martedì 13 aprile 2021

The Skin I'm in - Sharon G. Flake

 Maleeka, perdona e dimentica.
È più facile che continuare a trascinarti in giro
la rabbia come se fosse un sacco di pietre.


Vaccino sì, vaccino no.
Mentre i "capi" discutono, penso che, se continuiamo così, verrò vaccinata alla prossima pandemia. Ed io, che ero tra i massimi sostenitori del vaccino, non contesto più le opinioni di chi si mostra scettico. Ogni giorno ne esce una. Ogni giorno non si capisce a chi somministreremo cosa. Plauso agli inglesi che sono stati ordinati, precisi e rapidi. Infatti stanno riaprendo e tornando alla loro vita. E mi auguro di cuore che vada tutto bene, perché non se ne può più. Non faccio che comprare biscotti, slip e amuchina. In altre parole, i negozi aperti sono supermercati o negozi di intimo. E siccome per strada le persone mi fanno innervosire, preferisco uscire in orari assurdi, quando non c'è nessuno in giro e sì, chiudermi nel supermercato!
Sembra sia impossibile rispettare il distanziamento, la mascherina, il gel, evitare gli assembramenti. Siamo proprio maleducati e caproni. CI RINUNCIO!

Come sempre il mio conforto sono i libri. Quello che ho letto in questi giorni è un romanzo del 1998, ma pubblicato in Italia il 7 aprile 2021 e mi è stato consigliato dalla Libraia 2 che mi ha anche regalato la splendida agendina della foto.
Quella raffigurata è la Madama Butterfly dell'illustratore francese Benjamin Lacombe. Il suo lavoro si ispira al mondo delle fiabe, ai racconti per bambini ma anche ai classici della letteratura. Penso che tutti abbiano in mente le immagini di Alice nel Paese delle Meraviglie e Biancaneve. Sono libri meravigliosi che vorrei acquistare. Anni fa li rigiravo tra le mie mani, e ne fui subito conquistata. Ma prima di poter dire "Tornerò", è scoppiata la pandemia. Tutto, ma proprio tutto, rinviato.

The Skin I'm in è un libro che da sola non avrei mai acquistato. Devo riconoscere che questa sperimentazione, questo leggere romanzi contemporanei, non mi dispiace a livello teorico, ma a livello pratico mi disturba.
C'erano così tanti errori di stampa che mi sono chiesta se sia una cosa normale nell'editoria moderna. Questo libro costa 14 euro. Onestamente se non avessi usato i punti fedeltà della mia tessera, avrei reagito molto male.
La storia è carina, ma non decolla. La protagonista è una tredicenne che sta imparando a fare la cosa giusta, anche quando non sembra avere alternative. Ci racconta la sua storia in prima persona e attraverso la storia di un personaggio da lei stessa inventato.
Non è mai facile vivere e stare al mondo quando si è adolescenti, soprattutto quando ti sembra di avere solo nemici.
Ma in realtà non è facile per nessuno, soprattutto se non hai un aspetto conforme ai canoni estetici della propria epoca.
Ed ecco che incontriamo la super Professoressa sui generis.
Lei mi è piaciuta molto, ma avrei voluto qualcosa di più incisivo. Avrei desiderato sentirla parlare di più.

La Libraia mi ha detto che a loro (non ho idea di chi possano essere questi "others"), è piaciuto moltissimo; lo hanno trovato emotivamente coinvolgente.
L'ho letto all'una di notte e gli occhi non mi bruciavano nemmeno per il sonno.
Un romanzo carino, davvero. Ma io lo presterei, non lo farei acquistare. Mi è più congeniale consigliare una storia di Sepúlveda, o di Pennac, o della mia nuova amica Pitzorno.
Ma questo lo metterei tra i "forse". Purtroppo la "scrittura" non mi ha conquistato. Mi sono informata, naturalmente e ho scoperto che Sharon Flake è una scrittrice americana di letteratura per bambini e giovani adulti. Praticamente è quello che io considero il male in terra: il genere young adult.
Ho apprezzato molto la dichiarazione della scrittrice, in una sua recente intervista, sul perché sia stato pubblicato di recente: "Il desiderio di essere accettati, di sentirci a nostro agio nella nostra pelle, indipendentemente dalla forma del corpo, dal colore e dalla personalità non cambia nel tempo. E poi si parla di ricerca di identità, capire chi siamo: vale oggi come ieri."

Quello che dicevo: storia carina, personaggi per cui è facile solidarizzare, sed...manca qualcosa, l'ingrediente magico. Sarebbe potuta essere la Mamma di Maleeka.
Si doveva dare più luce, più spessore ad ogni personaggio.
Mi sono ritrovata ad un certo punto ad alzare gli occhi al cielo e pensare: "Sì, sì, come no? Succede proprio così.". Scoprendo che se le letture sono ambientate ai giorni nostri non ci sono molte scelte: o vai di realismo magico, o di realismo. Altrimenti il risultato è banale.
Un vero peccato, considerato che Maleeka prometteva bene:

Voglio perdonare Caleb ma ho paura.
E se comincia di nuovo a piacermi e poi rifà la stessa cosa?

Il perdono non è facile da donare, soprattutto se il dolore è stato profondo e straziante.
E se non ci si spiega subito, il non-detto scava dei fossati che quelli dei castelli medievali sembrano pozzanghere!

Cerco di tenermi alla larga da lui. Non voglio dimenticare.

Perdonare significa azzerare.
Un atto di fiducia è sempre difficile ma deve essere totale, altrimenti non si va avanti.

Una storia carina, che mi ha impegnato un po'.
Si può imparare sempre qualcosa dai libri.
Da questo ho imparato ad allargare gli orizzonti della mia area di confort.
Un'esperienza che come tale accolgo favorevolmente.

Chiunque distrugge un pregiudizio, un solo pregiudizio,
è un benefattore dell'umanità.
(Nicolas Chamfort, 6 aprile 1741 - 13 aprile 1794)

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