domenica 19 gennaio 2020

Storie di Terrore e Follia - Edgar Allan Poe

"C’è qualcosa, nell'amore generoso e paziente di un animale,
che va direttamente al cuore di colui che ha avuto frequente occasione
di sperimentare la meschina amicizia e la tenue fedeltà
– tenue come la tela di un ragno –
di chi è solo un Uomo"


Il 19 gennaio del 1809 nasceva Edgar Allan Poe.
19011809: ma vogliamo soffermarci un momento a considerare la bellezza del numero nove?
La massima espressione dell'amore divino.
Se si considera la mia passione per il gioco Masquerade, non sarò biasimata se banalmente esprimerò la mia passione e stima nei confronti di quello che è considerato il padre della letteratura dell'orrore.
Lovecraft, Stoker, Leroux: se abbiamo avuto questi splendidi scrittori, forse un po' lo si deve al talento e alla bravura di questo immenso poeta.
La sua vita non è stata fortunata.
Ed è morto che di anni ne aveva compiuti solo quaranta, nel 1849.
(Eviterò parallelismi con la mia vita; l'unica cosa che posso dire è che la mia esistenza è abbastanza orripilante, come il mio aspetto, quindi qualche personaggio avrei potuto ispirarlo.)
Non starò qui a giudicare l'uomo, non essendo nessuno per farlo. Ma mi permetto di dire che per scrivere come lui, per usare le parole come lui, per vedere il mondo come faceva lui, Lui non poteva essere come gli altri. Doveva essere diverso dai suoi contemporanei. C'è del genio in chi immagina certe storie. E il genio è sinonimo di infelicità. Magari non sempre, ma spesso lo è. 

"Quelli che sognano ad occhi aperti sono a conoscenza di molte cose che sfuggono a chi sogna addormentato."

Credo sia una citazione meravigliosa, che descrive perfettamente la personalità di questo scrittore.

"La scienza non ci ha ancora insegnato se la pazzia sia o no più sublime dell'intelligenza."

Caro Edgar, siamo in molti ad attendere questa risposta.
Una cosa però è chiara: il mondo non è per i sognatori e per chi pur essendo sveglio continua a sognare.

Uno dei temi ricorrenti tra i suoi scritti è la morte.
So di esserne ossessionata, ma Poe lo fa in un modo unico e originale.
Prima di lui nessuno mai.
Il suo comporre e scomporre corpi, animarli e rianimarli mi lascia sempre col fiato sospeso.
Non sono mai sicura che i morti lo siano veramente.
A volte mi chiedo se non lo siano più i vivi.

Io sono più morta di un morto.
Mi rianimano i messaggi di Persona.
Il mio cuore riprende a battere se c'è lui.

Se vivessi a Baltimora sarei sicuramente una Poe Toaster.

Nessun commento:

Posta un commento