venerdì 16 aprile 2021

Storia di una balena bianca raccontata da lei stessa - Luis Sepulveda

 Io, la forza di chi non ha più nulla da perdere.
Io, l'implacabile giustizia del mare.



Il 16 Aprile è sempre stata una giornata di festa per me e per la mia famiglia. Tutti, ma proprio tutti, sapevamo che dovevamo fare gli auguri a Nonna. E credo che nessuno abbia mai mancato a questo appuntamento speciale. A volte l'abbiamo festeggiato anche a casa. E Nonna era sempre emozionata. Una donna molto riservata come lei non amava essere al centro dell'attenzione. Un po' è quello che provo anch'io ad ogni compleanno. E se le persone si dimenticano di farmi gli auguri ne sono felice.
Certo alcuni auguri sono indispensabili per andare avanti, resistere un altro anno e sperare che le cose possano migliorare.
Da quando Nonna è scomparsa, il 16 aprile è diventato un giorno triste. E dall'anno scorso si è aggiunto un nuovo dolore: la morte di Luis Sepúlveda. Mancano entrambi. Nonna è una ferita ancora aperta per me. E nel caso di Luis Sepúlveda l'uomo manca ancor più dello scrittore. Ieri sono andata di proposito in libreria per comprare uno dei suoi libri. Mi sono accorta di non averne letti molti. Ma almeno i racconti voglio recuperarli tutti. E lo farò lentamente.

Il tempo passa, tra sogni di paradisi per balene e
il pericolo degli esseri umani sempre più numerosi.

Questo racconto è inaspettato per me che ho amato La storia della gabbianella. Come posso dire: è molto severo. Non è un libro per ragazzi, come alcuni dicono. E infatti non l'ho trovato nella sezione a loro dedicata. Ma è un racconto un po' amaro di quello che gli uomini fanno al proprio ambiente.
Forse per te non è un mistero ma la Balena Bianca che parla, è proprio la stessa di Melville. Avevo scritto a proposito di Moby Dick: "Le diamo la caccia, lasciamo che ci tormenti, che ci porti alla follia. La temiamo, la amiamo. La sfidiamo, la desideriamo.". Sono stata profetica. Moby Dick è un capolavoro, nessuno può negarlo ed è uno dei miei libri preferiti. Ma Sepúlveda ci fornisce una prospettiva diversa della storia, che è per me una sorpresa.

Fa raccontare a Mocha Dick la sua versione dei fatti. E delle sue parole, dure, scarne, qualcosa rimane addosso a chi ascolta.
Diciamoci la verità: l'umanità non ne esce con una bella immagine di sé.
Gli uomini sono quelli che attaccano esemplari della propria specie per...per cosa? Possesso, ricchezze, potere?
Sembriamo una razza inferiore.
Non solo. Attacchiamo tutto e tutti.
Uccidiamo le balene per illuminare le nostre notti. Rubiamo la loro luce interiore per allungare la nostra vita, uccidiamo per vivere di notte.
Nascondiamo il nostro odore con profumi fatti con il loro grasso.
(A dire il vero oggi non è più così: fortunatamente! E in alcuni Paesi le balene sono animali protetti. Cerchiamo anche di istituire aree per lasciarle in pace. Poco, lo so. Ma stiamo cercando di rimediare.)
Non sono un'ambientalista alla Sepúlveda.
So che il progresso tecnologico, l'allungamento della vita media umana passa anche dalla sofferenza di altri esseri.
Vorrei un mondo diverso? Certo. Sostenibile. In cui riuscire a convivere con tutto il creato.
Ma non sono nemmeno un'ipocrita: mangio prodotti che derivano dagli animali, uso telefono e computer, sono connessa alla rete, mi lavo in continuazione. Sfrutto risorse e ambiente.
Tuttavia non sono insensibile; mi sono fisicamente sentita male quando i balenieri uccidono la mamma-balena ed il suo cucciolo.
Mi sono venute in mente quelle terribili foto dei cuccioli di foca uccisi dagli uomini, che mi hanno traumatizzato da bambina.
Avrò avuto sei anni: lo sguardo languido della piccola foca bianca rimarrà impresso nella mia retina per sempre. Un po' di quel profondo buio è passato dentro di me.

Non salveremo il mondo con un libro ma forse rifletteremmo un po' di più se uscissimo da noi stessi ed entrassimo nella pelle di altri esseri. Fosse anche quella dura, lunare e piena di parassiti come quella di Mocha Dick.

È giunto il momento di lasciare queste acque e di perderci nell'immensità dell'oceano.

Ciao Nonna.


Nessun commento:

Posta un commento