sabato 6 febbraio 2021

Eroi - Giorgio Ieranò

 Come tutte le cose umane, anche l'amore finisce.
La precarietà lo circonda, la morte lo insidia.


Si può essere d'accordo o mentire: il mondo classico è l'unico mondo che merita di essere studiato se si vuole capire l'umanità.
Ho trascorso il mio insulso pomeriggio tra le pagine di questo bellissimo saggio e posso dire, senza esitazione alcuna, che non trascorrevo un sabato pomeriggio così bello dai tempi del Liceo.
Undici capitoli, undici stanze, undici specchi in cui riflettere sulla propria condizione che ci accomuna a quella di tutta l'umanità.
Devo ammettere che sono nomi che ho amato tutta la vita.
Sofocle, Euripide, Aristofane: quanti pomeriggi ho trascorso in vostra compagnia?
Eschilo, caro, è a te che devo la mia prima esperienza lontana da casa: cinque giorni nella meravigliosa Sicilia per assistere alla rappresentazione delle Coefore nell'immortale cornice del teatro greco di Taormina. Ricordi, ricordi ovunque.
Vorrei parlare di tutte le sensazioni che ho vissuto, ma mi perderei tra pensieri, ricordi e deliri.
Di ogni mito greco esistono diverse versioni.
E penso di poter dire che è un po' quello che accade nella vita di ogni giorno. A seconda del narratore, la storia muta atmosfere; le azioni dei personaggi possono essere interpretate o giustificate o condannate, ogni volta in modo diverso.
Di un fatto non c'è mai una soluzione univoca.
Anche nei tribunali, nella cronaca si usa l'espressione "verità giudiziaria". Proprio per sottolineare che quella offerta è l'interpretazione della Giustizia, che prende in considerazione alcuni fatti, alcune circostanze, alcune testimonianze.
Il mondo femminile, nel mito, come nella vita odierna, non ha molti sostenitori.
Le donne sono o abili manipolatrici o vittime.
Rari sono gli esempi che si discostano da questi archetipi. Ma quando accade, abbiamo figure immortali e bellissime. Terribili, alle volte. Ma decisamente immortali.
Medea: la maga, la strega. Innamorata, tradisce per amore, si vendica per amore.
Uccide il fratellino e arriva ad assassinare i propri figli per una sorta di vendetta contro il marito fedifrago.
Ma il giudizio è severo e riduttivo. 
Una figura molto complessa quella di Medea, che per alcuni aspetti ho sempre amato.
La straniera che sa manipolare le arti magiche...le oscure arti. Che i più non conoscono.
Una diversa. Di cui si ha paura.

Di tutte le creature che hanno anima e cervello, noi donne siamo le più infelici.
[...]
È cento volte meglio imbracciare lo scudo piuttosto che partorire una volta sola.

La figura di Antigone è invece una eroina più amabile.
Che in un certo senso riscatta il ruolo femminile di queste vicende eroiche.
L'ho già incontrata in un altro saggio; e mi piace notare le differenze tra le varie letture di questo nobile personaggio.
Antigone si ribella alle leggi dello Stato per sostenere le leggi non scritte del divino, della pietas umana. 
L'autore però, fa intendere, che la nobile principessa stia rivendicando un diritto aristocratico, legato alla sua famiglia, al genos, alla sua stirpe d'origine.
Poco conta. Nel mio immaginario Antigone è l'eroina che dice:

Io non sono nata per odiare, ma per amare.

Nel mito greco possiamo rispecchiarci tutti.
Il Minotauro è la nostra parte interna, oscura, bestiale. Chi non ha il suo Minotauro?
Teseo è il nostro io che cresce, e impara muovendosi nel Labirinto a conoscere e riconoscere i propri fantasmi, le proprie paure.
E anche il migliore di noi, il più valoroso, il più forte, L'Eracle delle nostre famiglie porta con sé un'ombra che può oscurarlo. A tal punto che diventa giudizioso chiedersi chi sia il reale.

Forse tu sei Eracle, ed è la tua ombra che ha sposato Ebe tra gli dei.

Il mio racconto è diventato molto lungo. Ma non posso non concludere con l'amore. Qui si tratta di amori di ogni tipo. Alcuni corrisposti e con il lieto fine. Alcuni capaci perfino di intenerire la morte, pochi in realtà. Quanti amori conoscete che siano davvero, e per sempre, felici? (Non lo chiedo io, ma è il professore a domandare! Sono solo un'umile messaggera. Sono una piccola Ermes...mi permetto di dire.)
Per non essere la solita disfattista, risponderò che ne conosco parecchi di amori felici.
Sul "per sempre" non posso esprimermi, in quanto non mi è stato ancora concessa l'autorità di investigare di quel che accade nell'Ade.
Dal mio modesto punto di vista però, la storia più bella è quella di Amore e Psiche narrata da Apuleio.
Anche se più realistica mi sembra la narrazione che vede Amore maltrattare una piccola e alata Psiche.

Oggi è stata una giornata come tante altre ma rivolgo un pensiero ad una persona gentile che ha scambiato con me poche parole. 
Mi ha fatto sorridere.
Ecco...questo è quello che sempre mi mancherà di te.




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