venerdì 29 novembre 2019

Le Città Invisibili - Italo Calvino

"Nel seme della città dei giusti sta nascosta a sua volta una semenza maligna;
la certezza e l'orgoglio d'essere nel giusto - e d'esserlo più di tanti altri che si dicono giusti più del giusto."

Ho finito di leggerlo ieri notte.
Era uno di quei libri che ho rincorso per un po', perché in libreria non riuscivo a trovarlo.
Scriverò quello che penso, senza pretese, più di quanto non faccia solitamente.
Calvino è strepitoso. Questo libro è un delirio.
Immagina di vedere, di cercare una città in ogni situazione, forma, materiale, raggio di luce, nuvola, ogni cosa, e immagina a quante città perdi mentre ne stai costruendo una tutta tua, nella tua mente...
Ad un certo punto ti chiedi: ma stiamo parlando di città, davvero?
Perché qui sembra che si parli di me, dei miei difetti, delle mie insicurezze!

Quando si ha la sensazione di avere un corpo e mille anime, succede spesso di ritrovarsi ovunque e in posti atipici. Leggilo.
Puoi iniziarlo e finirlo tra dieci anni, non è un problema.
Ti puoi concentrare su una città e rimanerci mesi. Rimuginare su un passaggio e correre a perdifiato verso un'altra meta.
Immagino sia la forza di questo libro, unico.

Oggi, più che mai avevo bisogno di sfogarmi.
Credo che questo angolo di mondo mi stia aiutando.
Le persone non nascono cattive; ma ad un certo punto si stancano.
Di essere prese in giro, di essere sfruttate, ignorate.
E allora si inaridiscono.
Ecco cosa sta accadendo alla città Lù:
il numero dei cadaveri sta sorpassando quello dei vivi, e siccome coesistono tra loro non c'è "più modo di sapere quali siano i vivi e quali i morti".
Col tempo poi, si è verificato un fatto curioso: i visitatori prendevano le cose vive, belle, senza nemmeno lodarle. E se ne andavano lasciando spazzatura e oggetti alla rinfusa. Criticando e offendendo. Perché quando si tratta di brontolare, criticare, tutti si ritrovano ad avere una favella esilarante, un vocabolario copioso e aulico.
Conclusione: per sopravvivere, la città Lù si è ritrovata a seguire la regola del mescolare ogni volta e riprovare a mettere insieme oggetti nuovi e oggetti vecchi. Il risultato è un'accozzaglia tremenda di suoni, colori, ombre. Che oggi nessuno vuole più visitare. Solo demolire.
E se ci fossero più risorse, credo che la stessa città Lù si trasferirebbe, invisibile, lasciando perdere le sue tracce.




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