lunedì 1 agosto 2022

Il mare nero si gonfiava, si gonfiava senza posa,
come se le sue grandi maree fossero la sua coscienza,
e la grande anima del mondo sentisse angoscia e rimorso
del lungo peccato e dolore che aveva causato.
(Herman Melville)


Negli ultimi anni ho letto davvero tanti libri.
Alcuni mi emozionano ancora oggi. Altri il solo nominarli mi commuove. Altri ancora, devo ammetterlo con vergogna, non li ricordo più.
E in questi giorni di letture, solitarie, profonde, silenziose, mi sono permessa poche volte di "consigliare" un libro ad altri.
Eppure oggi lo dico ad alta voce: almeno una volta nella vita, bisogna aver letto Moby Dick!
Bisogna aver sentito la spuma del mare sulle guance, il sale sulle labbra, il vento tra i capelli.
Non si può lasciare questo mondo senza aver visto nuotare davanti a sé la Balena Bianca, senza aver sentito almeno una volta nel proprio cuore: "Chiamatemi Ismaele. Qualche anno fa - non importa ch'io vi dica quanti - avendo poco o punto denaro in tasca e niente che particolarmente m'interessasse a terra, pensai di mettermi a navigare per un po', e di vedere così la parte acquea del mondo. Faccio in questo modo, io, per cacciar la malinconia e regolare la circolazione."

 Agosto inizia così, con l'anniversario della nascita di Herman Melville: New York 1 agosto 1819.
Circa cento anni dopo sarebbe nato mio Nonno, e anche lui mi avrebbe riempito il cuore e la testa con racconti del Mare.
La felicità, come la raccontava mio Nonno, era avere una stecca di sigarette e l'acqua del mare sulla faccia ("purché sia salata", diceva).
Non ho mai avuto la prontezza di raccogliere quelle storie; naturalmente non ne sarebbe uscito un capolavoro letterario come quello di Melville! Ma sarebbe potuta essere una memoria da accarezzare e sfogliare, per mettere a tacere questa solitudine che a volte mi opprime.
Ero troppo piccola.
Un vero peccato che i bambini abbiano i Nonni solo quando sono piccoli.
Magari la Natura riuscirà a correggere questo errore!

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