sabato 29 maggio 2021

Dante Alighieri

 e canterò di quel secondo regno
dove l'umano spirito si purga
e di salire al ciel diventa degno.


Strano: il nostro Poeta per antonomasia, ma non siamo capaci di dire con esattezza quando è nato. Probabilmente tra il 21 Maggio e il 21 giugno 1265. 
Guardavo i miei vecchi libri di scuola. Essere il secondo genito equivale a non avere libri di prima mano. E nello specifico, ricordo che le mie professoresse di Italiano non chiedessero un'edizione particolare. Così le "mie" cantiche le ho recuperate acquistandole da mio fratello e cugini vari. 
Naturalmente Dante non ha bisogno che sia io a parlare della sua opera.
Ma oggi, anche se solo per un momento, voglio soffermarmi a contemplare il Purgatorio.
La seconda delle tre cantiche che compongono la Divina Commedia, è strutturata in modo tale da sembrare speculare a quella dell'Inferno. Infatti qui si procede "risalendo" sul monte (quindi non scendendo nella voragine, nell'abisso cupo come nell'Inferno), dal peccato più grave a quello più lieve. Fino ad arrivare in cima, al Paradiso Terrestre.
Le colpe non sono più del singolo e ad ogni cornice, incontriamo un Angelo come custode e non più violenti e volgari demoni.
A questo punto del viaggio saluteremo Virgilio, e il Maestro sarà sostituito da una nuova guida: il poeta latino Stazio.
Qui le anime sono già salve. Manca l'ultimo passo per la salvezza: l'espiazione, la riflessione e il pentimento.
L'atmosfera è decisamente diversa.
Non è un ambiente a me noto. La mia anima è di quelle perdute, quindi ho sempre avuto più dimestichezza coi luoghi dell'Inferno.

La struttura del Purgatorio segue la classificazione dei vizi dell'amore mal diretto così come l'aveva stipulata Tommaso d'Aquino.
A mano a mano che si procede attraverso le sette cornici, si espiano i sette peccati capitali: superbia, invidia, ira, accidia, avarizia, gola, lussuria.
Ancora una volta Dante è clemente con l'amore. L'amore che avevamo trovato all'inizio dell'Inferno, qui lo troviamo ad un passo dal Paradiso.

"Amor che ne la mente mi ragiona"
cominciò elli allor sì dolcemente,
che la dolcezza ancor dentro mi suona...


Morirò d'amore.


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