martedì 6 aprile 2021

Il Piccolo Principe - Antoine De Saint-Exupéry

"Mi credevo ricco di un fiore unico al mondo, e non possiedo che una qualsiasi rosa.
Lei e i miei tre vulcani che mi arrivano alle ginocchia, e di cui uno, forse, è spento per sempre, non fanno di me un principe molto importante..."
E seduto sull'erba piangeva.


6 Aprile 1943, settantotto anni fa veniva pubblicato Il Piccolo Principe. Credo di averne quattro copie. Ogni edizione ha una sua particolarità che la rende unica. E non mi stanco mai di comprarne di nuove.
Questa fotografia è dell'edizione Bompiani, che l'anno scorso propose un'edizione pop-up col testo integrale.
Lo so non è la prima volta che scrivo di questo libro. Ma non posso farne a meno.
Il Piccolo Principe è letteralmente un amico che di tanto in tanto ho piacere di rincontrare. Ne ho bisogno.
In questo momento è salito sulla montagna. Sta cercando gli uomini. Dopo essere volato da un pianeta all'altro è atterrato sulla Terra. Ha avuto modo di parlare con il serpente e ha scoperto un roseto. Immagino la sua delusione quando si è reso conto che il fulcro del suo amore era un tipo comune, come tanti altri. Ma imparerà ben presto che non è questo che rende unico il suo fiore, non è il suo aspetto. Ma non voglio affrettare i tempi. Ora sta per entrare in scena la Volpicina, sssh! Non disturbiamo questo incontro.

Esattamente un anno fa parlavo del Piccolo Principe facendo il conto dei giorni in lockdown. A distanza di un anno sono in Zona Rossa e visto quello che sta accadendo con i vaccini e le vaccinazioni e le varianti, ho il sospetto che la mia vita non tornerà mai più quella del 2019.
Sono sempre stata un tipo malinconico, ma fino al 2019 avevo sì momenti di scoramento, ma che si alternavano a momenti di forza e di desideri.
Oggi invece penso a me stessa come a una che non ha nulla da recriminare. Sono stata fortunata nella mia vita. Ho viaggiato, visto luoghi bellissimi. Ho incontrato persone di tutti i tipi. Ho studiato e lavorato. Amato.
A questo punto posso chiudere la porta e mettermi in un angolo a guardare dalla finestra il mondo che andrà avanti senza di me. 

E mi piace la notte ascoltare le stelle. Sono come cinquecento milioni di sonagli…

Del Piccolo Principe parlavo anche l'ultima volta che ho sentito PA.
Direi che il Piccolo Principe ha segnato momenti importanti della mia vita. Inizi e finali.
La lettura più bella l'ho fatta con il mio PiccoloPrincipe che imitava le vocine di tutti i personaggi. A me invece lasciava il ruolo del narratore e della Volpicina.
- Click! Foto del cuore. Indelebile.
Ricordo impresso per sempre, luce per la mia anima cieca.

Gli uomini hanno delle stelle che non sono le stesse. Per gli uni, quelli che viaggiano, le stelle sono delle guide. Per altri non sono che delle piccole luci. Per altri, che sono dei sapienti, sono dei problemi. Per il mio uomo d’affari erano dell’oro. Ma tutte queste stelle stanno zitte.

Mi sono ripromessa tante volte di parlare del papà del Piccolo Principe, ma non ho mai trovato le parole giuste per farlo.
Non so molto di lui, e ho difficoltà anche a scrivere il suo nome.
Cosa so di lui?
Che sicuramente non avrebbe gradito che lo descrivessi come fosse stato l'etichetta di un vestito: fatto a Lione, 100% francese, lavare separatamente e a mano.

Ho incontrato molte persone importanti nella mia vita, ho vissuto a lungo in mezzo ai grandi. Li ho conosciuti intimamente, li ho osservati proprio da vicino. Ma l’opinione che avevo di loro non è molto migliorata. Quando ne incontravo uno che mi sembrava di mente aperta, tentavo l’esperimento del mio disegno numero uno, che ho sempre conservato. Cercavo di capire così se era veramente una persona comprensiva. Ma, chiunque fosse, uomo o donna, mi rispondeva: «È un cappello». E allora non parlavo di boa, di foreste primitive, di stelle. Mi abbassavo al suo livello. Gli parlavo di bridge, di golf, di politica, di cravatte. E lui era tutto soddisfatto di avere incontrato un uomo tanto sensibile.

Antoine de Saint-Exupéry era un bimbo molto allegro e spensierato.
Con un incredibile talento artistico, certo non nel disegnare pecorelle e boa che mangiano elefanti; ma sapeva disegnare benissimo piccoli principi, rose, stelle e volpine.
La sua felicità è andata via prematuramente con la scomparsa del fratellino e con lo scoppio della Prima Guerra Mondiale.
Ma non sapeva stare fermo Antoine, così si arruola nell'aviazione francese, e tra un volo e l'altro, guardandoci dall'alto, osservando le nuvole da vicino, scorgendo le stelle più luminose, deve aver sentito il bisogno di dare voce alle sue emozioni con la prosa.
Viaggiare lo portava lontano anche dalla sua famiglia, e forse la solitudine ha accentuato la sua sensibilità, la sua malinconia.
Non era facile accogliere tutto l'amore che provava.
Forse per questo il suo matrimonio è naufragato.
A volte le persone hanno paura di troppo amore.

Solo i bambini sanno quello che cercano.

Ecco, questo è quello che direi.
Il Piccolo Principe mi sembra un racconto autobiografico e quando parlano di "invenzione letteraria" lo rileggo la cima a fondo (ogni scusa è buona) per capire a cosa si riferiscano gli esperti.
Realtà e magia si mescolano poeticamente nella storia di Antoine, così come in quella di tutti noi.
Cerco spesso di immaginare la faccia dell'aviatore che per un guasto tecnico è costretto ad atterrare nel pieno del deserto del Sahara, sorpreso dalla vocina di un improbabile ospite.

Quando ti sarai consolato (ci si consola sempre), sarai contento di avermi conosciuto. Sarai sempre il mio amico. Avrai voglia di ridere con me.

Antoine non tornerà mai più a casa. 
Si perderanno le sue tracce in volo. Solo nel 2004 verrà ritrovato il suo aereo.
Per me decise di andare via con il Piccolo Principe, anche se non ha ritenuto di dircelo chiaramente.
Una cosa è certa, oggi vive in ognuno di noi.
Tra i suoi scritti si legge: Non ho mai detto agli adulti che non appartenevo al loro ambiente e ho nascosto che avevo sempre cinque o sei anni in fondo al cuore. 
Forse è per questo che il suo libro scardina le difese dei nostri di cuori e penetra nell'animo di ogni lettore, di ogni età e in ogni tempo.

Un qualsiasi passante crederebbe che la mia rosa vi rassomigli, ma lei, lei sola, è più importante di tutte voi, perché è lei che ho innaffiata. Perché è lei che ho messa sotto la campana di vetro. Perché è lei che ho riparata col paravento. Perché su di lei ho ucciso i bruchi (salvo i due o tre per le farfalle). Perché è lei che ho ascoltato lamentarsi o vantarsi, o anche qualche volta tacere. Perché è la mia rosa.

Nessuno più del Piccolo Principe sa cosa significhi amare.
In questo momento vorrei dire a Persona, che mi ha addomesticato e poi abbandonato, che è stato molto crudele. Che non si fa così. E che avrebbe deluso il Piccolo Principe.

Diventi responsabile per sempre di ciò che hai addomesticato. 

Spero stia bene.
Buonanotte.

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