sabato 4 gennaio 2020

Agnes Grey - Anne Brontë

"Ogni storia vera contiene un insegnamento;
può capitare tuttavia che il tesoro sia ben nascosto e,
una volta trovato,
risulti esiguo e insignificante,
un grinzoso gheriglio rinsecchito
che miseramente ripaga la fatica di schiacciare la noce."


Il mio anno inizia con questo bel romanzo della minore delle Brontë.
Ora che le ho conosciute tutte e tre posso affermare con sicurezza che sono favolose, nessuna esclusa. E se hanno ricevuto delle critiche, queste erano decisamente immeritate.
In particolare, la prosa di Anne è semplice ed elegante.
Ho apprezzato molto il suo non voler tediare il lettore con descrizioni dettagliate e prolisse. C'è un sottofondo autobiografico che ha reso, almeno ai miei occhi, la lettura più sincera e meno romanzata.
Le atmosfere sono quelle dell'età vittoriana, popolate da gente facoltosa che di nobile ha solo il nome, non certo i modi. Persone nobili di cuore oltre che per titolo, protagoniste di romanzi ne ho incontrate poche. Annovero il Principe Felice e il Piccolo Principe per riscattare la categoria.

Il personaggio di Agnes mi è piaciuto molto. Una persona combattiva, orgogliosa. Modesta e dignitosa. Con un'infinita pazienza, che vorrei rubarle. Non so come si faccia a rimanere buoni in un mondo pieno di perfidia, ma lei ci riesce con naturalezza. Molte delle sue riflessioni, sono state anche le mie.
Qualcuna la voglio mettere in luce qui, magari piace anche a te:

"Se solo mi fossi liberata della mia timidezza, fidandomi un po' più di me stessa."

"L'esser confinata a una simile compagnia era un male, sia per gli effetti immediati che per le conseguenze che ne sarebbero probabilmente derivate. Dall'esterno non mi giungevano concetti nuovi o pensieri stimolanti: e se ne nascevano in me, venivano quasi sempre schiacciati all'istante o destinare a languire e appassire, non riuscendo a vedere la luce."

"Si è portati istintivamente ad amare ciò che dà piacere, e cos'è più piacevole di un bel viso, perlomeno in assenza di informazioni negative su chi lo possiede?"

Se non mi fermo copio tutto il libro!
È vero: la timidezza può isolare, chiudere al mondo.
Per paura di ferire e di essere feriti, rinunciamo ad affidarci e fidarci degli altri.
Ma le opinioni altrui, per noi condivisibili o meno, ci arricchiscono e ci aiutano a crescere.
Non si può vivere in una pozzanghera e pensare di avere lo stesso riciclo d'acqua di un fiume.
Nel mio piccolo riesco ad ossigenare la mia anima con i libri. Ma è sempre il mio spirito a scegliere, a distinguere tra le righe le parole che possono aiutarlo.
Invece è necessario stare in silenzio e prendersi le parole che qualcun'altro decide di destinarci.
Ecco perché mi piaceva Persona. Ora che lui non c'è mi sento molto triste.
Sono tornata a parlare da sola.
Inoltre è vero che la bellezza fisica sia un valido aiuto. Inutile negarlo. Dà quella chance che a noi brutti è negata. Noi altri, noi brutti intendo,(non tu-lector ed io), possiamo essere simpatici, ma mai arguti, intelligenti o spigliati. Inutile rimuginarci su. Bisogna accettarlo di buon grado. Se possibile, congelando il cuore.

"Andare a pensare che io sia così stupida da innamorarmi! Degradarsi a fare una cosa simile! Amore! la detesto questa parola!"

Ho trascorso le ultime notti in tormento. Sono stata male fisicamente, ancora non ne sono guarita.
Ma credo di essere approdata ad una risoluzione felice per il mio equilibrio interiore. Il mio amore non è sprecato. Ma in un certo qual modo è una piccolissima luce nell'universo. Il vero dolore non nasce dal non essere amati, ma dal non riuscire più ad amare.

"Sì, perché almeno questo non me lo potevano sottrarre: pensare a lui giorno e notte, e sentire che ne era degno."
"Ma pur arrecandomi delizia quei pensieri, il mio era un piacere sempre carico di pena e inquietudine, troppo simile al tormento, e che mi nuoceva più di quanto immaginassi."
"Se ti pensasse solo la metà di quanto pensi a lui, avrebbe già fatto in modo di incontrarti molte volte."
"Non vi erano state parole d'amore, né minimi cenni a tenerezza o affetto, eppure avevo provato una felicità sublime.
Essergli accanto, sentirlo dire le cose che aveva detto, sapere che mi riteneva un'ascoltatrice degna, in grado di capire e apprezzare le sue parole nel modo giusto - questo mi bastava."
"Follia pura, assurdità che non vale la pena di contraddire! Fantasie, invenzioni belle e buone di cui ti dovresti vergognare."

Questo è in sintesi ciò che provo. Ciclicamente mi illudo, mi distruggo, mi rimprovero, dico "basta".
E poi mi ritrovo a riprendere il giro. Come su una giostra.
Questa volta credo che mi comporterò in modo diverso. Trascorrerò il mio Inverno nel silenzio del mio cuore. E non lascerò per nessun motivo la mia tana buia.

Per Agnes, che se lo merita, il finale sarà diverso. Il signor Edward Weston non le negherà l'accesso al suo cuore.
Sono dei personaggi meno travolgenti di quelli raccontati dalle altre sorelle, ma mi sono affezionata ugualmente e ho gioito della loro gioia.
Il mio cuore tumultuoso continua ad amare Chaterine e Heathcliff, forse perché inconsciamente so che non conoscerò mai un amore così cocente, così devastante.
Forse perché c'è un fondo di masochismo nel mio essere innamorata di chi non mi ama.
Non lo so. So soltanto che le ore in compagnia di Anne e della sua Agnes sono state piacevoli e hanno reso delicato questo inizio di Gennaio.

p.s. Mentre scrivo il piccolo Goldy sta morendo.
È un pesciolino dorato, vinto ad una fiera cinque anni fa.
Per la maggior parte delle persone un essere insignificante. Per me invece un amichetto silenzioso. Che si rendeva conto della mia presenza, agitandosi appena entravo nella stanza, e a modo suo mi faceva sentire al mondo, visibile.
Ciao piccolo Amico.


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