domenica 29 maggio 2022

Una donna - parte I

Sapevo d'aver tentato di morire, sapevo che tutto si cambiava attorno a me, e ch'io avrei dovuto camminare ancora; vedevo ombre e luci alternarsi rapide; ma non provavo né timori, né speranze, né ripulsioni, né dubbi: al più una vaga fiducia, come un abbandono timido, quasi inconscio.
Sulle labbra conservavo il sapore amarognolo del veleno, e la testa era di una debolezza straordinaria; ogni leggero rumore l'intronava, mi toglieva la percezione nitida delle cose.


Ho iniziato a leggere questo bel romanzo di Sibilla Aleramo.
Ma sono diventata lentissima. Allora ho deciso di parlartene a più riprese.
Una lettura non semplice.
Perché è scritto con uno stile elegante e forbito, di inizio Novecento.
Non è una lettura leggera. Ma in qualche modo mi ha già conquistata.
Possiamo definirlo un romanzo autobiografico, diviso in tre parti, in cui la protagonista, parlando in prima persona ci racconta le fasi della sua vita.
Un romanzo di rottura rispetto a quello che aveva raccontato fino a quel momento, le vicende di personaggi femminili.
Perché mi ha conquistato?
Perché parla di sentimenti e di rapporti con la famiglia.
E forse perché per alcuni aspetti mi sono ritrovata nella fanciulla che pensa di essere qualcosa di diverso rispetto ai suoi coetanei, e che poi finisce per abbracciare quel ruolo stereotipato che la società imponeva, (o meglio "impone") alle donne.
Amiamo veramente, o cerchiamo disperatamente di convincerci che anche noi siamo capaci di amare, di sottometterci al ruolo di docili e fedeli compagne?

Domani spero di finirlo.
Ma ti anticipo che ho il cuore in subbuglio e per dormire ho chiesto un aiuto all'armadietto dei medicinali.
Aiuto che sta facendo effetto. Quindi è meglio che vada.

A domani Bloggy.
Avrei tanto da dirti, ma mi bruciano gli occhi.
Ho bisogno di un sogno premonitore.

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