mercoledì 20 aprile 2022

don Tonino Bello

Attendere: infinito del verbo amare. Anzi, nel vocabolario di Maria, amare all'infinito.

1993: il mare, il vento che sfoglia il Vangelo, una bara semplice.
Uno degli uomini più belli del mondo muore, dopo una lunga e dolorosa malattia.
Don Tonino Bello lascia questa terra e torna al Padre. 
E alla Madre, Maria: quella donna che ci ha insegnato ad amare.

Quando vi rivolgete a Maria nella vostra preghiera,
chiedetele che vi dia anche tanta capacità di sogno,
non chiedete solo cose terra terra.
Chiediamo alla Vergine che ci dia le calde utopie che riscaldano il mondo.

Caro don Tonino,
siamo tutti morti da tempo, alcuni se ne sono accorti prima di altri. Tutto qui.
Ultimamente mi chiedo come sia morire.
In un libro, credo Il vangelo secondo Gesù Cristo c'è una parte in cui si descrive il sonno.
Il corpo perde coscienza. Si può dire che sia vivo? Dove va l'anima quando dormiamo?
Mi ha sempre fatto una certa impressione questa idea. Il corpo sembra un guscio vuoto. E allora il nostro Spirito è libero di vivere senza questo ingombro.
Sto cercando di comportarmi bene.
Di dimenticare e andare avanti. Di non essere una stupida egoista.
Ma è difficile lasciare andare chi si ama...

Amare, voce del verbo morire, significa decentrarsi. Uscire da sé.
Dare senza chiedere.
Essere discreti al limite del silenzio.
Soffrire per far cadere le squame dell'egoismo.
Togliersi di mezzo quando si rischia di compromettere la pace di una casa.
Desiderare la felicità dell'altro.
Rispettare il suo destino.
E scomparire, quando ci si accorge di turbare la sua missione.

Ci sto provando don Tonino caro, ma è difficile.
Hai dimenticato di dire quanto è difficile vincere il proprio egoismo.
Morire e dimenticare i propri egoismi.
Amare in silenzio, senza aspettarsi nulla in cambio.
Senza mostrarsi.
Non sarò mai degna di essere amata.
Ma andrò avanti. 

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