lunedì 24 maggio 2021

Carpe diem

Quam minimum credula postero.
(Odi, Orazio)


Oggi è stata una giornata molto pesante.
Questa volta non ne ho parlato proprio con nessuno: né con Cugina o Amica, né sotto forma di tweet criptico. E nemmeno con Persona.
L'anno scorso mi prendevo una pausa da questo posto.
Quest'anno è un po' diverso. Sento che la mia vita è finita, ma è un pensiero che non mi suscita alcuna emozione. Non mi intristisce, non mi rende sconfortata, non mi rende rassegnata.
È solo una comunicazione, una "per presa conoscenza". E quindi rimango.

Forse dovrei consultare uno specialista. Ma la mia infinita ignoranza mi impone di non farlo.
Ho il cuore malato, non l'anima. 
Il mio cervello sta benissimo. Non è mai stato più consapevole di così. Facciamo schifo.
Ci rifuggiamo in un mondo di fantasia, proprio per fuggire la realtà e per sentirci migliori.
Ma la consapevolezza permea tutto.
Sappiamo di non essere belli, di non essere bravi.
Il mio cervello ed io guardiamo al mondo con compassione e contemporaneamente, con indifferenza.

Compassione perché Cuore è sempre stato il nostro debole;
indifferenza perché lo abbiamo finalmente capito: non siamo nulla nell'universo.
Mentre ci si scanna sul "mascherina sì - mascherina no", c'è gente che ha costruito macchine che comunicano tra di loro senza l'aggravante dei sentimenti. Senza questo pesante fardello che sono le emozioni, che tanto ci rendono umani e tanto ci fanno apprezzare un tramonto e il profumo del mare.
Si studia la superficie di Marte; si immagina come e dove installare una colonia di terrestri su un altro pianeta.

Che senso può avere la mia esistenza in tutto ciò?
Come può la mia anima, dare un senso alle cose? Proprio la mia su sette miliardi.
Siamo solo un ammasso caotico e fortuito di  atomi.
Se è vero che "nulla si crea, nulla si distrugge", allora un tempo quegli stessi atomi che oggi compongono il mio bruttissimo corpo, magari sono stati qualcosa di altrettanto brutto o infinitamente bello, come un fiore, o un'onda del mare.

E allora carpe diem.
Cogliere l'istante che viene, e se non viene crearlo.
Ma ogni volta che voglio creare qualcosa, si apre una voragine sotto i miei piedi che mi tira giù.
Ogni volta che tento di parlargli, Vuoto riempie il mio piccolo cervello.
Ore e ore di intere conversazioni mentali e quando si tratta di decodificarle nel mondo reale non resta nulla.
Mi arrendo.

p.s. Ho sempre desiderato essere spuma del mare... ἀφρός.



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