lunedì 3 maggio 2021

Sostiene Pereira - Antonio Tabucchi

 In che modo vivo?
E gli venne la bizzarra idea che lui, forse, non viveva,
ma era come fosse già morto.


Chi non ha letto almeno una volta nella vita Sostiene Pereira? Io, caro mio Orsetto sapientone. Inutile, dunque, che mi guardi con l'aria di chi sa, di chi capisce, di chi biasima. Non lo avevo mai letto, l'ho fatto ora, da anziana andante. Dopo aver visto il video di Checco Zalone con Helen Mirren, la mia massima ambizione è diventare un'anziana che vive in un luogo bellissimo e sperduto del mondo, coltivando i frutti della propria terra.
Facendo conserve e marmellata, continuerei a leggere e scrivere. Forse potrei dedicarmi anche alla pittura; l'acquerello è una tecnica che mi incuriosisce moltissimo. Ehi, mi immagino anziana. Quindi non sono morta. Sembrerebbe un miglioramento.

Naturalmente conoscevo a livello teorico, questo classico della letteratura del Novecento; ma non è tra le letture consigliate a scuola o tra amici. Se ci ripenso, negli anni della scuola, nessuno dei miei amici leggeva, o beh a me non lo diceva. Solo la Prof. di Greco mi passava degli approfondimenti, delle letture sui classici. Era una brava professoressa, severa e dal cuore d'oro. Chi avrebbe dovuto suggerire, ma mai lo fece, era la professoressa di italiano del Liceo. Una che oggi non esisto definire "sciocca fascista"! Comprendo perché non mi piacesse, perché sentissi una certa avversione nei suoi confronti, benché fosse brava nel momento di spiegare alcuni autori. Era spudoratamente di destra e come tutte le destre, dentro di sé non aveva nulla di quella humanitas a me tanto cara negli anni del liceo: "che bell’essere è l’uomo, quando fa l’uomo". 
Capitolo a parte era la Prof. di italiano delle scuole Medie. Una donna molto attenta alla grammatica; mi fece fare un precorso di latino perché era convinta che mi sarebbe stato utile. E ricordo che per l'estate ci suggeriva sempre dei libri da leggere.
Spaziava dal Mago di Oz a Siddharta, il Giovane Holden, il Ritratto di Dorian Gray, le Ultime lettere di Jacopo Ortis, i Canti, io Speriamo che me la cavo, 10 piccoli Indiani, il Diario di Anna Frank, Se questo è un uomo. E tanti altri.

Sto divagando, più del solito.
Appena ho iniziato a leggere il romanzo, e per tutto il suo corpo, una domanda mi ha perseguitato: "Ma Pereira sostiene...davanti a chi?".
Con chi parla Pereira? 
Il romanzo è narrato da una voce fuori dal coro che riporta cosa sostiene Pereira, e cosa preferisce omettere del suo racconto.
Suo padre, per esempio, usava dire che i nostri sogni sono la cosa più privata che abbiamo e che non bisogna rilevarli a nessuno.

A chi non piace Saramago perché non usa la punteggiatura, il virgolettato, vorrei far leggere Tabucchi e Joyce.
Evitiamo le polemiche: ma lo stile di questo romanzo è particolare e, forse per questo, a me è piaciuto moltissimo.
Sostiene Pereira è una frase che ricade spessissimo. Ed è bello constatare che nel parlato si ha l'abitudine di ripetere frasi in modo ridondante.
"Cioè" "io" "pare" li ripetiamo all'infinito.

Questa volta siamo in Portogallo col dottor Pereira, lo sfondo storico è ancora una volta la Seconda Guerra Mondiale.
E da un certo punto di vista è uno di quei libri che parla anche di libri.
Ad esempio, ho scoperto che Guy Maupassant, morì pazzo, a 43 anni. E che Marinetti, quello del futurismo, delle parole in libertà, era uno fanatico della guerra. 
Ma soprattutto ho riscoperto la lezione più importante di tutte: che tutti dobbiamo fare la nostra parte nella Storia.
Che il regime va combattuto! Le dittature non portano mai nulla di buono.
E anche il pacifico e mite dott. Pereira lo scopre e capisce, lasciando che un nuovo io egemone prenda posizione a capo della sua confederazione di anime.
Una teoria molto interessante:
La personalità è come una confederazione di varie anime, perché noi abbiamo varie anime dentro di noi, nevvero, una confederazione che si pone sotto il controllo di un io egemone.

Penso di essere pronta a lasciarmi guidare da un nuovo io egemone.
Continuerò ad amare, sempre ma senza aspettarmi nulla, senza parlarne. Parlerò ancora al suo ritratto in cornice e fingerò di ottenere una risposta, di capire qualcosa dal suo parlare muto. 
Riprenderò il mio mondo ma liberandomi dei fardelli del passato.

lei ha bisogno di elaborare un lutto, 
ha bisogno di dire addio alla sua vita passata,
ha bisogno di vivere nel presente,
un uomo non può vivere come lei, pensando solo al passato.

È il momento di smetterla di frequentare il passato e di cercare di frequentare il futuro.
Proprio come il dottore suggerisce al nostro Pereira.
Parlo di morte, non so parlare di vita ma posso imparare.
Mi basta pensare a PiccoloPrincipe. Credo sia un buon inizio.
Il futuro mi fa paura. Non sarà una guarigione facile.
Ma oggi mi sento bene, dopo tanto tempo.

A domani.

p.s. La foto con l'orsetto potrebbe essere sostituita o spostata. Non so come ci sia arrivato Orsetto, a ghermire il mio libro. Ma era una posa troppo buffa per non immortalarla. Mai mi sarei aspettata di vedere un orsetto di peluche così appassionato di lettura!

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