sabato 8 maggio 2021

Indomabile, Il romanzo di Giovanna La Pazza - Alexa Hennig von Lange

 Figlia mia. soltanto tu sai cosa significa trovare in se stessi la pace e la libertà
quando il mondo è sull'orlo della distruzione,
preso d'assalto dalle epidemie.


Eccomi qua. Umore nero. Ho messo in atto il mio piano ed è chiaramente un errore madornale, di quelli senza precedenti. Perché io sono ancora in quello stato psicofisico-chimico-spirituale che solitamente viene chiamato "innamoramento". Non è un abbaglio. Non so come sia successo. Ma è così e no, non mi passa. Quindi riprendere il mio vecchio account è stato un tornare indietro di sei mesi. Appena ho rivisto i suoi messaggi mi è spuntato prima un sorriso idiota (che mi toglierei dalla stupida faccia, a furia di dare testate contro il muro), e poi smarrimento. Perché come sempre mi sono chiesta: "Con chi sei? Chi può godere della tua voce? Chi può guardarti negli occhi?". Mi sento male. Sono a pezzi. Ho forse bisogno di un aiuto serio? Vorrei solo farla finita con me stessa.
Hanno ragione certi politici: quelli come me non meritano niente, nemmeno il vaccino.

Nel pomeriggio ho trovato però la forza per leggere. Dovevo farlo.
Ho finito questo bel libro di Alexa von Lange. Non è una scrittura che mi ha coinvolto, come invece è riuscita a fare la Miller, ma mi sono sentita compresa. In un certo senso parla di me. Non sono una erede al trono, non sono una sovrana, ovviamente! Ma sono una donna che come tante, è destinata alla pazzia, a graffiarsi il viso e strapparsi i capelli, pur di non urlare.
Giovanna la pazza, io la pazza.
Giovanna: vuole amore dal suo matrimonio, si ribella ad un mondo precostituito in cui si deruba il prossimo, lo si condanna alla pena di morte sul rogo perché ha delle idee religiose proprie. Ama i suoi figli. La sua terra. Vuole costruire un mondo di diritti e di pace.
Sì, Giovanna è pazza.
E quindi, sono pazza anch'io. Perché anch'io pensavo di aver compreso, definito i miei sentimenti e quindi di averli sconfitti. Ma mi sbagliavo.

ebbe l'impressione di aver messo fine troppo frettolosamente a qualcosa che 
non era ancora finito del tutto. Un dolore profondo.

Dovrò fare finta di niente e andare avanti. Lo so. Non posso tornare indietro. Ho tagliato tutti i ponti possibili. Ho cancellato tutti coloro coi quali avevo un contatto. E continuerò a farlo. Non mi devo esporre più.
Giocherò con gli hashtag (parola che scrivo sempre in modo errato: capra me!), scriverò le frasi dei libri, perché è una cosa che mi piace tanto fare e mi aiuta a memorizzare. Ma non parlerò più con nessuno. Niente commenti. Niente contatti. 

L'affetto produceva soltanto una situazione insostenibile dopo l'altra,
destinate immancabilmente a sfociare nella disperazione.

Ha ragione la mia Giovanna. Affezionarsi porta alla disperazione perché non c'è mai la stessa corrispondenza. E perché sono una persona impegnativa, da quel punto di vista. Le mie infinite insicurezze e mancanze hanno bisogno di continue presenze. E nessuno al mondo è disposto a darmele. Nessuno immagina, intuisce il vuoto che mi opprime.
Ho una fame d'amore che non si sazia mai.
Sì, Giovanna era pazza e lo sono anch'io.
Dicono che se non si parla al bambino nell'utero materno, se non lo si ama quando è appena nato, il bambino muore, o cresce con gravi malformazioni.
Il mio spirito è un bambino, la mia anima è un bambino nel grembo dell'universo.
Ha bisogno di amore per nutrirsi. 
Continuo e profondo amore.
Ecco perché sta morendo. Ecco perché è distorto, malformato: un mostro.

Sarebbe riuscita a non sentire più la mancanza di niente?
A non avere più nostalgia di nulla?
Per essere in un luogo doveva lasciare l'altro.

Se l'aiuto non viene dall'esterno, anche se zoppo, mutilato, malforme chiedo al mio spirito di reagire.
Questa è la mia speranza.
Di farcela da sola.
Ma non isolandomi.
Stanotte torna Un Giorno In Pretura. 
Vediamo cosa riesco a fare.
Vediamo se riesco a recuperare qualche pezzo di me e del mio cuore.

Una cosa è certa: non ho mai imparato a gestire le mie emozioni. E continuo a pagarne le conseguenze.

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