giovedì 21 aprile 2022

L'uccello che girava le viti del mondo - Haruki Murakami

 Il tempo non è certo qualcosa che scorre con ordine,
abcd, anzi, va e viene in qua e in là come gli pare e piace.


Caro Bloggy,
ci siamo: ho finito il mio libro lungo di Aprile.
832 pagine di puro Murakami. Un'esperienza unica, meravigliosa, irripetibile: murakaminosa!
Tutto è iniziato seguendo un filo rosso che poteva snodarsi soltanto nella mia testa: l'estate scorsa leggevo un libro, direi autobiografico, di Luis Sepulveda. Scrittore che non mi stancherò di dire, mi piace tanto ed è molto importante per me. In questo libro parlava a sua volta, del libro di un altro scrittore di cui sono innamorata: Murakami. (Quando si tratta di libri e scrittori non sono molto fedele...) Un libro che parla di un altro libro merita considerazione!
Il libro citato era proprio L'uccello che girava le viti del mondo. Sepulveda racconta che per parlare di sé e della sua opera, non poteva fare altro che partire da questo romanzo. Dice: "Solamente a un uccello pazzo poteva venire in mente di farmi nascere lì, in Cile. Quello stesso uccello pazzo ha fatto sì che il mio primo romanzo fosse ambientato in Amazzonia. E ha deciso che avessi una vita molto movimentata." Racconterà tante altre cose. Che ti consiglio di cercare online. Questa cosa dell'Uccello pazzo però mi aveva incuriosito a tal punto da avermi convinto che avrebbe girato le viti anche per me. Ma non credo l'abbia fatto.
Inoltre Sepulveda è morto il 16 Aprile, giorno in cui è nata Nonna. Quindi è stato naturale per me seguire il filo che mi portava inevitabilmente a leggere la storia di Okada Toru. Trentenne coraggioso e all'apparenza normale, quasi insignificante, che in un giorno di Aprile (ancora il nostro mese) decide di lasciare il lavoro e iniziare una nuova vita. Ma prima deve rimettere in sesto la sua vecchia vita, che verrà sconvolta da strani e misteriosi avvenimenti.

Un libro molto murakaminoso.
Ci sono tutti i suoi migliori ingredienti:
-narrazione in prima persona,
-protagonista invisibile/insignificante che scopre di avere una forza d'animo inusuale
-donne stupende, eccentriche e incomprensibili
-caffè, tantissimo
-tipo losco e un po' inquietante, che un po' ripugna e un po' fa simpatia
-nemico nonnemico, insopportabile
-gatto, c'è sempre
-immancabile musica di sottofondo che ti fa sentire uno stupido ignorante
-viaggi nella storia.

Non chiedermi di riassumerti la storia. Non ne sono capace. Ho sottolineato e preso appunti, pensando che fossero tracce da raccogliere ma in realtà non ho il coraggio nemmeno di dirti cosa penso di aver capito.
Sicuramente niente. Ma la mia è una spiegazione del tutto.
Una storia, due storie, le storie: ci sono tante rappresentazioni della vita, dell'inconscio ed è difficile venirne a capo.
Ti fai assorbire dalla lettura e come sempre, entri nel favoloso mondo di Murakami che non ha conclusione ma all'ultima pagina, ti fa sentire al sicuro.

Non posso nascondere la mia passione per Murakami. E non mi ha deluso nemmeno questa volta. Ma devo avvertirti: non è un romanzo che possa piacere a chiunque.
Trovo sempre un po' di me nei racconti di Murakami. Forse perché ciò che provo è terribilmente umano. Forse perché il mio disagio è reale. Anch'io mi sento come Okada: senza un'immagine di me. E forse anche a me l'immaginazione fa male. Dovrei evitarla.
Vivo anch'io in un pozzo buio. E la mia vera essenza è intrappolata in un altro mondo.
E qui sono incompleta, come un guscio vuoto che non sa amare e che nessuno ama.

Un libro meraviglioso. Che sono riuscita a leggere con calma. Senza fretta.
Tranne per il finale. Superata la soglia delle 500 pagine avevo voglia di sapere come sarebbe finita.

Tornare alla realtà dopo l'onirico mondo di Murakami è sempre doloroso e difficile.
Triste.
Ti senti letteralmente svuotata.
L'Uccello per me non gira niente. Ma per sua opera il mondo non va ancora del tutto in pezzi.


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