giovedì 2 gennaio 2020

Le Fiabe di Beda il Bardo con un commento del Professor Albus Silente - J.K. Rowling

"Il che dimostra che, per quanto intelligente,
sono comunque un idiota come tutti."

Se non ho frainteso quello che mi hanno detto, in questi giorni trasmetteranno in televisione, gli otto film di Harry Potter.
L'atmosfera magica è quella di cui ho bisogno per andare avanti e così ho scelto di cullare i miei pensieri, rievocando questo libriccino dalla mia libreria.
Immagino tu conosca Beda il Bardo.
Le sue storie tra i maghi e le streghe sono famose quanto quelle dei Grimm nel mondo babbano. Non puoi essere stato un bambino mago o strega, se non hai mai sentito i suoi racconti.
Il più famoso, grazie alle avventure di Harry e dei suoi amici, è "I doni della Morte", il cui titolo originale, in realtà è "La storia dei tre fratelli".
Ho difficoltà a credere che ci sia, anche tra i babbani, chi non conosca questa storia, ma ne farò ugualmente un riassunto:

Tanto tempo fa, tre fratelli maghi viaggiavano lungo una strada lunga e faticosa.
Era quasi notte quando trovarono un fiume a impedire loro di proseguire.
Ma invece di attraversarlo, come facevano i viandanti normalmente, usarono i poteri magici per costruire un ponte e raggiungere così l'altra sponda, senza ulteriori difficoltà.
Ma questo "trucchetto" non piacque alla Morte che, grazie al fiume poteva reclamare molte anime. Furba però, invece di mostrare il proprio disappunto, si congratulò con i tre fratelli e offrì loro dei doni.
Il primo fratello ottenne la bacchetta magica più potente al mondo.
Il secondo una pietra per sconfiggere la Morte stessa.
Il terzo, il più umile, chiese semplicemente un modo per andar via di lì senza essere visto dalla Morte; questa, riluttante, gli donò il suo mantello dell'invisibilità.
Ognuno coi propri regali, prese una strada diversa e i fratelli si separarono.

Il primo arrivò in un villaggio dove aveva da saldare un conto in sospeso con un vecchio nemico. Lo sconfisse, grazie alla potente bacchetta ma commise l'errore di vantarsene. La notte stessa fu assassinato proprio a causa di quel potere; e così la Morte ebbe la sua prima anima.

Il secondo fratello, rientrato a casa, evocò la sua promessa sposa morta prematuramente prima delle nozze. Ma la fanciulla, ormai, non apparteneva al mondo dei vivi, era fredda e triste. Il povero innamorato si uccise per stare eternamente con lei; e la Morte riebbe la sua seconda vittima.

Molti anni trascorsero, ma del terzo fratello la Morte non riusciva a trovare traccia!
Quando giunse il suo momento, dopo una vita serena e florida, l'ultimo dei tre si levò il mantello, lo consegnò al proprio figlio e andò incontro alla Morte che "salutò come una vecchia amica".


Una fiaba per maghi ma sulla quale possiamo riflettere tutti, con o senza poteri magici.
Si può ingannare la Morte? No. Tutti quanti dovremo tornare da lei.
Probabilmente nasciamo con già una data di morte, tatuata con inchiostro invisibile.
Possiamo solo vivere.

Il potere accompagnato all'arroganza alla fine ci distrugge.
Ciò che la morte ha già reclamato, non può tornare indietro.
Allora lasciamoci conquistare dalla Vita.
Questo lo dico a me stessa che non apprezzo ciò che ho, ma penso continuamente a ciò che mi manca.
Non è facile, ma ci si deve impegnare.
Oggi è stata una giornata fredda e col sole.
L'inverno è lungo e l'anno è ai suoi inizi.
Apro tutte le finestre della mia anima per far entrare quest'aria giovane.
Spero ci sia un raggio di sole pronto a riscaldarmi.
Nel frattempo cerco di dare il mio meglio.
Non mi lascerò andare.

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