giovedì 9 gennaio 2020

Monsone - Wilbur Smith

"I venti del destino stanno per portarci via,
ognuno sulla sua rotta."


Sono passati tanti anni da quando leggevo per la prima volta un libro di Wilbur Smith, Monsone.
Se non lo hai mai fatto, ti consiglio di aggiungerlo alle tue letture.
Ti piacerà essere condotto per perigliose avventure e in alcuni momenti vorrai essere armato anche tu con una sciabola!
Ho amato le atmosfere e la simbologia legata al vento, il Monsone appunto, che trasporta il lettore e i personaggi di questo romanzo in territori sconosciuti, alla scoperta di culture e tradizioni ignote.

I protagonisti, due dei fratelli Courteney, si troveranno a combattere prima per affermare la propria identità e poi l'uno contro l'altro, su fronti diversi; perché così avrà deciso il vento.
Ma il richiamo del sangue (che detta così sembra una roba vampiresca!), porterà la storia ad un finale travolgente.
Entrambi i fratelli conosceranno il dolore e l'amore.
Entrambi si troveranno a subire il fascino di un continente nuovo, che come un'antica maliarda  incanta chiunque la guardi.

È una storia d'amore e di avventura; di uomini, quelli della Compagnia delle Indie, e di pirati della ciurma del sanguinario Jangiri.
Gli ingredienti sono numerosi, ma tutti abilmente amalgamati dalla sublime destrezza di Smith, che lascia semplicemente senza fiato.

Monsone è un romanzo del 1999, e fa parte del Ciclo dei Courtney.
Ma è il mio preferito, perché si può leggere tranquillamente come un libro unico.

Mi fu prestato e...hai indovinato: avendolo restituito non ho foto da mostrare.
Per questo non mi piace prestare o ricevere in prestito i libri.
Soprattutto se mi sono piaciuti.
Ammetto di avere un'indole da "accumulatore seriale"; ma a distanza di anni, sarebbe stato bello riaprire quel libro e lasciare al vento la possibilità di spirare ancora tra le sue pagine.

Questa è una delle mie idee un po' (solo un po') matte:
aprire i libri per lasciarli respirare. Immagino i personaggi stiracchiarsi un momento. Riprendere fiato. Posare le armi e massaggiarsi i polsi.
Non mi piace quando li vedo morire. E così, una volta letta la storia, ritorno solo sui momenti felici.
E con questa un bel biglietto di sola andata per l'Arkham Asylum non me lo negherà nessuno.

Buon proseguimento, caro Lector.

p.s. Ho deciso cosa leggere per questa settimana: Dumas, I Borgia.
Lo sto già amando. Poi ti racconterò il perché...sono certa che tu non veda l'ora di scoprirlo.
(Segue mano sulla faccia!)

p.p.s. Ah, dimenticavo: buon compleanno Wilbur!

Nessun commento:

Posta un commento