domenica 25 aprile 2021

Ultimo viene il Corvo - Italo Calvino

Quell’anno il piccolo frutteto sembrava un seguito di venditori di palloncini

        FESTA DELLA LIBERAZONE
Quale lettura migliore per vivere questa domenica di liberazione? Il 25 Aprile ricade una delle ricorrenze più importanti e belle del mio Paese: la liberazione dalla tirannia nazi-fascista. Una festa che qualcuno vorrebbe "divisiva" e invece è, e sarà sempre, il collante della nostra nazione. Stamattina ho cantato Bella Ciao, fatto sventolare il tricolore e ripensato a quel lontano parente piemontese. Ho letto questi racconti e poi mi sono fatta prendere dal panico. Non sono "attacchi di panico" ma ci sono andata vicinissimo. Mi sono calmata con molto sforzo e molto lentamente. A fine giornata sono di pessimo umore. Lo scorso anno ero capace di raccontare meglio e con più passione alcuni fatti della mia vita, quindi meglio non replicare e non rovinare ciò che è già stato fatto. Quello che posso dirti è che non uscirò più di casa. Non voglio vedere nessuno. Ho chiaramente dei problemi, ma non ne voglio discutere con chiunque. Terrò vivi solo alcuni momenti "caffè". Perché poi ne farò un libro. Sarà leggermente autobiografico, non so da dove iniziare, ma so che alla protagonista riserverò il lieto fine. Caro Blog, tu naturalmente sarai il depositario di questi deliri libreschi. Così quando inizierò a definirmi "scrittrice" potranno rinchiudermi nell'opportuna struttura medica.
Sto ridendo come una cretina, da sola. Ma c'è qualcuno più stupido di me nel mondo?
Se non bastasse quello che ho scritto fino ad ora, ascolta questa: ero convinta che Ultimo viene il corvo fosse una raccolta di racconti di Italo Calvino, a carattere fiabesco.
Invece la raccolta prende il titolo da un racconto uscito per la prima volta sul quotidiano L'Unità il 5 gennaio 1947, che di fiabesco non ha nulla.
Quelli bravi, ma bravi veramente, hanno riconosciuto tre temi fondamentali in cui suddividere i trenta racconti, che altrimenti sembrerebbero tante sonate solitarie.
Ci sono storie che raccontano del mondo ligure vissuto durante l'infanzia dallo stesso autore, altre di tipo picaresco, altre raccontano l'ambiente e il clima della Resistenza.
Ecco perché mi è sembrata una lettura calzante con questa giornata.

La mia storia preferita è intitolata Il bosco degli Animali. Perché è la più semplice e finisce bene.
Ho preso appunti, mi è sembrato di imparare qualcosa da molti di questi racconti. 

Alba sui rami nudi: l'uomo protagonista della storia commette un errore, ha torto, quindi, ma picchia la donna che aveva fatto il suo dovere.
Chi urla spesso, ha torto. Perché non vuole ammettere i propri errori.

Di padre in figlio: a volte pensiamo di essere migliori dei nostri genitori. Poi la Vita, beffarda, ci fa vedere che spesso i nostri giudizi sono stati severi e inopportuni. Che ognuno cerca di fare il massimo con quello che ha. E che prima di giudicare gli altri, si deve aver camminato con le loro scarpe.

L'occhio del Padrone è una di quelle storie che mi lasciano perplesse. Mi sembra che non abbia un senso, che sia come quelle chiacchiere vuote. Vorrei la svolta, il guizzo. E poi capisco. Il guizzo non c'è. Ci sono esistenze piatte, monotone, già scritte, alle quali non si può dare sapore. Qui mi sono ritrovata.

Ogni volta venendo alla sua terra restava come nell'attesa d'un miracolo:
tornerò e questa volta tutto avrà un significato,
il verde che digrada a strisce per la vallata del mio podere,
i gesti sempre uguali degli uomini al lavoro,
la crescita d'ogni pianta, d'ogni ramo;
la rabbia di questa terra prenderà anche me come mio padre,
fino a non potermi più staccare di qui.


Probabilmente i racconti che mi hanno toccato di più riguardano i figli agiati.
So di essere una persona privilegiata. E mi capita spesso di fare sogni orrendi e pensieri terribili. I sogni sono lo specchio dei miei pensieri. Non merito questa esistenza, lo so.
Non li trascriverò. Oggi non ho voglia. Penserò solo ai libri:

Da tempo non compro più libri: ci vorrebbero troppi soldi e poi ho lasciato perdere troppe cose che m’interessavano e se mi ci rimettessi vorrei leggere tutto e non ne ho voglia.
Ma continuo a riordinare quei pochi libri che ho nello scaffale: italiani, francesi, inglesi, o per argomento: storia, filosofia, romanzi, oppure tutti quelli rilegati insieme, e le belle edizioni, e quelli malandati da una parte.


Italo Calvino è uno scrittore che mi è sempre piaciuto.
Difficile digerire quando scrive "terroni", una parola che odio, ma ne ha per tutti, anche per i "venezia". E racconta la guerra e il post-guerra in un modo unico. La guerra è sporca, crudele, balorda. E la pace, sua figlia, non è da meno.
La pace sa essere crudele. I ruoli si invertono: i ricchi diventano poveri, i poveri ricchi. E nessuno mostra un atomo di compassione. 

Oggi viviamo una pace diversa da quella del Dopo Guerra.
Tuttavia è sempre una creatura fragile.
Siamo tutti sentinelle chiamate a vegliare su di lei.

Cinque mesi senza di te.
Cinque mesi senza ossigeno.

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