mercoledì 29 gennaio 2020

Conversazione su Tiresia - Andrea Camilleri

"Zeus mi diede la possibilità di vivere sette esistenze
e questa è una delle sette.
Non posso dirvi quale."

Ogni volta che si apre un libro, non importa quale, si vive una vita nuova.
Ci sono alcuni personaggi che diventano persone.
Li cerchiamo e nei casi più fortunati li incontriamo nella vita di tutti i giorni.
Una magia che noi fortunati riusciamo a vivere tutte le volte che possiamo, che vogliamo.
Il libro fruibile è un'invenzione moderna.
Forse non ancora profondamente compresa.
L'altro giorno avevo un'oretta libera e mi sono immersa in questo racconto.
Tiresia mi ha raccontato la sua storia.
Ti assicuro che una simile non te la racconta l'uomo di strada. Inoltre, lui sì ha incontrato gente che conta!

Un giorno, per un errore commesso ai danni di Zeus, si è ritrovato donna, con un cervello di donna, con tutto ciò che questo comporta.

"Meglio non conoscere a fondo i pensieri che possono agitare la mente di una donna.
Un cervello affollatissimo: piccole esigenze quotidiane convivono accanto a grandi quesiti universali, un flusso continuo di cose da fare e altre da pensare.
Tutto questo sempre in contemporanea, senza requie, senza riposo. Un inferno!"

Sì, direi che la descrizione è perfetta.
Quante associazioni di idee si possono originare nella mente di una persona in una giornata, figurasi in una vita!
Quanto è difficile ragionare con il punto di vista di un altro diverso da noi.
Figurasi col suo corpo e cervello!

"Noi tutti siamo il teatro, il pubblico, gli attori, la trama, le parole che udiamo."

Una citazione nella citazione, per sottolineare quanto siano preziose queste poche pagine concepite da uno scrittore immenso, la cui assenza sarà sempre presente nelle nostre vite.
Un vuoto incolmabile.
Specchiarsi sempre nell'altro e non solo in sé stessi. Artefici ed esecutori del proprio destino.

L'ultimo scrittore citato da Camilleri è Primo Levi.
In quell'occasione, il veggente Tiresia, confessa di non essere stato capace di prevedere gli orrori del Novecento.
E me lo immagino il povero Tiresia, cieco, che ha conosciuto l'ira degli dei, disperarsi di fronte a tanta impensabile crudeltà.

"Ora sono cieco e tutto mi è chiaro."

Dobbiamo prima perderci per ritrovarci.
La vita è un susseguirsi di situazioni alternativamente favorevoli e sfavorevoli.
Bisogna cercare di dare il meglio di se stessi sempre. Indipendentemente dal risultato.
Perché ciò che conta è come ci si sente durante il viaggio.

Un libro che vale la pena di essere letto.

"Ho finito."

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