lunedì 29 agosto 2022

Operette Morali - Giacomo Leopardi

Ruysch: A ogni modo, tutti si persuadono che il sentimento della morte sia dolorosissimo.
Morto: Quasi che la morte fosse un sentimento, e non piuttosto il contrario.


Ammettiamolo: Giacomo Leopardi è stato tra i più grandi scrittori della storia di tutto l'Universo! E non potrà mai nascerne un altro a lui simile, o vagamente somigliante.
E quando sento ancora persone sostenere l'inutilità degli studi classici, penso a vite e storie come quelle di Alcesti, di Medea, di Antigone e di Penelope, e di Circe e di Cassandra ma soprattutto alla fortuna di saper riconoscere versi che recitano:  Se questo è amore, che io non so, questa è la prima volta che io lo provo in età da farci sopra qualche considerazione; ed eccomi di diciannove anni e mezzo, innamorato. E veggo bene che l'amore dev'esser cosa amarissima, e che io purtroppo (dico dell'amor tenero e sentimentale) ne sarò sempre schiavo.
Però se si preferisce chiamare poesia "Shakerando, ah, shakerando Poto stase’ non c’è, sta shakerando Shakerando, ah, shakerando", be' prego, si continui pure...

Ho iniziato la lettura delle Operette Morali perché ho scoperto che fu inserito nell'Indice dei Libri Proibiti dalla Chiesa, con decreto del giugno 1850.
Avresti dovuto vedere la mia faccia: Leopardi - Operette Morali - Proibito? Cosa?!?
Tutto vero caro Bloggy,
quest'opera meravigliosa non solo fu messa al bando e non compresa dai suoi contemporanei, ma causò al giovane Leopardi un bel rimprovero paterno e quasi rischiò l'oblio. Considerato che fino agli anni Sessanta continuò ad essere snobbato da critici e intellettuali.
Fortunatamente oggi, la critica ha spalancato gli occhi su quella che è un'Opera davvero suprema del poeta di Recanati, che colpisce per freschezza e ironia.
In modo leggero, Leopardi affronta temi filosofici importanti, seri e a lui cari. Quelli che hanno caratterizzato la sua produzione più matura: la caducità dell'esistenza di fronte ad una Natura indifferente, la ragione vista non più come ostacolo alla felicità  ma strumento per restare a galla, felicità comunque impossibile da raggiungere. 
E come racconta tutto questo? In 24 amabili racconti brevi, a volte espressi in immaginari e splendidi dialoghi tra esseri superiori, reali o del mito.
Solo un genio come lui poteva far dialogare la Terra e la Luna, o uno Gnomo ed un Folletto.
I più toccanti sono quelli della Natura con un'Anima. Roba da leggere e rileggere all'infinito. E il dialogo di un Islandese.
Nel mio piccolo ho adorato il dialogo tra la Moda e la Morte e il dialogo tra l'archeologo e scienziato Federico Ruysch e le sue Mummie.

Un libro da leggere con calma, un dialogo alla volta.
Senza la fretta, che ahimè mi caratterizza, di finire, finire, finire...

Solo un'ultima citazione, per sottolineare la grandezza e la modernità del Leopardi:

Genio. Quale delle due cose stimi che sia più dolce: vedere la donna
amata, o pensarne?

Tasso. Non so. Certo che quando mi era presente ella mi pareva una
donna; lontana, mi pareva e mi pare una dea.

Genio. Coteste dee sono così benigne, che quando alcuno vi si accosta, in
un tratto ripiegano la loro divinità, si spiccano i raggi d'attorno, e se li pongono
in tasca, per non abbagliare il mortale che si fa innanzi.

Tasso. Tu dici il vero pur troppo. Ma non ti pare egli cotesto un gran
peccato delle donne; che alla prova, elle ci riescano così diverse da quelle che
noi le immaginavamo?

Genio. Io non so vedere che colpa s'abbiano in questo, d'esser fatte di
carne e sangue, piuttosto che di ambrosia e nettare. Qual cosa del mondo ha
pure un'ombra o una millesima parte della perfezione che voi pensate che abbia
a essere nelle donne? E anche mi pare strano, che non facendovi maraviglia che
gli uomini sieno uomini, cioè creature poco lodevoli e poco amabili; non
sappiate poi comprendere come accada, che le donne in fatti non sieno angeli.


Ricordiamo per completezza che le operette furono scritte tra il 1824 e il 1832 e pubblicate nella loro versione definitiva ("corretta e accresciuta") nel 1835.
E c'è gente che, cito: "Le donne devono indossare i tacchi per elevarsi da terra e innalzarsi ad essere angeli".
Vomita con me Bloggy!


p.s. In questi ultimi anni di letture e viaggi meravigliosi, posso dire di aver ascoltato i pensieri e le parole di tante persone e personaggi.
Sai cosa mi piacerebbe leggere, prima o poi? La storia della guerra di Troia dal punto di vista di Elena.
Vittima o artefice del suo destino? Donna ammaliatrice o sopravvissuta?
Vorrei tanto conoscere il suo pensiero.
Forse che di una donna così bella nessuno osa spogliare la mente, il cuore?
Tutti ne hanno desiderato o immaginato il corpo "completamente svelato", svestito.
Ma la sua anima? Chi ha mai avuto il coraggio di metterla a nudo?

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