"Legato a quel ramo;
espresso da quelle radici."
Immagino sia capitato a tutti di guardarsi allo specchio, di ripensare alla propria esistenza e domandarsi: "Ma io chi sono?"
Sono quello che vedo, che penso di essere, che gli altri pensano io sia?
Che ossessione!
Almeno la mia lo è.
Vivo nella paura di deludere gli altri. Ho paura di non essere quello che immaginano io sia.
Potrei essere affetta dalla cosiddetta sindrome dell'impostore.
Non sono mai io, perché non mi piaccio e non mi sento capita.
Viene fuori la mia vera me solo quando si tratta di sentimenti.
Maledetto Amore! Mi riduce a una pallida imitazione di me stessa.
Ma qual è l'originale? La "vera me"? Ammesso che possa esisterne una ed una sola.
Magari sono tutte vere. Ed io non me ne sono mai resa conto prima.
In questo angolo di cyberspazio mi sento a mio agio.
Lo so benissimo che la crescita, la conoscenza, passino attraverso il rapporto con gli altri.
Ma ultimamente non sono capace di confrontarmi né in casa, né con estranei.
Sento molto mie le parole della citazione che ho scelto.
Appartengo ad un albero antico, bellissimo, spesso maltrattato.
Il ramo sul quale sono nata è robusto e le radici che lo alimentano fanno parte di me e del mio essere. Ma sento di dovermi staccare da esso. Aspetto un vento che sembra non arrivare mai.
E ho paura che mi staccherò da esso solo quando sarò morta.
"Ma il cuore seguitava a tumultarmi in petto."
La crisi di identità appartiene ad ogni uomo che si metta in discussione, che rifletti, che senta la vita in ogni istante. Pirandello lo fa in modo magistrale. Credo che saper scrivere sia un talento innato. Certamente accompagnato da metodo e cultura.
Diciamoci la verità: c'è tanta spazzatura anche in libreria.
È per questo motivo che preferisco i classici.
Considero questo libro un "indispensabile".
Il titolo è stato usato in modo improprio, in tante occasioni. Ma quanto possiamo essere ridicoli?
Siamo tutti Vitangelo Moscarda, solo che pochi ne sono consapevoli.
espresso da quelle radici."
Immagino sia capitato a tutti di guardarsi allo specchio, di ripensare alla propria esistenza e domandarsi: "Ma io chi sono?"
Sono quello che vedo, che penso di essere, che gli altri pensano io sia?
Che ossessione!
Almeno la mia lo è.
Vivo nella paura di deludere gli altri. Ho paura di non essere quello che immaginano io sia.
Potrei essere affetta dalla cosiddetta sindrome dell'impostore.
Non sono mai io, perché non mi piaccio e non mi sento capita.
Viene fuori la mia vera me solo quando si tratta di sentimenti.
Maledetto Amore! Mi riduce a una pallida imitazione di me stessa.
Ma qual è l'originale? La "vera me"? Ammesso che possa esisterne una ed una sola.
Magari sono tutte vere. Ed io non me ne sono mai resa conto prima.
In questo angolo di cyberspazio mi sento a mio agio.
Lo so benissimo che la crescita, la conoscenza, passino attraverso il rapporto con gli altri.
Ma ultimamente non sono capace di confrontarmi né in casa, né con estranei.
Sento molto mie le parole della citazione che ho scelto.
Appartengo ad un albero antico, bellissimo, spesso maltrattato.
Il ramo sul quale sono nata è robusto e le radici che lo alimentano fanno parte di me e del mio essere. Ma sento di dovermi staccare da esso. Aspetto un vento che sembra non arrivare mai.
E ho paura che mi staccherò da esso solo quando sarò morta.
"Ma il cuore seguitava a tumultarmi in petto."
La crisi di identità appartiene ad ogni uomo che si metta in discussione, che rifletti, che senta la vita in ogni istante. Pirandello lo fa in modo magistrale. Credo che saper scrivere sia un talento innato. Certamente accompagnato da metodo e cultura.
Diciamoci la verità: c'è tanta spazzatura anche in libreria.
È per questo motivo che preferisco i classici.
Considero questo libro un "indispensabile".
Il titolo è stato usato in modo improprio, in tante occasioni. Ma quanto possiamo essere ridicoli?
Siamo tutti Vitangelo Moscarda, solo che pochi ne sono consapevoli.
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