sabato 27 agosto 2022

Cesare Pavese

 Senza una donna da serrarmi al cuore!
Mai l’ebbi e mai l’avrò. Solo, stremato
da desideri immensi di passione
e pensieri incessanti, senza meta.
(versi tratti dalla poesia "18 aprile 1926")


Caro Bloggy,
oggi non c'è molto di cui parlare.
Era forse già passata la mezzanotte. Provo a chiamare i miei amici, nessuno mi risponde. Sono solo. Sono veramente, completamente solo. "Solo, senza neanche più me stesso." Qual è il senso della vita? Scrivere? Vincere un premio? Amare? Essere amato? Tornare a casa e non trovare nessuno ad accoglierti. Ascoltare la vacuità dei discorsi altrui. Nessuna delle mie domande trova risposta. Nessuno è capace di cogliere la mia ironia. Bisogna sempre spiegare tutto. Bisogna sempre essere d'accordo con la maggioranza. Sono stanco. Tutto è inutile. Il mio lavoro non mi soddisfa. Alla fine basta un po' di coraggio. Posso farcela. 

"Perdono tutti e a tutti chiedo perdono.
Va bene?
Non fate troppi pettegolezzi."

Torino, Hotel Roma, stanza 346, anno 1950.
Sono passati settantadue anni da quando si è addormentato.
Dorme ancora, convinto che il suo unico lavoro degno di questo nome sia "Dialoghi con Leucò". Convinto ancora che l'amore non fosse stato destinato alla sua vita.

Se ci fossimo conosciuti non ci saremmo sopportati.
Lui chiuso e sarcastico, inavvicinabile, con una sensibilità fuori dal comune.
Io desiderosa di conoscere gli altri, inavvicinabile e molto sensibile.
Entrambi chiusi su noi stessi, sulla nostra interiorità, con una incessante e insaziabile fame d’amore.

Lui è morto quasi quarantaduenne. Io ho rosicato già un anno in più. 
Ciò ha soltanto allargato il mio vuoto interiore.
Ieri ho sbagliato, ancora una volta...
FA TUTTO SCHIFO!

Ciao Cesare.

“Il desiderio mi brucia
il desiderio di cose belle
che ho viste e non vissute.”

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