sabato 11 gennaio 2020

Autodifesa di Caino - Andrea Camilleri

"Quindi Dio non fece altro che separare il lato femminile di Adamo da quello maschile.
La separazione, quella prima volta, fu netta.
In altre occasioni invece lasciò una maggior qualità femminile in alcuni uomini e il contrario. 

E non so perché ancora oggi ci si "amminchi" nel pensarla come una malattia, uno sbaglio e invece, credetemi, è la cosa più normale nella storia della Terra."

Ma quanto manca Andrea Camilleri nella vita del nostro Paese?
A guardarsi intorno, direi tanto.
E se le mie notti sono insonni e tormentate non è un fatto occasionale.
Intorno alle due ho cercato conforto tra le pagine di questo libriccino.
Se hai amato Conversazione di Tiresia, non potrà non piacerti questo monologo di Caino.
Purtroppo il Professore è morto prima che si mettesse in scena, ma la sola scrittura basta ad amare e sentire più vicino il primogenito di Eva.
(Dico solo Eva non a caso: mater semper certa est, pater numquam.)

Che posso dire? Anch'io avrei bisogno di un difensore come Camilleri nella vita.
Più gentile e meno sarcastico di Saramago (del quale ho amato Caino), Camilleri ci presenta un Caino frastornato e stanco.

Frastornato per quello che ha fatto: sa di aver commesso un peccato grave, benché non essendoci stati precedenti era difficile comprendere la gravità di un omicidio. Non erano assassinii anche quelli perpetuati contro gli animali, che all'epoca erano pari agli uomini?
Stanco: stanco di tutte le parole che sono state scritte, dette e pensate contro di lui.

Mi chiedo quanto siano veramente liberi gli uomini e le donne su questa Terra.
Quanto sia importante nascere in un certo ambiente e con un preciso patrimonio genetico.
Quanto merito ci sia nel nascere ricchi ed avere accesso alle cure, all'istruzione, ai mezzi migliori.
Quanta colpa ci sia nel nascere in un continente povero e senza risorse.

Sono solo 79 paginette (ehi! torna il settantanove!), piene di riferimenti culturali, religiosi, poetici.
Dense di riflessioni e carattere.
Un libro che guardi a teatro, anche se sono le due di notte e sei seduta a terra, in pigiama.

C'è un'idea che più di tutte mi ha colpito: il male e il bene si appartengono.
L'uno esiste perché esiste l'altro.

"Io fui semplicemente colui che mise per primo in atto il male.
Che compì l’azione del male.
Tramutando ciò che era in potenza, in atto."

C'è spazio anche per Orson Wells: "In Italia sotto i Borgia ci furono guerre, terrore, omicidi, carneficine, ma verranno fuori Michelangelo, Leonardo da Vinci e il Rinascimento.
In Svizzera non ci fu che amore fraterno, ma in cinquecento anni di quieto vivere e di pace che cosa ne è venuto fuori? L'orologio a cucù?".

E in questo periodo che sto leggendo Dumas, posso confermare la parte sui Borgia.

Ti saluto con le stesse parole di Caino: "Non voglio che pronunciate il vostro verdetto ora. Riflettete su quanto vi ho raccontato questa sera e poi decidete da voi. Secondo coscienza.
Vi auguro una buona notte."

Buon sabato caro Lector.

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