giovedì 16 gennaio 2020

I Borgia - Alexandre Dumas padre

"L'oblio è il rimedio per le cose che abbiamo perdute."


Sono riuscita a leggere le ultime venti pagine che mi trascinavo da lunedì scorso, di questo singolare libro di A. Dumas.
Perché dico "singolare"?
Perché decisamente non è un romanzo e non è nemmeno un racconto storico.
È più un resoconto romanzato di quanto accadde nella penisola italica negli anni successivi alla morte di Lorenzo de' Medici, il Magnifico. Quando sul soglio pontificio si collocò papa Alessandro VI, all'anagrafe Rodrigo Borgia.

Quello di Dumas è una ricostruzione in alcuni momenti puntuale e dettagliata di tutti i misfatti di questa terribile e potente famiglia.
In alcuni momenti la lettura non è piacevole perché ci si perde nella descrizione dei dettagli degli eserciti. E detto tra di noi, la scrittura è terribilmente di parte e densa di luoghi comuni e leggende che hanno alimentato l'immagine demoniaca dei Borgia. Però è una lettura che ho superato velocemente, senza particolare impegno. Lo sfondo storico è bellissimo, sono sicura che interessi a chiunque ripercorrere quei momenti rinascimentali.
L'America sarebbe stata scoperta da lì a poco, il Pinturicchio affrescava le stanze dell'Appartamento Borgia, Michelangelo realizzava la Pietà vaticana.
Quello che mi ha colpito è sicuramente il numero di delitti e intrighi che hanno caratterizzato quegli anni di politica e storia papale, e non solo.
In realtà non credo che oggi sia così diverso.
I pezzi sulla scacchiera vengono mossi da pochi e la maggior parte delle persone non vede nemmeno la scacchiera. Vedere? Ma cosa dico? Ne ignora l'esistenza!

"Il mondo era giunto ad uno di quei momenti epocali in cui tutto si trasforma,
tra un periodo che finisce ed un'era che comincia."

Siamo continuamente attori di una storia che si sviluppa intorno a noi, ma non ne abbiamo consapevolezza. Personalmente non riesco a distinguere gli ultimi vent'anni della mia vita, figuriamoci se capisco le dinamiche storiche.
Mode, politica, film, musiche degli anni Ottanta e Novanta mi sono chiari e riconoscibili. Ma con il passaggio al nuovo Millennio tutto mi sembra particolarmente nebuloso.

La parte che ho indiscutibilmente apprezzato di più è quando entra in scena Savonarola. La narrazione prende vita. E il personaggio schizza fuori dalle pagine per farci pentire di tutti i nostri misfatti!

Pensavo di essere capace di comprendere meglio questo libro, invece da un lato ho deluso me stessa, dall'altro mi aspettavo qualcosa di diverso.
Lucrezia Borgia è dipinta con tinte fosche e diaboliche.
Invece la sua vita ed il suo spirito furono di altro tipo.
Tanti anni fa giocavo di ruolo; erano gli anni della Masquerade, in cui potevamo interpretare dei vampiri. Avevo bisogno di un personaggio e volevo creare qualcosa di diverso. Per gentile concessione del Narratore e con l'aiuto di un artificio nella cronaca, potetti far nascere Beatrice Borgia.
Avevo letto che Lucrezia aveva perso un figlio alla nascita, e da lì la storia si è sviluppata da sé.
Era avvincente immaginare il Papa avere delle mire sulla società dei vampiri.
Ti risparmio i dettagli, perché la fantasia si sa ha le ali ed è impossibile imbrigliare qui tutto quello che è nato da una scintilla ed è cresciuto per anni.

Il GdR è una cosa che mi manca e  mi mancherà sempre della vecchia vita.
Ma sono del parere che indietro non si debba tornare anche se è stato bello, per qualche sera, tornare indietro nel tempo a rileggere della mia "antica famiglia".
Famiglia che Dumas ha caratterizzato, a volte esagerando, come fosse il male in terra.

Chiudiamo con una nota positiva:

"Del resto non dimentichiamo che, se il papato ha avuto i suoi Innocenzo VIII e Alessandro VI, che ne sono la vergogna, esso ha anche avuto i suoi Pio VII e Gregorio XVI, che ne sono la gloria."

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