martedì 28 gennaio 2020

Il Giocatore - Dostoevskij

"L'uomo ama vedere il suo migliore amico umiliato davanti a lui.
Per la maggior parte degli uomini l'amicizia è fondata sull'umiliazione."

Nel 1881 moriva a Pietroburgo il grande scrittore e soprattutto pensatore russo Fedor Dostoevskijj.
Ho letto poco quanto niente delle sue opere, perché devo ammettere è uno scrittore che mi fa paura.
Mi ci sono avvicinata lentamente, timidamente e con profondo rispetto solo qualche anno fa.
Quando ancora non sapevo cosa e come scrivere su questo blog (non che le cose siano cambiate, ma ora scrivo senza freni e tutto ciò che mi viene in mente), accennai qualche parola su Le Notti Bianche. 

Ma il mio primo tentativo, il primo sondaggio, è stato Il Giocatore.
La scrittura mi è piaciuta subito; eppure ho impiegato una vita per finirlo.
Immagino sia il destino dei libri che porti in spiaggia. Quando pensi di riuscire a leggere, c'è sempre qualcuno che decide di raccontarti fatti della sua vita.
E anche se sono un orco, quando qualcuno decide di dedicarmi il suo tempo io lo accetto sempre volentieri. Perché ci sono giorni in cui si ha un disperato bisogno di parlare a ruota libera.
E non si trova mai nessuno capace di ascoltare senza giudizi.

"Un giocatore sa bene cosa vogliono dire certi scherzi del caso."

Era ancora il periodo in cui mi chiedevo perché il Destino non volesse farmi ritrovare Persona.
Non sapevo che dopo un anno sarei stata accontentata.
E dopo sei mesi sarei stata peggio che in passato.

Ho letto da qualche parte che Il Giocatore è il primo libro con il quale si approccia Dostoevskij.
Che dire? A me ha fatto venir voglia di leggere qualsiasi cosa.
Lui lo ha scritto per necessità.
Pare che avesse numerosi debiti, proprio a causa del vizio del gioco.
Io l'ho letto per curiosità.
Non posso che essergli grata per quei momenti di debolezza, che mi hanno fatto riappassionare alla lettura.
La mia copia l'ho raccattata in un mercatino dell'usato a Milano.
Il Giocatore è venuto con me ovunque. E ci siamo salutati in aeroporto, a Skiathos.

Tante persone, in un momento qualsiasi, stanno leggendo contemporaneamente la stessa storia.
Ma non tutte le storie provocano le stesse emozioni in tutti i lettori.
Ecco perché penso che la lettura sia un essere vivo.
Aprire un libro è attivare un incantesimo di teletrasporto.
Veniamo realmente trasportati in un mondo sconosciuto.
Semplicemente il nostro corpo non viene con noi, non sempre.

Buonanotte Lector, ho già la valigia pronta; devo partire.





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