mercoledì 22 gennaio 2020

Vita di Antonio Gramsci - Giuseppe Fiori

"Crisi è quel momento in cui il vecchio muore
e il nuovo stenta a nascere."

Notte insonne.
Vago per casa dalle sei di mattina.
Non devo uscire. Non ho relazioni da finire.
La crisi avanza sotto ogni aspetto.
Il dolore dell'aver perso un sogno è ancora fresco.
Avevo letto che oggi sarebbe stato l'anniversario della nascita di Antonio Gramsci, classe 1891.
Mi sono venute in mente le sue parole e mi sono ricordata di questo vecchio libro, comprato ad un mercatino di Bologna tantissimi anni fa.
Sostanzialmente se mi trovo in una città italiana o no, anche solo per un giorno e trovo libri in vendita, li compro.
È una sorta di malattia. Ci tengo a dire che riesco anche a leggerli, non mi limito a comprarli.
Ma non c'è una logica nel mio modo di fare. Seguo un impulso, un bisogno nascosto.

Sono trascorsi quasi dieci anni da quel giorno al mercatino e ho ripreso questa biografia, un po' come si fa con i vecchi ricordi.
Si soppesano, si abbracciano, si cullano.
Non ne sono degna, e soprattutto non ho competenze per parlare di uno dei più importanti pensatori del secolo scorso.
Ma per alcuni versi mi sembra quasi che sia qui a consolarmi; a dirmi "pensa alle cose importanti" (in realtà questa frase me la disse, ma con tono gentile, perché all'epoca era gentile con me, proprio Persona).
Non è una lettura semplice. Io almeno, non la farei seduta in poltrona o sdraiata sul letto.
La affrontai seduta alla scrivania con la luce del sole che invadeva la stanza.

"Sono da molti anni abituato a pensare che esista una impossibilità assoluta, quasi fatale, a che io possa essere amato."

Ecco, anche qui ci sono delle righe scritte per calmare il mio animo.
Ci si ritrova sempre in un libro; io sto imparando a conoscermi così.
Penso a Gramsci che scrive di sé quelle cose. Quanto avrà sofferto?
Essendo stato un bambino fragile e un pensatore brillante da adulto, la sua vita non deve essere mai stata facile e allegra.
Ha vissuto momenti di malinconia e profonda solitudine.
Leggeva, leggeva tanto e qualsiasi cosa.
E pensava, pensava in continuazione.
Non doveva essere facile stargli accanto, credo. Ma mi emoziona avere tra gli italiani, un uomo di tale levatura.

"Bisogna impedire a questo cervello di funzionare per venti anni."

Venti anni,
tale la pena a cui fu condannato dal regime fascista.
Quel regime (ma la senti quanto è pesante, opprimente questa parola?) per cui qualche pazzoide prova nostalgia.
Ma mai riuscirono a impedire a quel cervello di funzionare.
In carcere Gramsci scrisse e tanto.
I Quaderni del Carcere una raccolta di appunti e riflessioni su diverse tematiche, ci hanno fornito un pensiero maturato interiormente e in modo solitario.

E qui un brivido attraversa il mio corpo:
Gramsci parla di egemonia, del ruolo degli intellettuali, della questione meridionale, dell'esperienza risorgimentale in un modo egregio, scevro di populismi e idiozie odierne.
Oggi è tutto politicizzato. Si dice qualcosa per strizzare l'occhio a quella o quell'altra fazione politica.
Se sei colto sei di sinistra, ma se studi Lettere sei un idiota.
CHE VERGOGNA!

Continuiamo a vivere nell'ignoranza e la cosa ancora più grave è che non proviamo vergogna di noi stessi. Ma ci deliziamo della nostra ignoranza, come tanti beoti.

Ho concentrato tutte le mie energie sul protagonista e non ho speso una parola nei confronti di chi ha scritto questo bel libro.
Il lavoro di Fiori è preciso e piacevole.
Riattraversa gli anni di vita di Nino attraverso testimonianze di chi l'ha conosciuto e attraverso gli scritti di alcune lettere anche inedite dello stesso.
Mi è piaciuto molto.
Non ho dimestichezza con le biografie ma ho apprezzato l'assenza di opinioni e giudizi.
Qui si parla di un uomo e se ne parla attraverso le sue parole e quelle di chi l'ha conosciuto.
Un piccolo gioiello da avere nella propria libreria.



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