lunedì 27 gennaio 2020

Giorno della Memoria - Leggere per Capire - La Storia. uno scandalo che dura da diecimila anni

"La storia si capisce, è tutta un'oscenità 
fino dal principio."

Oggi è il Giorno della Memoria.
Tutto il resto tace. Urla solo l'ingiustizia e Dio.
Entrambi nessuno li ascolta.
Questa è il mio personalissimo modo di ricordare.
Non credo si possa essere indifferenti.
Partecipo per un motivo molto semplice.
Ho pensato alle parola di Liliana Segre, ieri sera in tv.
Quando morirà l'ultimo sopravvissuto probabilmente rimarrà uno spauracchio del Giorno della Memoria.
Forse diventerà una serie di film in tv, che salteremo sussurrando tra i denti "ancooora?!?".
Sarebbe terribile, ma temo che la Senatrice abbia ragione; e non è pessimismo, è realismo, misto a rassegnazione.
Perché viviamo tempi in cui la gente, meglio, laggente non si vergogna di niente. Di odiare. Di gridare. Di dire oscenità. Tutto è lecito. Tutto è impunito.
E il popolo ebreo continua ad avere paura. Si sente minacciato. Ancora una volta.
Ritrovo veramente vomitevole il messaggio "mai più" che si associa a questo ricordo. Perché è ipocrita. Serve solo a zittire le coscienze. Ammesso che esse esistano! 
Un detto: il contadino piantò la coscienza, ma quella non crebbe.

"Mai più". Però giriamo la testa dall'altra parte quando dei disperati cercano di arrivare in Europa. Quando l'America parla di costruire muri per difendere i propri confini.
Quando un governo censura la vita dell'uomo comune. 
Quando una donna di ottantanove anni è costretta a vivere sotto scorta.
"Mai più".
SEPOLCRI IMBIANCATI.

Appena ho un pomeriggio libero comprerò il libro della Segre. Mi piace ancora recarmi in libreria. Evito gli acquisti online. Mi piace vagare per gli scaffali, seguire col dito alcuni titoli, odorare le pagine.

Voglio dare la mia testimonianza.
Non lasciare scorrere questa giornata come se fosse un giorno qualsiasi.
E posterò anch'io la mia foto su Instagram, anche se puzza di retorica. Ma sento di doverlo fare.

Di questi libri oggi scelgo La Storia di Elsa Morante.
Perché è una donna. Perché la fine di questo libro mi ha distrutto. E per mesi non sono riuscita a leggere niente. E mi piace com'è scritto. Cammini nella Storia, mentre ascolti la storia di una famigliola italiana, che scopre all'improvviso la parola "ebreo" e non sa fino a che punto questa parola si leghi con la propria esistenza.
(O forse dovrei scrivere: cammini nella storia, mentre ascolti la Storia di una famigliola.)
Lo sfondo storico ovviamente è quello della Seconda Guerra Mondiale.
I protagonisti sono sfortunati e poveri. Non conoscono un momento di gioia. 
Ma si bastano l'uno con l'altro. Saziandosi del vicendevole amore.
Ida è tante cose. Donna, maestra, vedova, madre. Ha visto e subito sulla propria pelle la violenza e la brutalità della Guerra. Ma non può arrendersi. C'è Useppe. Lui ha bisogno di lei. Lei ha bisogno di lui.
Useppe non lo si dimentica per tutta la vita.
Il personaggio che ti entra nel cuore e te lo sconvolge.
Lo fa in mille pezzi, per ricomporlo in un modo nuovo; e si fa fatica a ricordarsi com'era prima! 
E poi c'è Ninnuzzo. Il figlio e fratello maggiore. 
Che ha un cuore grande così! E tanta voglia di vivere.

Non voglio anticipare il finale, ma io ho pianto tantissimo.

"La camera a gas è l'unico punto di carità, nel campo di concentramento.
Il potere è degradante per chi lo subisce, per chi lo esercita e per chi lo amministra."

Difficile credere che non potesse andare diversamente.
La lettura de "La banalità del male" ha completamente stravolto il mio modo di pensare e vedere le cose. Non capisco perché a scuola non si studi meglio e in modo più approfondito. 
Io avevo un Prof. che mi ha fatto odiare sia la Filosofia sia la Storia. 
Ma da grande sto recuperando tutte le lacune.
L'odio ha lasciato il posto alla ragione. E oggi la mia capacità di osservare il mondo è ben diversa.
Si dovrebbe poter tornare indietro nel tempo per dare qualche suggerimento alla propria Sé. Niente di sconvolgente: il passato non si modifica. Ma giusto la possibilità di raddrizzare qualche passo.

"Si sa che la fabbrica dei sogni spesso interra le sue fondamenta fra i tritumi della veglia o del passato."

Sono fortunata a vivere l'Europa del XXI secolo.
Non ho conosciuto la Guerra, la fame, la povertà.
Sono fortunata ad aver avuto una famiglia semplice, che ha parlato con l'esempio.
Che non mi ha mai imposto nulla, ma ha sempre creduto nella cultura e nell'importanza del prossimo e della fratellanza.

"La peggiore violenza contro l'uomo è la degradazione dell'intelletto."

Credo nel potere della conoscenza; l'unica che ci renda liberi.

Quando ero bambina mi piaceva tanto la storia di San Martino. 
Che divide il suo mantello col prossimo e ha in dono una giornata di sole.

Ritorno sempre lì, al solito punto: ciò che resta è l'Amore.

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