martedì 5 aprile 2022

Il desiderio finale
è amore.
(versi tratti dalla poesia "Canzone" di Allen Ginsberg)


Caro Bloggy,
oggi di cose, di emozioni da raccontarti ne ho moltissime.
Cercherò di procedere in ordine.
Sono andata al supermercato per fare la spesa. Ogni tanto capita anche a me di fare commissioni normali. Mentre ero lì ho ceduto all'offerta di acquistare due titoli con dieci euro. Spero di aver scelto bene. Non c'era niente che mi attirasse particolarmente, i classici li avevo già letti. Ma mi sono buttata su un nome che conoscevo; Buzzati, e su una scrittrice, visto che ho la tendenza a leggere titoli di scrittori. Naturalmente ti farò sapere com'è andata.
A tal proposito, il libro che ho scelto per Aprile è L'Uccello che girava le viti del mondo di Haruki Murakami. Andrò piano, perché nel frattempo mi sono iscritta anche a quattro corsi online, che devo concludere entro giugno. Ma posso anticiparti che come per tutti i libri di Murakami, anche in questo caso c'è una sorta di incantesimo che mi lega alle sue pagine. Aveva ragione Sepùlveda: un libro molto bello. Ma per la prima volta in vita mia ho letteralmente saltato due pagine: 216 e 217. Non sono riuscita a sopportare la descrizione di uno scorticamento. Credo siano immagini, descrizioni, prese da reali fatti di guerra.
Ma una guerra la stanno combattendo vicino casa, è vera, è reale ed è terribile. Non ce la faccio a trovarmela anche tra le pagine di un libro. Le immagini che provengono da quelle zone, le scene delle fosse comuni, quei corpi abbandonati per strada...sono terribili. Mi sento letteralmente male. Mi assale un senso di vertigine, una morsa allo stomaco che mi fanno malissimo.
Quando morirò qualcuno forse mi chiederà, cosa ho fatto per impedire questi orrori? Cosa ho fatto per non rendere infelici gli altri? E la mia più ancestrale paura è... che non saprei cosa rispondere.

Guardavo il finale di stagione di una serie televisiva e sono stata assalita da una tristezza, da una nostalgia che non ti so spiegare. Volevo Persona accanto a me. Gli ho scritto ma, tranquillo, ho cancellato il messaggio.
Non sono nessuno.
Non sono nessuno per nessuno.
Nei film i finali sono strani per il mio modo di vedere la vita.
Anni fa ho lasciato una persona, semplicemente perché speravo si svegliasse un po' e mi dimostrasse il suo affetto. Mi disse che "non saremo mai amici". Ed effettivamente non ci siamo mai più sentiti. Poi è arrivato TuSaiChi. E lo stesso la mia esistenza resta solitaria, malinconica e sempre in attesa.
All'inizio pensavo si sarebbero sistemate le cose. Oggi capisco che le cose possono solo peggiorare per me. Passa il tempo, ho solo cose da perdere. Mi aspettano lutti, malattie, perdite. E non sono certa di essere preparata a sopportarle.

So di essere monotona, per questo mi nascondo in queste pagine, ma io volevo solo essere amata. Non da una persona qualsiasi, naturalmente.
Speravo fossero solo emozioni passeggere. Invece emozioni e sentimenti confluiscono sempre nella stessa persona.
Che però non è per me. Lo so. Sto migliorando sai? 
Il problema è la notte. Sembra che le maschere vengano via, niente più armature, niente finzioni. Sei solo con i tuoi pensieri e capisci che c'è sempre una persona a riempirli.
Anche mentre leggi, ti impegni ad affrontare una nuova sfida. Vorresti raccontargli di più. Vorresti dirgli di tutto ma...non si può. Sei solo.

La poesia non è un'espressione. È il tempo di notte, dormire nel letto, pensiero di quello che realmente pensi, rendere il mondo privato pubblico, ed è questo che il poeta fa.

5 Aprile 1979.
Moriva il poeta statunitense Allen Ginsberg, uno dei padri della cosiddetta letteratura della beat generation. In modo dispregiativo i "beat" erano i falliti, schiacciati dall'uso e abuso di alcol e droghe. In realtà anticonformisti che cercavano di ribellarsi alla cultura precostruita dell'America degli anni 50. Mi viene in mente il clima di Pastorale Americana. 
Non è facile ribellarsi vero? 
Ma la parola beat fa pensare anche al battito, al ritmo della musica Jazz che si ascoltava in quegli anni.
Ti riporto per intero la poesia Canzone. Non ci capisco niente, ma la trovo molto bella.
Buonanotte Bloggy,
almeno nei sogni cerco di essere una ribelle.
Prima o poi tutto questo stupido dolore, questo inutile sentire, questo stupido amore, finiranno. E come la giovane Creta non sentirò più niente.

Song - Canzone

Il peso del mondo

è amore.
Sotto il fardello
di solitudine
sotto il fardello
dell'insoddisfazione
il peso,
il peso che portiamo
è amore.

Chi può negarlo?
In sogno
ci tocca
il corpo,
nel pensiero
costruisce
un miracolo,
nell'immaginazione
s'angoscia
fino a nascer
nell'umano

s'affaccia dal cuore
ardente di purezza -
poiché il fardello della vita
è amore,
ma noi il peso lo portiamo
stancamente,
e dobbiam trovar riposo
tra le braccia dell'amore
infine,
trovar riposo tra le braccia
dell'amore.

Non c'è riposo
senza amore,
né sonno
senza sogni
d'amore
sia matto o gelido
ossessionato dagli angeli
o macchine,
il desiderio finale
è amore
non può essere amaro
non può negare,
non può negarsi
se negato:
il peso è troppo

deve dare
senza nulla in cambio
così come il pensiero
si dà
in solitudine
con tutta la bravura
del suo eccesso.

I corpi caldi
splendono insieme
al buio
la mano si muove
verso il centro
della carne,
la pelle trema
di felicità
e l'anima viene
gioiosa fino agli occhi

sì, sì,
questo è quel
che volevo,
ho sempre voluto,
ho sempre voluto,
tornare
al corpo
dove sono nato.

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