domenica 28 febbraio 2021

Saggi - Michel de Montaigne

Tutti i giorni vanno verso la morte, l'ultimo vi arriva.


È veramente incredibile constatare la quantità infinita di cose che si può trovare su internet.
Approfittando del fatto che oggi sarebbe stato il suo 488° compleanno (un ragazzino!), voglio dedicare i miei pensieri allo scrittore francese Michel de Montaigne, considerato un grande studioso dell'essere umano, pioniere del pensiero moderno e compositore di brillanti aforismi.
Ho trovato in rete il volume Saggi, (precisamente il secondo volume), pubblicato in tre versioni nel 1580, 1582 e nel 1588.
Il titolo originale francese era Essais, che vuol dire esperimento-prova.
E credo che il titolo in sé ci consegni l'intento di quest'opera. Infatti è una raccolta di brani di varia lunghezza e natura, che furono composti senza ubbidire ad un particolare progetto. Si parla di suicidio, di amore e di politica, di rispetto per la natura. E in un certo senso è l'autore stesso il protagonista, e lo dice; non perché sia un tipo speciale, uno o l'altro sarebbe stata la stessa cosa.
 Non è un'autobiografia ma è quasi un esercizio di scrittura, un voler saggiare le proprie abilità. E lo fa in modo spontaneo, con uno stile che sembra seguire i pensieri del protagonista-autore.
Lavorò probabilmente tutta la vita a questa sua opera.
Si ritrova il pensiero schietto e scevro di abbellimenti, di quello che era un signorotto perdigiorno del XVI secolo; lo immagino come un blog, un social antelitteram, in cui il nostro giovane del Cinquecento descrive i suoi pensieri, le sue emozioni e le mette a disposizione di tutti.
Sostiene de Montaigne che le idee sono la conseguenza delle sensazioni; le sensazioni umane sono legate, limitate dalla natura dell'uomo stesso e  pertanto anche le conoscenze dovrebbero essere limitate. Ma questo limite può essere superato grazie all'istinto e alla ragione.

Così come l'autore muta nel tempo, così la sua opera asseconda questo mutamento.
Un'opera complessa, che mi sono divertita a sbirciare saltando da una pagina all'altra.

Gli altri formano l'uomo;
io lo racconto e ne rappresento uno in particolare assai mal fatto, e il quale, se avessi da modellare nuovamente, farei invero diverso da quel che è.
Oramai, è fatto.
Ora, le linee del mio ritratto non si disperdono, benché cambino e si diversifichino.
Il mondo non è che un movimento continuo.
Ogni cosa vi si muove senza tregua: la terra, le rocce del Caucaso, le piramidi d'Egitto, e del movimento pubblico e del proprio.
La stessa costanza altro non è che un movimento più languido.
Non posso assicurare il mio oggetto.

Grazie de Montaigne.
Per stanotte hai messo a tacere le voci nella mia testa.
La mia anima è lacerata. Vorrei urlare, strapparmi il cuore. Dare martellate sulla testa.
Sono stanca, davvero.
Nessuno mi capisce.



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