mercoledì 10 agosto 2022

Il mio amico Francesco

 Caro Bloggy,
scusami, ti scrivo ancora così cerco di controllare le lacrime.
Sai, ieri ho scritto un messaggio ad un amico del passato.
Un amico che non vedo più da anni.
Da quando è finita la storia con il mio grande amore. Te ne ho parlato qualche volta.
Da quel 15 aprile 2017 vivo in una specie di limbo.
Non voglio che nessuno sappia quanto sono stata male e quanto male continuo a stare.
Non voglio che nessuno sappia quanto sia stato doloroso mandare all'aria quella relazione.
Quanto sia doloroso oggi pensare ad una persona che non mi pensa.
Ma soprattutto quanto sia difficile per me non essere indipendente (sono una parassita.)
Mi sono allontanata da tutti. Mi sono isolata. Sono andata avanti da sola o con le Girls.
Ma oggi è arrivato il crollo. (Vedi? I singhiozzi si sono fermati. Grazie.)

Francesco era uno di quegli amici specialissimi.
Uno di quelli a cui non devi dire niente. Ma che sa.
Sai cosa sognavamo insieme? Di mettere a letto i nostri figli e di passare i lunedì sera a giocare di ruolo, ogni lunedì nella casa di uno dei diversi membri della coterie.
Naturalmente avremmo giocato pochissimo, esattamente come facevamo all'epoca.
Uno spaghettino a mezzanotte, una sigaretta, qualche scambio di battute sui pupi, e poi giù a elaborare strategie per affrontare i Ventrue o non soccombere ad una Diablerie. Magari avremmo cambiato serata perché gli impegni lavorativi ci avrebbero impedito di fare troppo tardi. Magari qualche settimana avremmo saltato il turno per placare moglie/marito non giocatore.
Ma ci saremmo stati. Ci saremmo sempre stati.
Io ho infranto per prima quella tacita promessa.
Io per prima ho tradito, scappando via, allontanandomi.

Quando ho saputo che Francesco è stato male non ho avuto il coraggio di scrivergli.
Cosa se ne faceva di un mio messaggio? Non ci sentiamo da quattro anni!
Poi ho cercato di richiamare tutto il coraggio che potevo e l'ho fatto.
Mi ha mandato un vocale un'oretta fa e se ci ripenso risgorgano le lacrime.
Lui è stato male, ma ha avuto parole dolcissime per me.
E mi sento in colpa perché non le merito. 
Sono a pezzi Bloggy.
Il mondo nel quale mi sono rifugiata è finto e vuoto.
Tutti che pensiamo di essere grandi scrittori con questi diari on-line.
O di essere esperti di libri, di moda, di cibo perché pubblichiamo ogni giorno sui social.
Esperti in geopolitica, travel-blogger, influencer, medici H24, ingegneri, venditori, fotografi: tutti intenditori. Tutti cloni l'uno dell'altra. Come in quelle immagini, quelle illusioni ottiche di cui non sai qual è l'inizio e quale la fine.

Sono falsa anch'io, naturalmente. Ma credimi non ho la pretesa di dire che le mie foto IG siano belle o che "ho la soluzione" per qualcosa. L'unica cosa che faccio è ciarlare. 

Inoltre sono stanchissima di questo vuoto.
Di scrivere: "Un abbraccio fortissimo..."
e di aver dimenticato come si intrecciano le braccia intorno ad un altro corpo.
Vorrei poter piangere sulla spalla di qualcuno e di essere consolata, senza essere un peso per gli altri. Vorrei che qualcuno mi baciasse ancora i capelli. Per una volta vorrei che qualcuno fosse forte per me, al posto mio. Ma no, non posso dirlo ad alta voce. 
Indosso la maschera del "sono forte, va tutto bene, passerà, andrà meglio".
So di non avere alternative.
La mia punizione è vivere con questa maschera per non far preoccupare gli altri, o non dar loro la soddisfazione di capire quale dolore mi stia logorando da dentro.
Già, perché ci sono persone che gongolano quando mi vedono a terra.
E a queste persone non posso mostrarmi per come sono.
Ti ricordi la frase nel film Il Cavaliere Oscuro: "O muori da eroe, o vivi tanto a lungo da diventare il cattivo!"
Diciamo che preferisco sembrare cattiva, ma non voglio mostrarmi morta.

Unica eccezione sei tu, caro Bloggy.
Sei il mio Alfred...
Mi sento un po' meglio.
Grazie per avermi ascoltato...ancora.
Forza Francesco!

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