venerdì 19 febbraio 2021

Silas Marner - George Eliot

 La vita interiore di Marner era stata tutta una metamorfosi,
come avviene a ogni natura passionale quando è costretta a fuggire,
oppure è stata condannata alla solitudine.

Un romanzo bellissimo!
Storia originale, personaggi interessanti, intrecci appropriati, capovolgimenti inaspettati, lieto fine: tutto perfetto.
George Eliot, ma in realtà dovrei dire Mary Anne (Marian) Evans, scrisse un vero capolavoro.
Non capisco perché continuare a pubblicare le sue opere ancora con lo pseudonimo.
Dal 1861, data della prima pubblicazione, sono passati 160 anni! Forse, oggi, si sarebbe potuto aggiungere il suo vero nome. Non viviamo più in tempi in cui se sei donna allora la tua opera è di qualità inferiore e rivolta solo ad un pubblico femminile. (Beh, diciamo che me lo auguro.)
Ma sorvolando sulla mia sterile, e quanto mai inutile, polemica con la casa editrice RBA, sicuramente ricorderò questo periodo per la scoperta di scrittrici straordinarie, dal talento conclamato e che sono entrate nella mia vita con una discrezione commovente. Inoltre ricorderò questo periodo per la bruttezza delle foto che sto facendo.
Per la bruttezza che mi sento dentro.

Il futuro era totalmente buio, in quanto non esisteva alcun amore invisibile che si prendesse cura di lui.

La nostra Marian doveva essere un vero e proprio vulcano.
Scrittrice inglese in età vittoriana, il suo stile si avvicina al cosiddetto realismo, i suoi personaggi hanno uno spessore psicologico nuovo e ben delineato, compagna di un uomo già sposato, mette in discussione ciò che è scritto nella Bibbia e ad un suo personaggio femminile farà dire quanto sia assurdo mettersi in mostra per un uomo, agitarsi per quello che può pensare, definendola "una follia di cui nessuna donna dovrebbe rendersi colpevole, se ha un buon padre e una casa dignitosa".
Come se ciò non fosse sufficiente, la nostra protagonista Eppie è sì, buona e bella, ma mai stucchevole o arrendevole. Si sposerà per amore. E non volterà le spalle alla sua Famiglia per denaro.
Il protagonista maschile è, naturalmente, Silas Marner.
Un tessitore brusco, circondato dal mistero. Conoscitore di arti, che più che divinatorie o magiche, possiamo definire semplicemente "erboristiche". 
Un uomo che tradito tante volte dalla vita, troverà il senso delle cose oltre il bene materiale.
Il vero oro di cui necessita l'esistenza non è quello che si può contare, riporre e rinchiudere in un posto segreto.
Quel tipo di tesoro può sempre esserci tolto.
Ma quello dell'Amore, unica fonte di vera gioia, non può rubarcelo nemmeno la Morte.

Eppie era un concentrato di cambiamenti e speranze che gli (a Silas) spingevano i pensieri in avanti, oltre quel vuoto limite della loro antica bramosia, verso le cose nuove che avrebbero portato gli anni futuri.

Marian ha capito perfettamente il mio spirito. Mentre la lettura procedeva, sentivo che l'autrice leggeva il mio animo spezzato, comprendendo, solo lei, come mi senta in questo periodo senza quella spinta intellettuale, senza quella scintilla d'amore che inebriava la mia inutile esistenza.

Con uno stile pacato e pieno di energie, la storia si snoda davanti al lettore, pagina dopo pagina e non delude nemmeno un po'.

Nella mia perenne solitudine mentale ho trovato un breve momento di calda tenerezza.

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