mercoledì 24 febbraio 2021

Le Fiabe del Focolare - Grimm

Nulla contrasta più con lo spirito della fiaba che un fatto morale,
una relazione necessaria.


Il 24 Febbraio del 1786 nasceva il minore dei fratelli Grimm: Wihelm Karl.
Insieme col fratello Jacob, è considerato padre della germanistica.
Infatti entrambi i fratelli erano linguisti e filologi. Una delle loro opere più famose è Le Fiabe del Focolare.
Furono scritte tra il 1812 e il 1815; una vera e propria antologia di fiabe germaniche.
L'intento era quello di raccogliere e tramandare fiabe e racconti della tradizione orale germanica.
Le fiabe si sa, sono raccontate.
Ma col passare del tempo, col passare da una bocca all'altra, da una sensibilità all'altra, le fiabe si arricchiscono, o perdono dettagli e caratteristiche.
I fratelli allora, tentano di correre ai ripari. Tentano di salvaguardare un patrimonio delicato e bellissimo, basato sulla memoria e forse sull'interpretazione dei vari narratori.
In una lettera ad un amico, i Grimm raccontano di non voler guadagnare dalla prima pubblicazione, ma si rendono disponibili ad accogliere anche nuove storie, se qualcuno avesse voluto condividerle.

La prima pubblicazione non ebbe grande successo.
Jacob, animo scientifico, si arrese immediatamente e tornò ai suoi studi linguistici.
Wilhelm, animo più poetico e propenso al fantastico riprese la compilazione dell'antologia e la modificò e migliorò continuamente, lavorandovi fino alla morte.
Per questo mi sembra giusto ricordare questo libro oggi, nel giorno del compleanno di Wihelm.
Se la prima edizione ha uno stile molto scabro e non mancano i finali tragici e truculenti, nella seconda edizione si assiste ad un cambiamento sostanziale dello stile delle fiabe che diventa da un punto di vista filologico, più adatto ad un pubblico bambino.
Compare il lieto fine, quello che tanto amo, e che divenne il carattere distintivo delle fiabe dei Grimm.
Ma la cosa più importante, nella seconda edizione compare l'immortale c'era una volta.
Non è un'invenzione Grimm.
Risulta essere una formula presente già negli scritti babilonesi e sappiamo che Apuleio inizia la favola di Amore e Psiche con erant in quadam civitate rex et regina...
Ma dopo i Grimm la fiaba non sarà più la stessa.

I fratelli Grimm mi hanno fatto compagnia per tutta l'infanzia.
Le fiabe che ho conosciuto sono belle ed edulcorate.
Non sono cresciuta pensando che un uomo mi avrebbe salvato la vita.
O convincendomi che le donne fossero solo principesse da proteggere.
Il mondo di oggi ha cambiato anche il modo di guardare alle fiabe.
Ci sono persone che decidono di non raccontare le fiabe ai propri figli perché fuorvianti e menzognere.
Mi reputo una bambina fortunata.
Pensa, i miei genitori mi hanno educato a distinguere tra bene e male, mi hanno dato il loro esempio, mi hanno insegnato il valore e l'importanza dello studio e dell'essere onesti.
E non mi hanno mai impedito di leggere una fiaba, o una favola.
Che irresponsabili! Glielo devo rinfacciare!

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