lunedì 15 febbraio 2021

Il Risveglio - Kate Chopin

 La voce del mare si rivolge all'anima.


Era il 1899 quando fu pubblicato questo romanzo breve della scrittrice americana Kate Chopin.
Nel tempo è diventato una sorta di manifesto femminista. Ma all'inizio ebbe una tiepida accoglienza.
Dal mio punto di vista non è il libro che voglio.
Ma che fine hanno fatto gli sterili, banali, melliflui finali lieti? Possibile che il vissero felici e contenti sia disprezzato da tutti?
Ma non mi arrendo. Troverò il mio lieto fine, dovessi leggere ininterrottamente una vita intera!

Questa è l'unica lamentela.
Perché in realtà il romanzo è bellissimo.
Scritto con una prosa delicata e pulita, che rende piacevole ogni parola. Non ci sono momenti vuoti. Ed è forse il vantaggio dei romanzi brevi, non saprei, ma non ci sono pagine superflue. Le descrizioni sono giuste ed esaurienti. E a mio avviso la scrittrice era veramente dotata. Sono maligna: fosse stato un uomo, questo libro avrebbe avuto un'eco maggiore.
Una piacevole scoperta, di cui mi posso prendere tutto il merito, complice anche il piano di leggere tanti libri di poche pagine.

Il senso del romanzo è tutto nel titolo:

La signora Pontellier, in breve, iniziava a rendersi conto della propria posizione di essere umano nell'universo,
e a riconoscere i suoi rapporti come individuo con il mondo dentro di lei e con ciò che la circondava.

La nostra Edna è donna del suo tempo. Donna che si sposa non per amore, ma più perché spinta dal Fato, spinta dalla società che non lascia ad una donna altro spazio che non sia la cura dei figli.
La scena si apre su una calda estate al mare.
E la scrittura è così fluida, dolce che fa dimenticare il freddo che attanaglia la penisola in questi giorni.
Come in Gita al faro, anche in questo caso la presenza del Mare è stata preziosa e per me determinante. Mi risulta facile intromettermi in un ambiente marino; vedere la sua spiaggia e le dune che la difendono.

La voce del mare è seducente: senza sosta sussurra, strepita, mormora, invita l'anima a vagare per qualche tempo in abissi di solitudine;
a smarrirsi in labirinti di contemplazione interiore.

Il vento che agita il mare è lo stesso che agita il cuore della protagonista.
E anche in questo caso, sento di poter dire che in amore sono le donne ad essere coraggiose e valorose.
Si abbandonano al sentimento, una volta individuato e compreso, e non tornano indietro.

Stava mettendo da parte quel sé fittizio che indossiamo come un indumento
per presentarci agli occhi del mondo.

Mi è piaciuta molto la giovane Eden. Eroina moderna che combatte contro una società ostile e fatta di apparenze. Una società di cui non vuole più far parte. Sperimenta. Cerca di rompere gli schemi. Cerca di scoprire nuove emozioni. Anche tra braccia sbagliate. Non sono una sostenitrice del tradimento. Ma le donne, per secoli e secoli non hanno potuto scegliere. Sono state poco più che merce di scambio alla ricerca di un posto in società, un'unione opportuna, un focolare da regolare.
Ma quando si desta il delirio della vita, quando lo si percepisce non si può ignorarlo, il mondo stesso è diverso.
È qualcosa che non si può spiegare. Quella scintilla che ci fa stare al mondo per passione. Quel delirio inspiegabile che ci fa approdare su terre diverse, lontane. Senza sosta, senza tregua.
Catene spezzate, vele spiegate.
Chi può capire questo continuo sentire?

Ama Eden, e non si  vergogna di dichiararlo. 

Ti amo.
Sei stato tu che mi hai risvegliato da uno stupido sogno che durava da una vita intera.

Ma anche per lei non c'è il lieto fine.
Il suo risveglio è solitario. Un'alba troppo prematura, che si è spenta in un cielo grigio e invernale.

Forse Kate ha messo un po' di sé in questa storia. Giovane vedova, madre di sei figli e con un'azienda sull'orlo del fallimento, avrà pensato che il lieto fine è un'utopia stupida, di cui le donne e tutti, dovevano liberarsi.

Quello che so per certo è che dopo ottantadue giorni sono ancora a pensarti:
la sua partenza aveva in un certo senso privato ogni cosa di luminosità, di calore, di significato.
La vita scorre come un fiume che non può essere arginato. 
Sono diventata arida, come una terra che da quel fiume non viene toccata.

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