venerdì 29 aprile 2022

La doppia vita dei numeri - Erri De Luca

Tu sei più capace di vivere di me, di rispettare la vita che prosegue.
Io non ci penso nemmeno.


Caro Bloggy,
quella di stanotte sarà una confessione un po' speciale. Un po' lugubre o esoterica, se preferisci.
In altre parole: mettiti comodo perché ho voglia di raccontarti qualcosa di me, che non racconto spesso.
E di cui parlo solo in presenza di persone fidate.
Stasera in tv non c'era nulla che mi piacesse, e invece di andarmene a dormire ho rivisto un film: A beautiful mind. L'ho rivisto solo perché mi ha fatto pensare a Persona. Il quale, svanendo, si è portato via ogni forma di gioia della mia vita.
Sono triste. Sempre più triste. E anche se mi dicono che le cose cambieranno, io non ci credo. E penso che l'unica cosa che stia cambiando è la mia tristezza: sempre più forte, sempre più consapevole, sempre più reale. Per zittirla mi sono impegnata un bel po'. 
Ora, grazie al film visto e al libro letto posso immaginare il profilo del mio racconto.
John Forbes Nash, il professore protagonista del film, e Lui & Lei, protagonisti senza nome del mio libro, hanno molto in comune. Avvertono qualcosa che per i più non esiste. Il Professore a causa di una malattia, vedeva dei compagni che non c'erano. Non solo li vedeva. Ma per lui avevano consistenza. Erano l'abbraccio e il conforto durante la solitudine e la tristezza. Ma per amore decide solo con la forza di volontà, di mettere a dieta la sua mente proprio per tenere a bada queste visioni.
Lui & Lei, invece, in una notte di San Silvestro alimentano la loro mente con visioni del passato che quindi non sono più reali, e invitano a cena i genitori scomparsi ormai da tempo. Secondo me un momento molto toccante, molto forte quando lui sostiene di essere al giorno uno della loro scomparsa, di non essere mai andato avanti.

E qui introduciamo la parte confessione.
Non so quanto tu sia avvezzo a credere nell'esistenza di una vita oltre la morte. Ma quello che posso dirti è che nella mia Famiglia, tutte le donne hanno un qualche canale aperto con i defunti. Soprattutto nei sogni.
E per quanto razionale io cerchi di essere, è difficile ignorare cose che di razionale hanno poco. Fortunatamente faccio eccezione alla regola familiare e poco sogno e niente vedo.
Ma tanto sento. 
Letteralmente sento, sensazioni, odori, presenze che sono di assenti.

Mezzanotte non è cima di niente, non è una vetta da dove si vedono le stelle più vicine.
Io poi la salto tutti i giorni a occhi chiusi.


Erri De Luca non mi delude mai. E non lo fa nemmeno in questo libriccino di circa 70 pagine. Un racconto che è a metà tra teatro e chiacchierata con un amico.
Per un momento ho ripensato alle atmosfere di Pirandello e ho trattenuto il fiato quando si è aperto il sipario nella mia testa.
E ho visto lentamente comparire due sedie ed una finestra.
In realtà le sedie saranno quattro.
Tra ospiti visibili e ospiti invisibili, il Capodanno passa scandito dai numeri della tombola; numeri che non sono solo cifre su un cilindretto.
Ma sono simboli che prendono vita e raccontano storie.
Strampalate in realtà.
Un gioco che ho fatto anch'io mille volte, coi nipotini, quando ero io stessa più piccola.
E gioco con cui ho fatto anche divinazioni (che si sono avverate). 

Un libro carino. Che fa viaggiare nel tempo.
Che fa forse pensare a quanto sia importante vivere i propri cari quando sono con noi.
Ma chissà perché certe cose le capisci o con gli anni o quando è troppo tardi.

Un libro che ho amato per quel tuffarsi nei ricordi di un passato che non tornerà più, per quel dar voce alle assenze.
Per quell'amore sempre presente per le radici, anche quando da esse ci si è allontanati.

Andare avanti.
Anche quando le luci sono ormai spente.

E infine anche questa volta il gioco delle coincidenze si è palesato nella lettura.
I numeri hanno una doppia vita grazie all’ abbinamento con un simbolo e le vite perdute ne hanno una seconda attraverso i ricordi, i sogni: anche loro sono estratti da un cesto.
A volerli cercare, i simboli sono ovunque. Ma forse non dovremmo alimentare le nostre paranoie ma metterle un po' a dieta. Come fa John Nash!
Sono sicura di una cosa: soli non lo siamo mai. Io lo avverto soprattutto in alcuni luoghi. 
Vado a dormire perché è passata l'una di notte. 
Gli angeli mi parlano? Non so cosa dicono.

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