martedì 4 maggio 2021

La Favola di Amore e Psiche - Apuleio

 Erant in quadam civitate rex et regina...


In una città vivevano un re e una regina.
Inizia così il racconto di Amore e Psiche, proprio come potrebbe iniziare una fiaba moderna, una favola dei Grimm, una fiaba della buonanotte.
E invece è un racconto, una novella, che si inserisce in un corpo maggiore che è quello de Le Metamorfosi, o L'Asino d'oro, di Apuleio.
Sembra di giocare con le Matrioske. All'interno delle disavventure del povero Lucio, che trasformatosi in asino osserva e ci racconta il mondo degli uomini, ritroviamo questa favola che racconta di una trasformazione, quella di Psiche che diventerà immortale, una volta conquistato Amore e dopo aver superato delle prove di iniziazione difficilissimi, impossibili. Ma conquistare l'amore è un'azione impossibile, difficile. Che coinvolge l'anima, ci porta ad essere pazienti, ad affrontare rabbia e violenza, ci porta a scendere negli inferi per tornare poi in cielo come dei.
Nell'editoria italiana è diventato un libro a sé; molto probabilmente Apuleio avrà attinto da un nucleo di racconti legati al folklore di vari paesi per immaginare questa storia che canta in latino.
Forse non è un'idea originale, forse non c'è una metafora da ricercare.
Ma se penso a quante opere si sono diramate, quanti artisti sono stati ispirati da questo racconto, non posso che sedermi a leggere e immaginare di essere la povera Carite, a cui la vecchia governante racconta una bella fabella. 

L'Anima è bellissima. Può competere in bellezza con la stessa dea Venere.
Il capriccioso Amore non potrà che innamorarsi della sua ingenuità e purezza.
E a sua volta l'Amore la illumina e rende immortale:

Iam nil officiunt mihi nec ipsae nocturnae tenebrae: teneo te, meum lumen.

Quando siamo innamorati siamo paghi del mondo.
La nostra Anima conosce la luce, trova la tranquillità. Nulla può ferirla.
Non ci importa l'aspetto del nostro amore; quando l'Anima ama, ama in un modo che il corpo non è sempre capace di contenere.
Un amore che sopravvive alla morte, un amore che rende immortale, rende divini.

Quanto soffre Anima prima di riabbracciare il suo Amore.
Forse anch'io, alla fine, abbraccerò il mio.
(Non che sia bella come Psiche. Ma ho bisogno di sognare.)

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