare il coraggio di scrivere a Persona.
Le ragioni sono diverse:
- mi vergogno, continuo a sentire su di me una specie di stigma;
- non sono brava con le parole;
- non abbiamo niente in comune, se si esclude lo scherzo, è impossibile comunicare.

Mi sa che rinuncio. Lui è stato così gentile, ma io non sono degna di continuare a tessere questo...questa...boh...non so cosa sia...comunicazione (penso possa definirsi così; sicuramente non è un rapporto d'amicizia, da parte sua, e non è una conoscenza).

Novità: ho impiegato un giorno intero per decidermi ma ho finalmente iniziato la nuova lettura.
Spinta da non so quale follia, ho iniziato Guerra e Pace.
Non finirò mai. So che fallirò.
Anche se la scrittura di Tolstoj mi rapisce sempre fin dalle prime pagine.

Mollo il pc e cerco di procedere; alle ore 22 lezione di JavaScript con Fratellone.
La Fase II è come la Fase I, ma solo per la sottoscritta.

ore 23.23
Lezione complicatissima; la programmazione non è il mio forte, però è divertente!
'Notte 'notte.

lunedì 4 maggio 2020

Fase II

Stamattina mi sono svegliata e canticchiavo...
Può sembrare una cosa normale, ma non per una come me.
Sono ancora sotto l'effetto del buonumore che mi ha regalato Persona.
È una specie di magia.

Non si usa la bacchetta magica.
Basta un dito, solitamente l'indice.
Una leggera pressione e... varchi la soglia di un altro mondo.
Qui non serve il corpo, quello rimane sulla Terra.
In particolar modo una come me non usa né cuore né cervello.
L'unico bagaglio utile è l'anima.
Ci si sente un po' fragili, nudi.
L'anima è un bagaglio di poco conto, molto leggero.
Può fare freddo. Ci si può ferire, soprattutto quando non si conosce la strada da seguire.
Questo mondo non è deserto. Il popolo che lo abita può essere pericoloso, invadente, aggressivo, generoso, affettuoso. Un popolo variegato.
Capita a volte, solo a volte, di incontrare qualcuno che ha un bagaglio più pesante.
Ha con sé cervello, tanto, cuore e anima. Non si mostra tutto in una volta. Però lo si capisce che è diverso, ingombrante. Provi a seguirlo, ti fai male. Non molli, ti fai ancora più male. Allora pensi di aver sbagliato tutto. Ti nascondi e cerchi di curarti, perché il dolore è tanto.
Ed ecco che accade una cosa inaspettata. Quel Qualcuno è lì, fuori al tuo nascondiglio. Si siede per terra e ti racconta una storia. Scopri che ha un cuore immenso, un'anima abbagliante.
Quando lo scopri è tardi.
Non vuoi più tornare indietro, vorresti ascoltarlo tutta la vita.
Ma non si può fare, suona la sveglia. Sei tornato sulla Terra.
Ma c'è qualcosa di diverso in te.
Hai una storia nel cuore, un'impronta nell'anima.
E un solo desiderio: tornare lì, dove puoi incontrare Qualcuno.

domenica 3 maggio 2020

Cinquantacinquesimo giorno - Le Intermittenze della Morte - José Saramago

"Su di noi, la morte conosce tutto,
e forse è per questo che è triste."

Ho finito questo romanzo con molta calma. Me lo sono goduto fino all'ultima pagina. È stata una lettura perfetta. Ho temuto nella delusione finale, che non c'è stata! A me, è piaciuto tutto e tantissimo.
Il libro lo dividerei in due sezioni: una di presentazione, in cui ci viene raccontato cosa sta accadendo nel mondo e le varie implicazioni che un'anomalia nel sistema tradizionale può originare.
Ed una seconda parte quando scende in campo la protagonista e ci viene raccontata una storia nuova, almeno alle mie orecchie.
La morte di cui si narra qui non è quella suprema, la Morte madre. È una morte minore, designata ad una sezione specifica, quella dell'umanità.

Un consiglio.
Se qualcuno volesse approcciare questa lettura dovrebbe ascoltare in sottofondo: un brevissimo studio di Chopin, opera venticinque, numero nove, in sol bemolle maggiore e la suite numero sei opera mille e dodici in re maggiore di Jhoann Sebastian Bach composta a Cöthen.

La scrittura di Saramago ha una caratteristica che ho imparato ad apprezzare già dalla prima lettura. Scrive tutto d'un fiato. Senza lettere maiuscole, senza punti interrogativi, senza virgolette.
Il dialogo e la narrazione si intrecciano proprio come se ci fosse qualcuno a raccontare dal vivo una storia.
C'è una domanda che si scaglia tra le parole, mentre le pagine volano: cosa accadrebbe se sapessimo la nostra data di morte?
Un tema simile l'ho riscontrato anche in un film che Persona mi fece apprezzare tanti anni fa: Dio esiste, e vive a Bruxelles.
Nel film Ea riesce a sentire la musica che ognuno di noi porta dentro di sé.
Qui invece, il Violoncellista e i suoi colleghi disquisiscono sulla "possibilità di comporre dei ritratti musicali, dei veri e propri ritratti, non tipi, come quelli di samuel goldenberg e schmuyle, di mussorgsky"
E
"gli era venuto in mente di dire che il suo ritratto, se davvero fosse esistito in musica, non lo avrebbero certo trovato in nessuna composizione per violoncello, ma in un brevissimo studio di chopin".

Ad un certo punto ho sottolineato tutto il libro.
Inevitabile la riflessione sulla vita e sulla morte mentre la lettura avanza.

Ho pensato alla mia vita.
Ordinaria, semplice, fatta di un mondo che non esiste.
Mi sono rivista nel protagonista senza nome. Quasi cinquantenne, con un cane affettuoso, musicista di professione ma senza un particolare talento.

"Un vivo che è morto, un morto che sembra vivo."
"Lei è difesa da un cerchio invisibile, da un circuito ad alto voltaggio in cui brucerebbero come minuscole farfalle notturne" coloro che tentassero di avvicinarla.

Anche in questa lettura ho ritrovato Persona.

"Non capisco niente, parlare con lei è come ritrovarsi in un labirinto senza porte."
"Ciò che chiama misteri è spesse volte una protezione, ci sono alcuni che indossano l'armatura, ci sono altri che portano con sé i misteri."

E pensando alla mia morte.
Sarebbe bello se fosse annunciata attraverso il volo di una Acherontia Atropos.
Se avessi un preavviso di otto giorni non stravolgerei la mia non-vita. Sicuramente donerei tutto quello che ho da donare. Scriverei una lettera alle persone che amo.
Chiederei scusa alle persone che ho ferito, più o meno volontariamente.
E poi... sì, direi a Persona tutto quello che provo. Tutto! E forse, gli farei una richiesta. Tanto...otto giorni e morirei. Almeno non avrei rimpianti.
Ma nessuno sa quando la Parca taglierà il filo.
Quindi niente lettere, niente confessioni, niente richieste.
Probabilmente è meglio così.

Sono distratta. Persona mi ha scritto. Si è inventato una super scusa. Sono fuori di me dalla gioia.
Non ne esistono altri uguali.
Finire la Fase I così è stupendo.
Il migliore dei finali.

"Era bella, magari non la più bella fra il pubblico femminile,
ma bella in un modo indefinibile, particolare,
impossibile da spiegare a parole,
come un verso il cui senso ultimo,
se è possibile che ciò esista in un verso,
sfugge continuamente al traduttore."

Credo che sia il modo più vero per descrivere la persona Amata.
Vorrei che un giorno qualcuno usasse parole simili.

Ma alla mia età c'è poco da sognare ancora...

suona come se si stesse congedando dal mondo,
dicendo finalmente tutto quello che aveva taciuto,
i sogni infranti, i desideri frustrati, la vita insomma.

Questo libro entra nel mio cuore con su una bella etichetta che dice "preferiti".
E lo so, dovrei parlare più della vita che della morte ma sento di avere più cose in comune con la nera signora che con sua sorella.
Però nel libro si equilibrano: l'immagine della farfalla annunciatrice di morte e quella della musica per descrivere una vita sono allo stesso modo e tempo idilliache.



LV giorno...fine

sabato 2 maggio 2020

Cinquantaquattresimo giorno - Sabato qualsiasi

"Che io possa avere la forza di cambiare le cose che posso cambiare,
che io possa avere la pazienza di accettare le cose che non posso cambiare,
che io possa avere soprattutto l'intelligenza di saperle distinguere."

Thomas More

Oggi ho parlato per un po' con V.
Stava meglio, ma non come suo solito. Era decisamente giù di tono. L'ho detto in passato, non mi risparmierò: V. è una brava ragazza, meriterebbe di essere felice, di vedere realizzarsi i suoi sogni. Invece è consumata da paure e incertezze. Che sono le stesse che rodono anche la mia serenità.
Ho trascritto, (non è vero ho usato spudoratamente il "copia e incolla"), le parole di Tommaso Moro: e se fossimo incapaci di distinguere le cose che sono lì per noi?
A volte penso che se avessi più coraggio, più stima di me stessa, potrei migliorare la mia vita; anche il passato avrebbe avuto un rumore diverso.
Altre volte, invece, mi dico che sono buona a nulla e che l'unica cosa che potrei cambiare è lo smalto delle unghie (in realtà nemmeno quello, perché in questi giorni non sopporto nemmeno lo smalto!).
Ma il passato non si può cambiare. E quando ci hanno provato è stato sempre molto rischioso. Grande Giove! (cit.)
Lasciamo le cose come stanno. La frase di T. Moro rimane perché è bella; non ci aiuterà a trovare una soluzione per affrontare il futuro, ma ci aiuterà a viverlo in modo più leggero.

Eliminando le elucubrazioni, rimane la situazione contingente.
E la situazione contingente suggerisce che la mia paura non è senza fondamento.
Sono realmente un'incapace senza talento. 
Vorrei poter sostenere V. 
Dopo la nostra telefonata mi ha mandato un messaggino.
Forse non sono così male quando voglio bene a qualcuno con un carattere d'oro come V.
In altre parole, facile voler bene e fare del bene quando si parla di V.
No, non sono io, è lei una cara ragazza! Spero si senta meglio.
Se sapesse che parlo di lei arrossirebbe. Non glielo dirò.

Sto finendo di leggere il mio romanzo della settimana.
Quindi domani sarò autorizzata a parlare del mio argomento preferito senza sentirmi in colpa e senza scrivere parole che sembrano nave sanza nocchiere in gran tempesta.

"È più facile resistere all'inizio che alla fine."

Scriveva Leonardo da Vinci, di cui ricade oggi l'anniversario della morte. Aveva ragione, naturalmente.
Negli ultimi giorni ho avuto molte difficoltà a mantenere un atteggiamento civile.
Mi alzo dal letto solo per vergogna. Solo perché non voglio sentire i miei sensi di colpa urlare; mentre tutti gli altri sensi ci rimarrebbero volentieri nel letto, tipo per sempre.
Suppongo che uno come Leonardo non avrebbe sofferto questo periodo di isolamento. Chissà quanti studi coi mezzi a disposizione di oggi, avrebbe realizzato. Quali e quante meraviglie avrebbe potuto donare ancora all'umanità.
Magari gli sarebbero mancate anche le uscite con gli amici, il sabato sera al ristorante, la passeggiata sul lungolago.
Probabilmente uno scenario non esclude l'altro. Non era certo un solitario.

E lo so di essere senza controllo, ma devo concludere il mio delirio con Alessandro Scarlatti.
Nato a Palermo nel 1660, fu compositore di musica barocca, fondatore della scuola musicale napoletana; è considerato il massimo rappresentante italiano del periodo.
Da bambina vissi pochissimi anni in una strada che portava il suo nome.

La nostra vita non è mai del tutto nostra.
Non ci appartiene, ne siamo solo custodi.

Come si misura una vita?
A volte ci penso.
Sono il risultato di una serie incalcolabile di combinazioni che hanno dato il mio, e solo mio, DNA.
All'interno, se potessi osservarlo con un favoloso microscopio, potrei riconoscere un pezzetto con il nome "Scarlatti", uno coi colori del paesaggio nella foto, un altro sicuramente avrebbe il profumo del mare.
Un pezzetto sarebbe fatto di "mossa Kensas City" (merito di Persona che ormai fa parte di me),
di "base maggiore + base minore per altezza il prodotto diviso due",
di blu oltremare,
di Polifemo, di Gobbolino, di PiccoloPrincipe,
di papà che mi racconta storie per farmi addormentare,
del prof. che mi rimprovera perché difendo chi mi attacca,
di Don che mi chiama giovinetta,
di never ending story,
di stelline fosforescenti,
di uccellini salvati,
di citazioni trascritte.

Siamo l'eco di una conchiglia che respira sulla spiaggia, l'aria che smuove il battito di ali di una farfalla, la risacca del mare, il fumo che sale dall'Etna, la nota stonata del flauto dolce della scuola media, il ginocchio sbucciato la prima volta che siamo andati sui pattini, il campanellino della bicicletta.
Siamo l'ombra della carezza dei nonni, del sorriso della mamma, della foto scattata col fratellino, del paesaggio di una terra straniera.

Siamo... sì, amo!

E fu sera e fu mattina...LIV giorno.






















venerdì 1 maggio 2020

Cinquantatreesimo giorno - Primo Maggio

il Crocifisso: Non è la grammatica che conta, ma il cuore!

Oggi è la Festa dei Lavoratori. Poco cambia, perché siamo tutti in quarantena. Ancora per poco. Da lunedì torneremo a non essere tutti uguali. La mia solitudine tornerà ad essere mia, solo mia. Molti torneranno a lamentarsi per l'incombenze del quotidiano. Molti, questi sì a ragione, si lamenteranno per la sorte avversa.
1908: nasceva Giovannino Guareschi. Uno degli scrittori italiani più tradotto nel mondo. 
Ha donato al mondo un capolavoro di nome Don Camillo.
Ironico: nasce oggi il padre di Peppone, che per lungo tempo ha incarnato, nella mia testa bambina, l'immagine del vero sindacalista. 

Don Camillo: Ha del talento quel bambino. [Guardando il disegno della piazza del paese donatogli da Peppone e realizzato da suo figlio]
Peppone: Eh...
Don Camillo: Davvero... Peccato che abbia un padre così.
Peppone: Eh?
Don Camillo: Ma insomma che Dio glielo conservi.
Peppone: E che conservi anche voi...


In un certo senso queste battute hanno fatto parte del sottofondo nel quale sono cresciuta.
Mentre scrivo, in TV seguo un film che ha come protagonista l'On. Giuseppe Di Vittorio. Un altro sindacalista, reale, non di carta.
Uno di quegli uomini che ha dato dignità e senso al titolo di "onorevole".
Come disse qualcuno, il vero problema è quando il Bene resta immobile mentre il Male dilaga.

Sicuramente persone perbene sopravvivono anche al giorno d'oggi.
Ma sembra che i pagliacci e gli sciacalli urlino di più ed offuschino tutto.
Temo per la mia Patria. 
Oggi mi sono presa della "fascista", perché ho detto che la grandezza di una persona è testata dal numero di nemici che ha. 
Superficialità mia, me ne rendo conto. Ma credo fermamente che se una persona vuole, vede male ovunque e travisa tutto.
Riconosco di essere rimasta colpita dai commenti. Ma se ti esponi, può capitare che qualcuno ti insulti o ti contesti.
Ovviamente non ho alimentato la polemica. Non ho replicato.

Chissà quanto poco chiari devono essere anche questi miei post. 
Le persone si conoscono guardandosi negli occhi.
L'ho capito molto, molto tardi.

Persona è parte della mia anima. E sarà così per tutta la vita.
Ma avevo ragione quando ho deciso di lasciarlo andare.
Non avrebbe mai accettato di conoscermi veramente.
E senza maschere ho perso il mio ruolo di buffone.
Non sono niente. Un guscio vuoto.

Finito anche questo giorno. Lunedì si avvicina.

p.s. Benvenuto Maggio.