venerdì 26 febbraio 2021

Uomini e Topi - John Steinbeck

È un bravo ragazzo.
Non c'è bisogno di troppo cervello per essere un bravo ragazzo.
Qualche volta mi pare anzi che il cervello faccia l'effetto opposto. Prendete uno che sia davvero in gamba, è difficile che sia una brava persona.


Ho iniziato a leggere uno dei miei nuovi amici e l'ho trovato semplicemente meraviglioso.
La mia edizione è una nuova traduzione; dicono sia più fedele al linguaggio e allo stile originario dell'autore americano.
Un po' mi è dispiaciuto. Avrei voluto leggere quella di Cesare Pavese.
Ancora una volta è a lui, al suo lavoro, alla sua intuizione, al suo genio che dobbiamo la conoscenza di questo che è un classico della letteratura statunitense.
Un romanzo breve, o come si dice all'americana, una novella intensa, che mi ha tenuto col fiato sospeso fino all'epilogo finale.
Così forte è stata per me la sensazione che "l'inevitabile stava arrivando", da costringermi a sospendere la lettura in luogo pubblico.
Avevo a disposizione una pausa di mezz'ora e volevo godermi la lettura, seduta su una banchina, vicino al porto della mia cara città. Ma ho dovuto rinunciare. Sentivo cambiare la mia espressione sul viso (malgrado la mascherina), a mano a mano che la lettura procedeva; mi sono sentita in imbarazzo, così volubile davanti a gente che non conoscevo (che molto probabilmente non si è accorta della mia presenza). Così ho rinviato il finale, ad un momento di solitudine casereccia.
Un vero piccolo capolavoro.
Ho amato ogni parola.

Un uomo ammattisce se non ha qualcuno.
Non importa chi è con lui, purché ci sia.

Uomini e Topi è una singolare storia di amicizia. In poche pagine si racconta tutto il disagio di un uomo solo, di un'umanità che si consuma se lasciata a se stessa.
Tutti abbiamo bisogno di qualcuno. Non ci bastano, da sole, la bellezza o la lettura. Queste ci migliorano come individui, ma per vivere abbiamo bisogno del prossimo. Di qualcuno da accudire o che ci accudisca, qualcuno che ci ascolti o che ci incanti con la sua voce.
Tutti siamo soli; nessuno è escluso da questa trama tessuta dal Destino.
Tutti i piani, orditi da uomini o da topi, sono destinati a fallire.
Ma nella prossimità dell'altro c'è conforto, consolazione. Questa l'importante differenza.
Il titolo del libro racchiude tutto questo.
Inoltre, solo nella versione italiana, viene invertito l'ordine dei nomi e viene "eliminato" l'originario di.
All'autorevole Pavese non poté sfuggire che traducendo Di uomini e topi, si sarebbe cambiato il significato voluto dall'autore.
Infatti sarebbe risultato un complemento di argomento e non di specificazione.
Ma il titolo originale qual è? Of Mice and Men, pubblicato nel 1937.
Ed è un verso estrapolato da una poesia dello scozzese Robert Burns, classe 1759:

But Mousie, thou art no thy-lane,
In proving foresight may be vain:
The best laid schemes o’ Mice an’ Men
Gang aft agley,
An’ lea’e us nought but grief an’ pain,
For promis’d joy!

Domani sarebbe stato il compleanno di John Ernest Steinbeck, e sono contenta di averlo conosciuto. Sicuramente leggerò altre sue opere. Che temo avranno lo stesso stile asciutto e drammatico. Ma è il primo scrittore americano che posso dire mi sia piaciuto, e voglio approfondire la sua conoscenza.
Nel 1962 conquistò il Premio Nobel per la letteratura: "Per le sue scritture realistiche ed immaginative, unendo l'umore sensibile e la percezione sociale acuta".

"George Milton, finto duro e distaccato, si occupa da sempre con ferma dolcezza di Lennie Small, un gigante con il cuore e la mente di un bambino."
Entrambi sono entrati nel mio piccolo cuore arido e cinico. 
Hanno lottato contro una società gretta e rumorosa, che non comprende l'altro ma tenta di invadere con il proprio io il suo mondo.
Ma anche i migliori piani falliscono. E la loro sorte era già segnata.

Mi sento molto triste e sola.
E questa storia parla proprio alle persone come me.
Siamo tutti tristi e soli.
Ci nascondiamo dietro tante maschere e pensiamo di essercela cavata. Di essere salvi.
Alcuni pensano di essere furbi, migliori di altri, più forti.
Ma la verità è che siamo tutti ridicolmente soli e tristi.
Capirlo e accettarlo ci fa risparmiare molte energie. 

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